Operazione "Medusa", smantella rete transnazionale di trafficanti di migranti

"Medusa": 25 arresti a Reggio Calabria. Smantellata rete transnazionale di trafficanti di migranti. Oltre 30 sbarchi ricostruiti, 2000 migranti

A cura di Redazione
08 luglio 2025 17:15
 Operazione "Medusa", smantella rete transnazionale di trafficanti di migranti -
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La Polizia di Stato ha inferto un duro colpo al traffico internazionale di migranti con l'operazione "Medusa", coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria. L'operazione ha portato all'arresto di 25 cittadini stranieri e all'indagine di altre 43 persone, per un totale di 68 soggetti coinvolti in una vasta rete criminale dedita al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Le indagini, condotte dal Servizio Centrale Operativo (SCO) e dalla Squadra Mobile di Reggio Calabria, con il fondamentale supporto di Eurojust, Interpol, Europol e il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, hanno permesso di ricostruire l'operato di quattro distinte organizzazioni criminali che gestivano l'intero percorso dei migranti dalla Turchia fino alle coste della provincia di Reggio Calabria, lungo la rotta del Mediterraneo orientale.

Tra il 2017 e il 2022, la rete ha organizzato oltre 30 sbarchi, portando in Italia circa duemila migranti clandestini su barche a vela sovraffollate. Il giro d'affari stimato si aggira intorno ai dieci milioni di euro, frutto di pagamenti che variavano tra i 4.000 e i 12.000 dollari per persona. Parallelamente, è stato disposto il sequestro di beni per circa tre milioni e trecentomila euro.

Le organizzazioni, con ruoli ben definiti, erano composte da individui di diverse nazionalità:

  • La "frangia ucraina" e la "frangia moldava" si occupavano del reclutamento degli scafisti.
  • La "frangia georgiana" fungeva da hub per l'addestramento degli scafisti, terminale di pagamenti e sede del gruppo operativo, oltre a gestire gli intermediari finanziari.
  • La "frangia turca", basata tra Istanbul e i porti di imbarco, organizzava le partenze e i contatti con i migranti e i loro familiari.

L'operazione ha inoltre evidenziato il reato di ricettazione, con importanti flussi di denaro da parte dei finanziatori verso i parenti degli scafisti come compenso per la loro attività illecita. Gli arresti e le indagini sono stati eseguiti in Italia, Georgia, Ucraina, Turchia, Moldavia e Grecia, dimostrando la portata transnazionale del fenomeno criminale.

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