L'81% dei giovani si considera dipendente dallo smartphone

L’81% dei giovani (età compresa tra i 16 e i 35 anni) si considera dipendente dallo smartphone. E’ uno dei risultati emersi dall’indagine dell’Osservatorio GenerationShip di Changes Unipol, in collabo...

A cura di Redazione
20 gennaio 2025 13:00
L'81% dei giovani si considera dipendente dallo smartphone -
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L’81% dei giovani (età compresa tra i 16 e i 35 anni) si considera dipendente dallo smartphone. E’ uno dei risultati emersi dall’indagine dell’Osservatorio GenerationShip di Changes Unipol, in collaborazione con Kkienn Connecting People and Companies, che ha voluto mettere in evidenza il rapporto tra le generazioni più giovani e il cellulare, concausa di una serie di comportamenti problematici. Partendo dai dati generali, il 91% possiede uno smartphone e il 64% lo utilizza in modo frequente o continuo, trascorrendo da 4 a oltre 6 ore al giorno connessi. L’utilizzo assiduo si traduce per il 90% dei giovani in comportamenti problematici: – Perdita del sonno: il 57% usa lo smartphone fino a tarda notte; – Ansia da interazione: il 50% teme di non essere raggiungibile o perde tempo controllando notifiche; – Riduzione della socialità: il 40% preferisce interazioni online a quelle faccia-a-faccia; – Diminuzione delle prestazioni: il 30% riscontra problemi a scuola, a lavoro o nelle relazioni.

L’81% dei giovani, poi, si considera dipendente dallo smartphone, ma anche il genere condiziona la relazione con lo strumento. Le donne, in generale, risultano più dipendenti degli uomini (69% contro 64%) e prediligono social media e app di messaggistica, gli uomini, invece, sono più attratti da notizie, app di intrattenimento, giochi, scommesse online, pornografia e intelligenza artificiale. La dipendenza dallo smartphone è una concausa che potrebbe incidere sul benessere mentale, in particolare proprio tra i giovani: – Riduzione della concentrazione: colpisce il 60% dei giovani (contro il 37% degli adulti); – Ansia e depressione: 51% (contro 32%); – Isolamento sociale: 50% (contro 35%). I giovani adulti (28-35 anni) sono i più vulnerabili, anche a causa delle pressioni lavorative, sociali ed economiche. Il 53% dei giovani riconosce la necessità di difendersi dallo smartphone, ma solo una minoranza riesce a ridurne l’utilizzo. Il 57% degli italiani è contrario a restrizioni sull’uso dello smartphone, tranne che alla guida (73%) o in classe (64%). Infine lo studio Changes Unipol rileva che lo smartphone amplifica disagi derivanti da fattori economici e sociali, come insicurezza lavorativa, aspettative di performance, difficoltà di bilanciamento tra vita e lavoro e declino delle relazioni sociali. Se da un lato offre visibilità e opportunità, dall’altro può accentuare insicurezza e bassa autostima.

Fonte Dire

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