Emergenza incendi in Calabria, Crotone fa scuola: tecnologia e censimenti contro i roghi
Droni, censimenti e prevenzione: Crotone attiva il nuovo piano antincendio con Carabinieri, Prefettura e Regione Calabria

È pienamente operativo il nuovo piano provinciale antincendio predisposto dalla Prefettura di Crotone, sotto la guida della dottoressa Franca Ferraro, e realizzato in stretta collaborazione con i Carabinieri Forestali. Il piano è stato illustrato e discusso nel corso di una conferenza stampa presso la sala del Comando provinciale dei Carabinieri di Crotone.
Secondo quanto spiegato dal comandante provinciale dei Carabinieri Raffaele Giovinazzo, si tratta di una strategia che non punta solo al contrasto attivo degli incendi, ma che si fonda su una capillare attività di prevenzione, sulla mappatura del rischio e sul censimento dettagliato delle risorse disponibili. Presenti all’incontro anche Donatello Cirillo, colonnello comandante del Gruppo Forestale di Catanzaro e Crotone in sede vacante, il capitano Alice Manti, comandante del Nipaf (nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale) di Crotone, e il tenente Riccardo Nota Cerasi, comandante del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Crotone.
Il territorio provinciale è stato suddiviso in tre compartimenti operativi, corrispondenti alle compagnie di Cirò Marina, Petilia Policastro e Crotone. In ciascuna area sono state individuate le zone maggiormente a rischio, sulla base di criteri che comprendono dati statistici, morfologia del territorio e frequenza storica degli eventi incendiari. Particolare attenzione è stata riservata all’area petilina, caratterizzata da un’estensione boschiva particolarmente significativa.
Fondamentale in questo piano è la collaborazione tra le stazioni territoriali dell’Arma e i Carabinieri Forestali, che operano in stretta sinergia grazie anche al supporto delle più recenti tecnologie. Il progetto regionale “Tolleranza Zero”, in questo senso, rappresenta un pilastro: consente il monitoraggio costante del territorio attraverso droni, telefoni satellitari e software di analisi del rischio. Ogni giorno, ha spiegato il colonnello Cirillo, circa 60 droni sorvolano la Calabria, con particolare attenzione alle aree già classificate come a elevato rischio. Le immagini raccolte in tempo reale vengono analizzate nella centrale operativa regionale, dove i militari possono anche attivare sanzioni in differita, basandosi sulle evidenze documentate.
Dal mese di aprile, ogni stazione dei Carabinieri ha predisposto una scheda di rilevamento territoriale, uno strumento di raccolta dati che consente di avere un quadro aggiornato sulla presenza di mezzi antincendio, punti di prelievo d’acqua, presidi volontari, ordinanze comunali e catasti incendi. «Con questo censimento – ha spiegato il comandante Giovinazzo – siamo riusciti a spingere i Comuni ad aggiornare le proprie banche dati e a dotarsi delle risorse necessarie».
Giovinazzo ha inoltre ricordato l’incendio del 25 luglio 2023 a Strongoli, che minacciò una stazione di servizio e la caserma dei Carabinieri. «Quell’esperienza – ha detto – ci ha insegnato quanto sia fondamentale conoscere il territorio. Ora ogni comandante di stazione sa esattamente dove intervenire e con quali mezzi». Ha inoltre sottolineato come l’algoritmo regionale che gestisce le priorità per l’invio dei mezzi aerei – come i Canadair – si basi su valutazioni dinamiche. «Spesso – ha aggiunto – non c’è un solo incendio, ma decine contemporaneamente, e in quel momento bisogna scegliere dove agire».
A rendere ancora più preoccupante la situazione, secondo la prefetta Ferraro, è la presenza di piromani seriali, ma anche motivazioni decisamente singolari: «Abbiamo scoperto che alcuni incendi sono appiccati per favorire la crescita di erbe selvatiche da utilizzare in cucina», ha affermato con evidente sconcerto.
Secondo quanto riferito dalla capitano Alice Manti, illeciti molto diffusi sono quelli legati al pascolo in aree percorse dal fuoco, spesso praticati da pastori inconsapevoli del divieto. «Nel solo territorio di Cirò – ha riferito – nel primo semestre del 2024 sono state elevate sanzioni per un totale di 1.530 euro». Ha poi citato un grave incendio avvenuto nel mese di aprile 2024 nel territorio di Crotone, con un’estensione stimata in 65 campi di calcio. L’incendio, di natura dolosa, è stato accertato grazie al metodo delle evidenze fisiche, una tecnica investigativa che analizza le tracce lasciate dal fuoco per individuare il punto esatto di innesco.
Il colonnello Cirillo, nel suo intervento, ha illustrato come nel 2024 si siano registrati più eventi incendiari rispetto al 2023, ma con una superficie boscata colpita simile a quella dell’anno precedente. Un dato che, secondo l’Arma, dimostra una maggiore tempestività negli interventi. Cirillo ha inoltre evidenziato l’importanza del controllo delle banchine stradali e dei fondi privati, spesso causa di incendi colposi a causa dell’incuria o dell’abitudine a bruciare residui vegetali. «Grazie all’impiego dei droni – ha concluso – sono state elevate centinaia di sanzioni amministrative. E anche in differita, quando abbiamo raccolto elementi documentali sufficienti».
Il piano prevede infine anche un rafforzamento della presenza investigativa nella Sala Operativa Unificata Permanente regionale, dove un militare dell’Arma è incaricato di raccordare gli interventi, garantendo la massima rapidità nelle risposte operative. Un dispositivo che si dimostra fondamentale sia per lo spegnimento tempestivo sia per l’avvio immediato delle attività investigative.
Nel cuore dell’estate calabrese, segnata ormai ogni anno dal dramma degli incendi, la provincia di Crotone mostra così di voler affrontare l’emergenza con una strategia articolata, tecnologicamente avanzata e basata su prevenzione, deterrenza e repressione.