Oggi si festeggiano le mamme, donne capace di donare e donarsi
Come ogni seconda domenica di maggio, proprio nel mese dedicato a Maria, ricorre la festa civile dedicata alla mamma. Una ricorrenza che vuole essere un omaggio a tutte quelle donne che si prendono cu...

Come ogni seconda domenica di maggio, proprio nel mese dedicato a Maria, ricorre la festa civile dedicata alla mamma. Una ricorrenza che vuole essere un omaggio a tutte quelle donne che si prendono cura degli altri, a tutte quelle persone che mamme lo sono nel cuore oltre che nei fatti.
Sì, perchè questa ricorrenza non è solo dedicata a chi porta in grembo il proprio bambino, ma anche a chi decide di aprirsi alla vita in tanti modi: con l’adozione o l’affidamento o anche decidendo di spalancare le porte della propria casa e del proprio cuore a chi una mamma non ce l’ha. Ed è per questo che la festa assume un significato molto profondo. Si elogia il coraggio di chi decide di donarsi e donare, regalare tempo, sorrisi, insegnamenti, nonostante le difficoltà del tempo. Dopo la pandemia, la crisi economica e sociale, “fare” la mamma conciliando anche la propria vita professionale è diventato davvero difficile.
A festeggiare per primi le mamme furono nel 1908 gli Stati Uniti. Alla celebrazione della festa fu associato anche un fiore simbolo: il garofano rosso per le madri in vita ed il garofano bianco per quelle che, invece, non c’erano più. In Italia invece la prima volta che venne celebrata fu nel 1956.
Da quell’anno ogni seconda domenica di maggio il pensiero è verso tutte le mamme “di nome e di fatto”. Solitamente in questa giornata sono tante le iniziative, anche di solidarietà, che vengono organizzate proprio per le mamme. E sarebbe bello raccontarle realmente. Versatili, mamme lavoratrici e non, mamme impegnate, mamme a volte stanche, mamme piene di dubbi per l’incertezza di un futuro che in questo momento fa anche un po’ paura ma incredibilmente forti. E così il pensiero va alle parole pronunciate da Papa Francesco: «Forse le madri pronte a tanti sacrifici per i propri figli, e non di rado anche per quelli altrui, dovrebbero trovare più ascolto. Bisognerebbe comprendere di più la loro lotta quotidiana per essere efficienti al lavoro e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione. Le madri sono l’antidoto più forte al dilagare dell’individualismo egoistico. Sono esse a testimoniare la bellezza della vita. Una società senza madri sarebbe una società disumana, perché le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza morale».