False invalidità per ottenere pensioni INPS: 51 indagati a Reggio Calabria, smascherata maxi truffa

Smascherata truffa ai danni dell’INPS: false invalidità per ottenere pensioni, coinvolti 51 indagati tra cui due promotrici già note

A cura di Redazione
30 luglio 2025 08:15
False invalidità per ottenere pensioni INPS: 51 indagati a Reggio Calabria, smascherata maxi truffa -
Condividi

Una rete organizzata di frodi ai danni dello Stato per ottenere pensioni e assegni di invalidità civile è stata smantellata dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Reggio Calabria, che ha notificato 51 avvisi di conclusione delle indagini preliminari e le relative informazioni di garanzia.

Si tratta di un’indagine articolata, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Capo f.f. Giuseppe Lombardo, che ha portato alla luce una truffa sistematica e pianificata, messa in atto attraverso falsi documenti medici e perizie manomesse.

Tutto è partito da una denuncia di un perito del Tribunale

L’operazione nasce da una denuncia presentata da un consulente tecnico incaricato dal Tribunale - Sezione Lavoro di Reggio Calabria. Il perito, insospettito dalla documentazione medica allegata a un ricorso per invalidità, ha segnalato l’inattendibilità di alcune certificazioni, asseritamente rilasciate da strutture sanitarie pubbliche.

Da lì, sono partite le indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, che hanno portato all’individuazione dei 51 soggetti indagati, tutti residenti nel territorio reggino e accusati di falso ideologico e materiale, nonché di utilizzo di atti falsi per ottenere indebitamente prestazioni previdenziali.

Documenti falsi per ingannare i periti e il Tribunale

Nel corso delle indagini, i finanzieri hanno sequestrato documenti di identità, istanze INPS e certificazioni sanitarie contraffatte. Alcuni certificati medici, firmati da professionisti, sono stati disconosciuti dagli stessi medici ascoltati come testimoni.

È emerso che, in numerosi casi, i soggetti, dopo un primo rigetto da parte dell’INPS, presentavano ricorso al Tribunale allegando documenti falsi, prodotti con l’intento di trarre in inganno i consulenti tecnici nominati dai giudici. Questi, basandosi sulla falsa documentazione, concludevano le perizie certificando patologie invalidanti o riduzioni permanenti della capacità lavorativa, inducendo il Tribunale ad accogliere le richieste di invalidità.

Al centro della truffa madre e figlia, già ai domiciliari nel 2022

Due donne, madre e figlia, già arrestate nel maggio 2022 per reati analoghi, risultano essere le principali artefici della frode. Secondo gli inquirenti, avrebbero orchestrato le pratiche illegali avvalendosi della complicità di un dipendente infedele dell’INPS.

Quest’ultimo avrebbe effettuato accessi abusivi alle banche dati dell’Istituto, in assenza di autorizzazioni ufficiali, fornendo informazioni riservate sulle posizioni previdenziali di potenziali beneficiari, favorendo così la manipolazione dei ricorsi.

Il danno all’erario e il rischio di reiterazione

L’impianto fraudolento, oltre a sottrarre fondi pubblici destinati ai veri bisognosi, ha prodotto un danno significativo all’erario. Le indagini proseguono per quantificare l’ammontare esatto del denaro indebitamente percepito.

Nel frattempo, le posizioni dei 51 indagati sono ora al vaglio della magistratura, in attesa delle decisioni che verranno adottate alla luce delle prove raccolte. L’intervento tempestivo della Guardia di Finanza ha evitato ulteriori frodi e bloccato l’erogazione di trattamenti illeciti.

Segui CalabriaOk