(Foto Gallery) Crotone - Gerace (Sport System): «Con il campo di Tufolo abbiamo restituito i ricordi a tanti ragazzi»

Crotone – Incontriamo Vincenzo Gerace, amministratore della società Sport System e installatore e distributore unico di Italgreen per Calabria, Basilicata e Sardegna, e con lui parliamo dei tanti imp...

A cura di Redazione
10 luglio 2024 19:00
(Foto Gallery) Crotone - Gerace (Sport System): «Con il  campo di Tufolo abbiamo restituito i ricordi a tanti ragazzi» -
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Crotone – Incontriamo Vincenzo Gerace, amministratore della società Sport System e installatore e distributore unico di Italgreen per Calabria, Basilicata e Sardegna, e con lui parliamo dei tanti impianti sportivi in sintetico che si stanno realizzando nella città e nella provincia di Crotone, molti dei quali, almeno sei, vengono fatti proprio dall’azienda di Gerace.

«Abbiamo finito adesso il campo di Tufolo, noi abbiamo curato il manto erboso del campo di calcio che è stato omologato dalla Lega Nazionale Dilettanti. Quindi parliamo di un campo regolarmentare, 100% riciclabile, ecogreen. Noi siamo una delle prime aziende italiane come produttori di erba sintetica con questa nuova tecnologia ecogreen. Insieme a Crotone abbiamo fatto anche Scandale e Rocca di Neto, stessa tecnologia e stessa omologazione che porterà ad altri sue campi regolamentari nella provincia di Crotone. Adesso siamo su Cirò Marina, dove stiamo realizzando un secondo campo per conto del Comune; Cutro e Cirò».

Cantieri importanti la cui realizzazione è il frutto di un buon lavoro di squadra.

«Assolutamente si, e ne approfitto per ringraziare la Chisari Costruzioni, nelle persone di Giuseppe e Salvatore Chisari, che ha preso l’appalto e curato queste opere nei minimi particolati, dalla realizzazione dei sottofondi, alla opere complementari. E questo è stato fatto sia per il campo di Tufolo, che per quelli di Scandale e Cirò Marina».

Al di là del lavoro tecnico, la rigenerazione di alcuni campi di calcio assume un valore che va oltre l’impianto stesso. La tua azienda, con questi lavori, restituisce alla gente uno spazio, o un campo come lo chiamavamo una volta, luoghi di ricordi. Ne hai consapevolezza?

«Con il campo di Tufolo se non l’avessi avuta, questa consapevolezza me la sarei creata. Tanti ragazzi, tante persone sono venute a trovarci mentre stavamo facendo i lavori, e ci hanno raccontato i loro primi calci su quel campo. Uno tra tutti è venuto Antonio Galardo che ha gioito quando ha visto stendere il manto erboso su quel campo che lo ha visto crescere, era proprio il suo campo che riprendeva vita. Anche io, quando ero giovane, venivo spesso in questa struttura a vedere i miei amici giocare. Questo è un campo che esprime emozioni. So che con questo lavoro abbiamo restituito i ricordi a tanti che hanno fatto il calcio a Crotone».

Comprendo dalle tue parole che non è il primo lavoro che ha suscitato queste emozioni.

«La stessa cosa sta succedendo con i lavori alla palestra del Liceo Classico, che stiamo rifacendo ora. In tanti ci vengono a raccontare le loro esperienze di ragazzi e di studenti proprio in quello spazio. Ci piace quando ci commentano il cantiere».

Torniamo sul tuo lavoro, dal punto di vista tecnico, qual è la caratteristica particolare di questi nuovi terreni da gioco?

«Sono terreni che oggi, dopo tanti anni di studi e di sviluppi, sono sempre più simili all’erbetta naturale. Terreni che hanno prestazioni tecniche molto elevate. Campi su cui si può giocare per 24 ore al giorno, esenti da manutenzione, che rispetto ad un campo naturale è veramente poca roba. La manuntenzione ordinaria richiede una spazzolata a settimana, un’ora di tempo. La straordinaria si fa una volta all’anno, se ce n’è bisogno. Sono dei campi molto avanti rispetto ad un campo in erba naturale. E oggi ancora di più con i “microgranuli” che potranno essere utilizzati soltanto fino al 2031, noi stiamo già utilizzando un’altra tencologia che si basa sull’utilizzo Geofill, 100% naturale e vegetale. Quindi alte prestazioni, investimento iniziale consistente e abbattimento dei costi di manutenzione. In più il vantaggio che su terreni di questo tipo puoi farci di tutto senza che si rovinino, come i concerti, a differenza di un terreno naturale che per esempio può essere utilizzato soltanto tre o quattro volte a settimana».

Che vita ha un campo in erba sintetica?

«Di media dieci anni. Ogni tre anni si deve procedere al controllo della LND per l’omologazione, per garantire che il terreno mantenga le sue caratteristiche tecniche e prestazionali, così da evitare che il giocatore abbia danni muscolari».

Ma secondo te il mondo dello sport va definitivamente verso l’utilizzo del sintetico?

«Si! Può sembrare brutto a dirlo, ma l’erba naturale è destinata a sparire in questo settore, soprattutto in territori come il nostro dove soffriamo il dramma della siccità. Ci accorgiamo nel piccolo che questa tendenza sta oramai prendendo piede. Chi ha il giardino a casa inizia ad avere il problema dell’acqua e la mancanza di questa risorsa, spinge all’utilizzo del sintetico che non ti crea più problemi. Noi abbiamo realizzato il primo campo di calcio nel 2006 a Novara, uno stadio omologato per la Serie A. Ora il novara ha deciso di rifare il campo e ha confermato l’uso del sintetico».

Programmi futuri?

«Siamo un po’ ovunque, stiamo facendo, ringraziando Dio, tanti lavori. Stiamo spingendo molto sul Padel, noi siamo a 360° sulle pavimentazioni sportive, con tutti i materiali di ultima generazione».

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