Il Circolo per l’Ambiente IBIS lancia un appello alla cittadinanza: “Aiutateci a censire i pesci alieni”

Il Mediterraneo si tropicalizza: l'allarme specie aliene. Necessari "occhi in mare" per difendere ambiente e salute pubblica

A cura di Redazione
16 luglio 2025 16:15
Il Circolo per l’Ambiente IBIS lancia un appello alla cittadinanza: “Aiutateci a censire i pesci alieni” -
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 Il Mar Mediterraneo sta subendo una profonda trasformazione, e le sue acque sempre più calde non sono l'unico segnale. La tropicalizzazione del nostro mare sta portando con sé un numero crescente di specie aliene (NIS - Non Indigenous Species), con potenziali gravi impatti sull'ecosistema e sulla salute pubblica. Un fenomeno che richiede un monitoraggio costante e la partecipazione attiva di tutti.

L'invasione delle specie aliene: un problema in crescita

Come sottolineano Girolamo Parretta, Presidente IBIS, e il Prof. Francesco Tiralongo dell'Università di Catania, la necessità di "occhi in mare" è più che mai urgente. Le specie aliene, tra cui pesci, invertebrati e vegetali provenienti da mari tropicali, sono giunte nel Mediterraneo principalmente attraverso il Canale di Suez, ampliato nel 2016. I dati di ISPRA parlano chiaro: sono almeno 837 le specie non indigene nel Mediterraneo (il 5% della biodiversità totale), e tra i pesci questa percentuale sale vertiginosamente al 20%.

Tra i "nuovi ospiti", uno in particolare sta suscitando preoccupazione: il pesce scorpione (Pterois miles). Bello e appariscente, con le sue pinne piumate, è tuttavia dotato di spine velenose. Ufficialmente classificato come specie invasiva (IAS), la sua rapida espansione rappresenta una minaccia per la biodiversità locale, la salute pubblica e persino l'economia.

"Attenti a quei 4!": la citizen science scende in campo

Per contrastare questa minaccia, è nata la campagna nazionale “Attenti a quei 4!”, promossa da ISPRA e CNR-IRBIM nell'ambito del progetto "AlienFish". Questo progetto non solo monitora le specie aliene, ma si dedica anche allo studio delle specie ittiche rare, avvalendosi della citizen science. Un modello di "scienza partecipata" che coinvolge direttamente pescatori, appassionati di mare, subacquei e fotografi naturalisti, i quali, con le loro segnalazioni e documentazione, contribuiscono attivamente alla ricerca scientifica.

«Si tratta di un progetto che, da quando è stato avviato localmente nella Sicilia sudorientale nel 2011, è cresciuto parecchio (soprattutto grazie al web), espandendosi in tutta Italia e portando a notevoli risultati scientifici», dichiara il Prof. Francesco Tiralongo. La gestione locale è affidata a giovani ricercatori, mentre a livello più ampio è stata costruita una rete di cooperazione con altri enti nazionali e internazionali.

Il Circolo per l’Ambiente IBIS, tra i primi ad aderire all’iniziativa, invita tutti – pescatori, subacquei, operatori del mare e semplici cittadini – a segnalare la presenza di quattro specie aliene potenzialmente pericolose:

  • Pesce scorpione (Pterois miles)
  • Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus)
  • Pesce coniglio scuro (Siganus luridus)
  • Pesce coniglio striato (Siganus rivulatus)

Le segnalazioni, anche con semplici foto o video da smartphone, possono essere inviate tramite:

  • WhatsApp al numero +320 4365210
  • Il sito della campagna “Attenti a quei 4!”
  • Facebook nei gruppi Oddfish e Fauna Marina Mediterranea usando l’hashtag #Attenti4
  • Circolo Ibis segreteria 349 4674358

Il mare ha bisogno dei vostri occhi

“La minaccia non è solo ecologica, ma coinvolge anche la salute pubblica – spiega Girolamo Parretta, presidente del Circolo IBIS –. Alcune di queste specie possono essere velenose o tossiche, altre causano squilibri nell’ecosistema. Abbiamo bisogno della collaborazione attiva della cittadinanza: chi avvista o cattura uno di questi pesci, lo segnali. Anche uno scatto può diventare uno strumento di ricerca e prevenzione.”

Il pesce scorpione nel Mediterraneo: un'espansione preoccupante

Le prime segnalazioni del pesce scorpione nel Mediterraneo risalgono agli anni ’90 in Israele. Dopo un periodo di apparente assenza, la specie è ricomparsa nel 2012 in Libano, per poi espandersi rapidamente in Turchia, Cipro, Grecia e infine in Italia. In soli dieci anni, le segnalazioni nel Mediterraneo sono passate da 230 a 1.840 casi (marzo 2025).

In Italia, il primo avvistamento ufficiale è del 2016 a Vendicari (Sicilia), seguito da nuove segnalazioni nel basso Adriatico nel 2019-2020 (Puglia e Albania). Tra il 2023 e il 2025 sono stati documentati ben 16 esemplari nello Stretto di Messina e lungo le coste ioniche della Calabria e Puglia, confermando il Mar Ionio come area a maggiore rischio. Anche la Croazia è oggi coinvolta, con 122 esemplari avvistati tra giugno 2024 e gennaio 2025.

Predatori efficienti, ecosistemi fragili

“Il pesce scorpione è un predatore opportunistico estremamente efficiente – afferma il prof. Francesco Tiralongo, biologo marino e docente all’Università di Catania –. Si nutre di almeno 13 specie, spesso più velocemente di quanto le sue prede possano riprodursi. Inoltre ha pochissimi nemici naturali, come alcune cernie e polpi, e può vivere fino a 300 metri di profondità. Ha una spiccata capacità di adattamento, si riproduce due volte l’anno ed è in grado di sopravvivere anche in acque più fredde, come quelle dell’Adriatico. Studiare e monitorare questa specie è essenziale per mitigare i danni all’ecosistema e prevenire rischi per la salute umana.”

Come contrastare la minaccia? Pesca e partecipazione

Oltre al monitoraggio scientifico, una delle strategie più efficaci può essere la pesca attiva, come già avviene in altre nazioni. A Cipro, ad esempio, nel 2019-2020 sono stati catturati 300 pesci scorpione in tre giorni in un’area marina protetta, e oggi il 20% dei ristoranti locali lo serve come piatto tipico, grazie alla sua carne ottima, simile a quella degli scorfani.

Ma servono anche azioni locali e partecipazione collettiva. Il Circolo IBIS, per contribuire attivamente alla ricerca, organizzerà uscite in mare con la propria imbarcazione da ricerca scientifica “Lady Anna S” e attività di snorkeling alla ricerca dei pesci alieni in collaborazione con l'Area Marina Protetta di Capo Rizzuto. L'obiettivo è censire le specie aliene, primo tra tutti il pesce scorpione, fornendo ai partecipanti strumenti per riconoscerle e segnalarle.

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