Gioco d'azzardo patologico, i numeri sono alti in provincia di Crotone
Crotone – Sono diversi anni che è presente sul territorio il progetto Hermes, con finalità di contrasto al gioco d’azzardo patologico, informazione, prevenzione e cura. I numeri in provincia di Croton...

Crotone – Sono diversi anni che è presente sul territorio il progetto Hermes, con finalità di contrasto al gioco d’azzardo patologico, informazione, prevenzione e cura. I numeri in provincia di Crotone non sono bassi, e i dati e il servizio che si svolge presso il Sert di via Parini sono stati presentati questa mattina presso il Palazzo della Provincia. “Se pensiamo alle ventidue persone seguite attualmente, i numeri vanno moltiplicati per mille se pensiamo a quante persone sono a testa alta nelle tabaccherie per il 10 e lotto”.
Presenti il Direttore sanitario dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone Pasquale Mesiti, il direttore del Sert Giuseppe Palucci, il dottore Paolo Sesti del Dipartimento di Salute Mentale, e Gregorio Mungari Cotruzzolà dell’Agorà Kroton.
Sono stati illustrati gli interventi e le azioni a servizio del territorio, dall’informazione e comunicazione sul gioco d’azzardo patologico ai servizi attivati a sostegno e supporto delle persone affette dalla patologia. Il “Progetto Hermes – Se questo è un gioco” è a cura dell’Asp di Crotone, in collaborazione con la Coop. Sociale Agorà Kroton, l’Associazione CAST, la Fondazione Exodus e Co.Ri.S.S.
“L’azienda ospedaliera viene in supporto alle persone affette con la psicoterapia individuale con l’utente – ha spiegato il direttore del Sert Giuseppe Palucci – e poi vi è un gruppo di mutuo aiuto che fa sì che le persone si incontrino. Persone che hanno lo stesso problema, e che comunicano tra loro le strategie; strategie che poi vengono divulgate a chi verrà dopo di loro”.
Presente anche un aiuto anche per le famiglie dei giocatori poichè, come spiegato dal direttore sanitario dell’ospedale il gioco d’azzardo non è solo una questione individuale: “L’azienda sanitaria entra in aiuto dopo una segnalazione individuale, o della famiglia o degli assistenti sociali – ci dice il direttore Pasquale Mesiti – con questo progetto vogliamo portare le informazioni su questo disturbo in altre istituzioni come nella scuola, in maniera tale da promuovere dibattiti, vogliamo portare questa situazione dai commercianti o altri enti. E’ importante divulgare questo fenomeno, perchè le persone devono sapere che non si troveranno da sole”.
Al momento ci sono ventidue persone che stanno seguendo i percorsi di recupero, dieci inseriti nei gruppi di auto aiuto aiuto, tre persone invece inserite in percorsi residenziali: “Staccando la persona dal suo contesto familiare per seguirlo – ha aggiunto Gregorio Mungari Cotruzzolà di Agorà Kroton che ha fornito dei dati – tredici percorsi sono in percorsi di sostegno individuale, e due percorsi invece sono dedicati alla famiglie”.
Diversi gli attori che nella campagna iniziata qualche anno fa sono coinvolti, a partire dai medici di base, i servizi sociali comunali, ma anche le parrocchie e le scuole, una rete che ha il compito di parlare di gioco d’azzardo patologico, ma che fa conoscere i diversi servizi e percorsi terapeutici presenti sul territorio crotonese.
“Noi ci facciamo carico della componente psicologica – ha concluso Paolo Sesti del dipartimento di Salute Mentale- perchè poi si aggiungono altri problemi. Un soggetto adulto quasi sempre perde la famiglia e i minori subiscono in maniera seria tutte le ricadute”.