«La verità passeggia per le vie di Strongoli»: a dieci anni dalla scomparsa di Gabriele De Tursi chiesto il coraggio di parlare
Strongoli (KR) – Era il 5 giugno del 2013 quando Gabriele De Tursi, un ragazzo come tanti del paese in provincia di Strongoli, non fece ritorno più a casa. “Mamma vado a prendere un caffè al bar“. Poi...

Strongoli (KR) – Era il 5 giugno del 2013 quando Gabriele De Tursi, un ragazzo come tanti del paese in provincia di Strongoli, non fece ritorno più a casa. “Mamma vado a prendere un caffè al bar“. Poi il nulla, con un muro di silenzio, fino a quando non fu ritrovata la sua moto il 26 aprile 2014, poco fuori dal centro abitato di Strongoli, fu trovata la sua moto, una Honda Hornet 600 di colore blu.
La madre, Anna Dattoli, chiede ancora una volta ai cittadini della sua stessa comunità di parlare, anche in forma anonima, per avere “una tomba su cui posare un fiore“. Nessuno ha mai parlato a Strongoli, e nessuno sa cosa sia successo al ragazzo con gli occhi pieni di vita e di speranza. “Gli occhi di mio figlio continueranno a vivere fino a quando non si chiuderanno i miei“, ha detto la mamma oggi pomeriggio presso la Chiesa Santissimi Pietro e Paolo, nell’incontro “Chi sa parli”, voluto dal Coordinamento di Crotone dell’Associazione Libera, insieme all’amministrazione guidata dal sindaco Sergio Bruno.
All’evento, oltre alla mamma di Gabriele De Tursi, ha preso parte Don Luigi Ciotti, Presidente nazionale di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, Vincenzo Chindamo, fratello della imprenditrice scomparsa nel 2016 Maria Chindamo, di Limbadi (VV), Elsa Tavella, mamma di Francesco Vangeli, di Scaliti di Filandari, il 26enne ucciso e gettato in un fiume in un sacco, e il tenente colonnello Luigi Pisciotta. L’incontro è stato moderato dalla Giornalista Francesca Travierso.
L’appello ai cittadini di Strongoli è di rompere il muro dell’omertà ed aiutare una madre ad avere notizie del figlio sparito da dieci anni. “Sono stata lasciata sola, sono poche le persone che sono venute in casa mia e tutt’oggi vengono a trovarmi, ma sono stata lasciata da sola – sono le parole di mamma Anna – siamo una famiglia per bene, la speranza non l’ho mai persa però non vedo giustizia, non vedo niente ma continuerò a lottare finchè ce la faccio”.
“Eppure la verità passeggia per le vie di Strongoli – ha detto don Luigi Ciotti – allora siamo qui anche per dire di avere il coraggio di avere più coraggio. Chi sa deve parlare, la verità è fondamentale. In Italia l’80% non conosce la verità, ma questo diritto è fondamentale. C’è bisogno che le persone, i cittadini,o chi ha commesso il fatto parli. C’è una mamma che continua a chiedere di poter almeno pregare sulla tomba del proprio figlio e mi sembra questo importante e fondamentale. Allora ci auguriamo che ci sia la rivolte delle coscienze e che chi sa parli, siamo qui per dire questo, non abbiamo altre parole”.
Presente il sindaco di Strongoli, Sergio Bruno, il quale ha chiesto anche lui il coraggio di parlare: “Per noi è il terzo anno come amministrazione – sono le sue parole – oggi ricordiamo la scomparsa di Gabriele, abbiamo sempre detto che chi sa deve parlare. Abbiamo voluto questo momento di incontro, di studio e di riflessione proprio per gridare verità e giustizia, per scuotere le coscienze. Ci vuole forza e coraggio per parlare, anche per mandare una lettera, così da dare la possibilità ad Anna e alla sua famiglia di porre un fiore sulla tomba di Gabriele”.
Danilo Ruberto