Peppino Impastato ucciso 44 anni dalla mafia: il ricordo di Vincenzo Carvelli: "Una voce scomoda e diversa"

Era il 9 maggio del 1978. “La mafia uccide, il silenzio pure”, ripeteva: lo sapeva bene lui che era nato in provincia di Palermo da una famiglia mafiosa.Il corpo senza vita di Peppino Impastato venne...

A cura di Redazione
09 maggio 2022 18:10
Peppino Impastato ucciso 44 anni dalla mafia: il ricordo di Vincenzo Carvelli: "Una voce scomoda e diversa" -
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Era il 9 maggio del 1978. “La mafia uccide, il silenzio pure”, ripeteva: lo sapeva bene lui che era nato in provincia di Palermo da una famiglia mafiosa.

Il corpo senza vita di Peppino Impastato venne posto lungo i binari della ferrovia Trapani-Palermo e fatto saltare in aria con il tritolo, nel tentativo di depistare gli investigatori e avvalorare l’ipotesi di un suicidio. Nonostante lo stallo delle indagini, agli abitanti di Cinisi era chiaro quanto avvenuto e molti elettori, giorni dopo l’uccisione, decisero di votare comunque il suo nome riuscendo a farlo eleggere ‘simbolicamente’ al Consiglio comunale.

Peppino sapeva il rischio che correva: “Nessuno ci vendicherà, la nostra pena non ha testimoni”.  Ma la testimonianza del giornalista venne portava avanti dal fratello Giovanni e dalla madre Felicia che, grazie ai compagni del Centro studi siciliano di documentazione, riuscirono ad aprire l’inchiesta giudiziaria che solo molti anni dopo però, li avrebbe condotti alla verità. Dopo l’archiviazione del Tribunale di Palermo nel 1992, per la risoluzione del caso, fu necessario attendere il 1996, quando il pentito Salvatore Palazzolo, indicò in Badalamenti e nel vice Vito Palazzolo i mandanti dell’omicidio.

Lo scorso anno, l’attore crotonese Vincenzo Carvelli ne ha voluto  omaggiare la figura, insieme al cantattore Giuseppe Calabretta, realizzato oltre a loro da Anna Abbrancati  e Danilo Amariti. La clip narra l’ultimo giorno, l’amicizia con Salvo Vitale.

La notte del 9 maggio 1978 è quella in cui fu assassinato il giornalista e attivista siciliano Peppino Impastato – ci ha detto Carvelli il quale sacrificò la sua stessa vita per portare avanti la sua lotta e la sua denuncia nei confronti dei crimini di Cosa Nostra. Un’icona del passato, una persona che per i valori in cui credeva ha dato letteralmente tutto. Una mente e una voce diversa dalla massa, scomoda, messa a tacere con il sangue.

Una figura di cui dobbiamo fare memoria sempre ed oggi ancor di più. Perché nonostante siano passati 44 anni… Di diverso c’è ben poco”.

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