Crotone, sit-in di Rete 26 febbraio davanti la Prefettura: "Basta morti nel Mediterraneo"
Crotone – La pioggia e il freddo non ha fermato il sit in davanti la Prefettura, uno dei tre in Calabria (Reggio Calabria e Vibo) nati dalla mobilitazione civica Rete 26 febbraio-La Calabria per i dir...

Crotone – La pioggia e il freddo non ha fermato il sit in davanti la Prefettura, uno dei tre in Calabria (Reggio Calabria e Vibo) nati dalla mobilitazione civica Rete 26 febbraio-La Calabria per i diritti umani dopo il naufragio di domenica scorsa che ha causato, per ora, la morte di 70 persone (poche ore fa il ritrovamento di un altro bambino, leggi qui).
L’appuntamento non si è svolto solo in Calabria, ma anche a Milano, Como e altre città d’Italia. L’associazione Sabir insieme al Forum Terzo Settore di Crotone ha proposto questa iniziativa affinchè il Mediterraneo non sia più “il cimitero d’Europa” e la Rete 26 febbraio vede la partecipazione di associazioni, comitati, sindacati, Ong e cittadini per chiedere alle istituzioni competenti “risposte immediate e concrete alle istanze dei familiari”.
“Non è venuto nessuno dal Governo per darci risposte il prima possibile – è l’appello di un migrante che vive in Italia da sei anni – io per chiedere documenti devo andare ovunque, ma non ho risposte dal Governo, da nessuno, per cercare ad esempio un certificato. Vogliamo il diritto di essere umani, pensate a quante persone sono preoccupate per i loro dispersi”.
La richiesta è di “cercare ancora i corpi sono nel mare, perchè se passa troppo tempo sarà difficile per i familiari. Vogliamo l’attenzione del Governo italiano, mi appello a lei signor presidente”. Poi si è rivolto ai presenti: “Io lavoro, noi tutti vogliamo una vita normale come noi, non dovete avere paura come dice qualcuno”.
La Rete 26 Febbraio con un documento ha fatto sapere di continuare “a garantire supporto ai familiari e ai superstiti, e pretendiamo finalmente una politica comune europea di soccorso, accoglienza e asilo congiunta ed effettiva tra tutti i Paesi. E che non ci siano più disparità nell’accoglienza dei profughi, da qualsiasi parte del mondo e guerra scappino”.
“Siamo qui per dire basta alle morti in mare, basta ai corpi di bambini affogati a pochi metri dalle nostre coste, non è più tollerabile, lo dico non come Terzo Settore o mamma – sono le parole durante il sit in di oggi pomeriggio di Manuelita Scigliano, Portavoce del Forum Terzo Settore – non si possono criminalizzare le vittime e non si può dare colpe alle mamme per la tragedia che è avvenuta, è umanamente impossibile”.
Presenti alcuni familiari delle vittime del naufragio di Steccato di Cutro: “Queste famiglie sono venute qui da una settimana e chiedono risposte, ovvero i rimpatri dei corpi dei loro familiari e il ricongiungimento con i superstiti. Queste pratiche devono essere velocizzate. Da molti giorni noi del Terzo Settore siamo al PalaMilone senza nessun tipo di informazione”.
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