Il Vescovo Torriani: "Cattedrale chiusa, Chiesa aperta: comincia il mese caro ai crotonesi"

“È un mese caro ai crotonesi, caro a questa città mariana”. Ha introdotto così ieri sera, 30 aprile, il mese mariano monsignor Alberto Torriani, arcivescovo....

A cura di Redazione
01 maggio 2025 07:30
Il Vescovo Torriani: "Cattedrale chiusa, Chiesa aperta: comincia il mese caro ai crotonesi" -
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“È un mese caro ai crotonesi, caro a questa città mariana”. Ha introdotto così ieri sera, 30 aprile, il mese mariano monsignor Alberto Torriani, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, all’apertura di un tempo di devozione verso la Madonna di Capo Colonna, presso la chiesa dell’Immacolata.
“Anche se la Chiesa dell’Immacolata è un po’ stretta, perché la Cattedrale è chiusa, c’è un clima familiare”, ha aggiunto, accogliendo i fedeli alla Cerimonia Eucaristica delle 18,30.

La giornata si era aperta a mezzogiorno con la calata [leggi qui], gesto che dà inizio al mese dedicato alla Vergine Maria. Durante questo momento, il vescovo ha richiamato l’attenzione sull’importanza della celebrazione eucaristica prevista per la sera.

Nel corso della liturgia serale, monsignor Torriani ha indossato una casula mariana azzurra, secondo le indicazioni della liturgia, e una mitra (o mitria) semplice, anch’essa mariana (cioè azzurra e bianca), impreziosita dal suo stemma episcopale inciso nelle ferule (così come sul bordo della casula). In quel contesto, ha aperto il cuore alla preghiera, guidando i presenti in uno “spazio familiare”.

“La preghiera di don Bernardino l’ho sentita fino in piazza”, ha detto nell’omelia, “con le intenzioni che questa città mariana rivolge alla sua patrona. E anche io sto imparando”.

Il cuore della comunità crotonese era lì, raccolto nella chiesa dell’Immacolata, insieme a quelli del proprio pastore incisi nello stemma episcopale; vescovo che , nella stessa mattinata, aveva attraversato le strade della città, incontrando sguardi e volti della gente, prima di sollevare gli occhi verso la Madonna.

Durante la sua riflessione nel corso della Cerimonia Eucaristica, l’Arcivescovo ha condiviso un invito che è anche un programma spirituale per l’intero mese: “Vorrei che questo mese fosse per tutti una palestra del cuore, una scuola della tenerezza. Non bastano i fiori davanti agli altari: occorrono gesti che fioriscono nella vita.

Il cammino che ci porterà nei prossimi giorni fino al nostro amato santuario a Capocolonna non sia solo fisico, ma del cuore. Un cammino di ascolto della Parola, di servizio ai più poveri, di comunione nella Chiesa, di pace nelle nostre case e nelle nostre vite.


Allora preghiamo il Rosario come carezza, e adottiamo il cammino di fede come stile. Il nostro primo maggio insieme è anche un segno: Maria è con noi, anche se la cattedrale è chiusa. Ma non è chiusa la Chiesa, non è chiuso il cuore del popolo.

Lei ci tiene insieme come un grembo vivo: ci custodisce, ci educa, ci guida. Anche il mattone del Giubileo, che avevo con me il giorno dell’ingresso e che vorrei fosse portato anche durante il pellegrinaggio notturno, vuole dire questo: il desiderio di costruire insieme. Non da soli. Non per noi. Ma con Maria e per il Signore. Maria cammina con la nostra Chiesa”.

Poi ha concluso così la sua omelia: “Affidiamo questo mese alla Madonna di Capocolonna, e affidiamo le nostre attese, le nostre ferite, le nostre speranze. Maria non delude. È madre. E una madre non dimentica mai il volto dei suoi figli.

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