Il turismo delle radici volano di sviluppo per i nostri territori

Ritornare da dove si è partiti, riscoprire la storia, le tradizioni, la bellezza dei luoghi in cui si è nati e cresciuti, quei luoghi ai quali si è detto “arrivederci” ma che, impressi nei cuori di og...

A cura di Redazione
04 dicembre 2023 14:00
Il turismo delle radici volano di sviluppo per i nostri territori -
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Ritornare da dove si è partiti, riscoprire la storia, le tradizioni, la bellezza dei luoghi in cui si è nati e cresciuti, quei luoghi ai quali si è detto “arrivederci” ma che, impressi nei cuori di ogni emigrato, si ha voglia di riscoprire, di ritrovare, di conoscere di nuovo.

Lo chiamano “Turismo delle Radici” ed ha ormai preso piede in tutta Italia, soprattutto al sud.
Si tratta di un’offerta turistica strutturata attraverso appropriate strategie di comunicazione, che coniuga alla proposta di beni e servizi del terzo settore (alloggi, eno-gastronomia, visite guidate) la conoscenza della storia familiare e della cultura d’origine degli italiani residenti all’estero e degli italo-discendenti che, vale la pena ricordarlo, sono stimati in un bacino di utenza che sfiora gli 80 milioni di persone.

Insomma, un giro d’affari e di sviluppo non indifferente che guarda anche al futuro e all’ occupazione, in particolare a quella giovanile, proprio in aree colpite da progressivo spopolamento, che sono quelle di predilezione per il turista delle radici. Negli ultimi anni, complice anche la volontà da parte della politica di risvegliare il desiderio di ritorno degli italiani all’estero, si sta puntando molto su questo nuovo modo di pensare e proporre il Bel Paese.
Il 2024 sarà addirittura l’ “Anno delle radici italiane” e proprio per questo si stanno susseguendo una serie di iniziative promosse da Governo centrale, enti locali ma soprattutto associazioni e imprenditori. Le opportunità sono tante e potrebbero trasformarsi in volano di sviluppo in modo particolare per il Mezzogiorno.

Ma cosa cercano gli italiani emigrati che tornano come turisti? Prima di tutto vogliono riscoprire le proprie radici perché sono fortemente legati alla terra dei propri avi, poi per apprezzare la cucina.

Proprio questo sembra essere uno dei punti di forza del turismo delle radici. I visitatori acquistano e consumano prodotti agroalimentari italiani anche al ritorno dopo il viaggio (oltre il 61% li ha acquistati negli ultimi 6 mesi e oltre la metà li ha consumati anche più volte a settimana) e li promuovono presso parenti e amici una volta tornati a casa (più dell’87% del totale).

Un passaparola che vale oro per l’Italia e soprattutto per la Calabria. La nostra regione si sta mostrando pronta, preparata e anche attrezzata a questo nuovo modo di fare turismo. Le esperienze positive sono tante e riguardano soprattutto i piccoli borghi.

Nella nostra provincia a Carfizzi, Santa Severina e Melissa si vivono quasi quotidianamente esperienze interessanti che vedono protagonisti i nostri concittadini emigrati. Si tratta di modelli virtuosi di accoglienza e anche programmi concreti da studiare per pensare al turismo delle radici come il nuovo modo per destagionalizzato il turismo sia sulla costa che nelle aree internee montane.

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