L'elegante tour di Sergio Cammariere a Santa Severina: «Bellissimo suonare nella mia terra»
È un’estate all’insegna dei live per Sergio Cammariere: il cantautore, accompagnato da Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Daniele Tittarelli al sax, fa tappa nelle più belle...

È un’estate all’insegna dei live per Sergio Cammariere: il cantautore, accompagnato da Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabbasso, Daniele Tittarelli al sax, fa tappa nelle più belle località d’Italia da nord a sud. Domenica 11 agosto sarà nella splendida cornice di Piazza Campo di Santa Severina, davanti all’imponente Castello Normanno, in occasione della 38° edizione del Festival-Premio del Live d’Autore “Fatti di Musica”, alle ore 21.30. Uno spettacolo che spazia dalla canzone d’autore alle suadenti atmosfere jazz, tra coinvolgenti ritmi latini ed intensi momenti intimi del pianista, un’emozione che si rinnova ogni volta con sonorità sempre più raffinate e intense. Un concerto unico, per ritrovare il gusto della grande musica e avventurarsi con Cammariere in percorsi di suono senza limiti e senza tempo. Sergio torna così ad esibirsi a casa: «è sempre bellissimo tornare nella terra natìa e suonare non per un pubblico “normale”, come capita in tutta Italia, ma per un pubblico di amici, parenti, conoscenti, di persone che hanno visto il tuo percorso e la tua crescita».
Una tappa insomma molto sentita per il cantautore che dall’inizio del suo tour sta raccogliendo applausi e successi: «Ci stiamo esibendo in luoghi particolari, con concerti mirati. Anche la location di Santa Severina è stata volutamente scelta insieme a Ruggero Pegna per consentire alle persone di poter assistere al concerto comodamente seduti, come in un salotto». Non un evento di piazza dunque, ma un’occasione per assaporare note e voce di una musica capace di trasportare gli ascoltatori in una dimensione fatta di arte soave, affascinante, unica. E tra un concerto e l’altro, Cammariere è impegnato anche nel cinema, sue le composizioni per due importanti pellicole: Marabù di Fabio Teriaca, un film d’animazione e Revival di Dario Germano, un horror che ha consentita all’artista di esprimere una parte musicale diversa, fatta di sperimentazione. Una carriera, quella nel cinema, che ha segnato l’inizio del percorso artistico di Sergio e che lo ha visto collaborare con con grandi registi, da Pupi Avati a Mimmo Calopresti.
E proprio dei suoi inizi abbiamo parlato con Sergio, dei suoi primi accordi e di quando suonava a Crotone: «Ho scritto di quei tempi, della GSM, anche nel mio libro “Libero nell’aria”, ho raccontato la mia prima vera esperienza musicale da rocker. Il gruppo era composto da me, Pino Giancotti e Raffaele Cusato, a loro mi lega un affetto particolare che dura da quasi cinquant’anni. Ricordo che avevamo nel nostro repertorio brani che all’epoca erano davvero all’avanguardia. Suonavamo Le Orme, i Pink Floyd, pezzi come Parsifal dei Pooh che era una piccola opera rock sinfonica». Sergio ricorda quegli anni: «Erano tempi di spensieratezza, di gioventù, avevamo la possibilità di avere un club tutto per noi, pieno di strumenti dove potevamo esprimere le nostre emozioni. Tutto accadeva intorno alla musica. Ricordo che in quegli anni, quando si organizzavano le feste, non c’erano i giradischi né i dj, c’era il gruppo che suonava live. Come dimenticare le feste dei liceali nella palestra Barberio!». Per Sergio, che la musica la fa e la vive appieno, quella genuinità purtroppo non c’è più: «Oggi le sensazioni sono decisamente diverse, c’è un appiattimento musicale generale. Alle giovani generazioni manca l’educazione musicale, non riescono a distinguere tra karaoke e musica dal vivo».
Proprio ai giovani talenti dice: «Oggi è difficile trovare l’opportunità giusta, funziona chi ha inventiva, chi riesce a diventare prima un influencer catturando l’attenzione attraverso qualcosa che magari è trasversale alla musica stessa: non serve essere bravi musicisti e avere talento ma serve prima la visibilità. Ecco perché partire da zero, e partire da una provincia come Crotone, è difficile. Nel mio caso è accaduto perché ho cambiato le cose, sono andato via. Se non lasci le tue radici non puoi capire cosa ti aspetta. La vita è un sogno, chi riesce a farlo avverare è perché ci ha creduto fino alla fine, è stato forte e testardo e poi è importante avere una grande fede, nel mio caso è stata anche una crescita spirituale».
V. R.