Crotone - "Il Posto segreto", intenso monologo su Rita Atria al Teatro KROMA
Crotone – Il 23 marzo presso l’Accademia di Teatro e Musica “KROMA” è stato rappresentato il monologo “Il posto segreto”, liberamente ispirato a una storia vera. Sei classi del Liceo “Pitagora”, accom...

Crotone – Il 23 marzo presso l’Accademia di Teatro e Musica “KROMA” è stato rappresentato il monologo “Il posto segreto”, liberamente ispirato a una storia vera. Sei classi del Liceo “Pitagora”, accompagnate dai propri docenti, hanno preso parte all’iniziativa volta a sensibilizzare gli studenti e le studentesse sul fenomeno della mafia e delle sue vittime innocenti. Lo spettacolo è stato incentrato sulla storia di Rita Atria, giovane collaboratrice di giustizia proveniente da una famiglia mafiosa, interpretata dall’attrice Milena Tassone. Dopo gli omicidi del padre e del fratello, la ragazza decise di rompere il “muro” dell’omertà e denunciare tutti gli episodi mafiosi di cui era a conoscenza. Scelse di affidare la propria vita e le proprie parole al giudice Paolo Borsellino, con il quale aveva instaurato anche un rapporto di affettuosità quasi familiare, tant’è che iniziò a chiamarlo “zio Paolo”.
La vita da testimone è stata dura, in quanto fu costretta a vivere quasi segregata in un appartamento romano, ma la sua sete di giustizia fu implacabile. Continuò a lavorare insieme al giudice e gli confessò tutta la barbarie che il suo paese siciliano aveva affrontato a causa delle continue guerre tra i clan locali. Nell’animo di Rita convivevano il timore di essere rintracciata e assassinata dalla mafia e il desiderio di potersi ricostruire una vita nella città di Roma, insieme al giovane ragazzo che aveva incontrato in piazza San Pietro e di cui si era innamorata profondamente. Un giorno, però, nel luglio del 1992, poco tempo dopo la morte del collega e amico Giovanni Falcone, anche Borsellino, nei pressi della casa materna in Via D’Amelio, perse la vita a causa del tritolo posizionato vicino all’auto da uomini di “Cosa Nostra”. Rita Atria, dopo aver appreso la notizia del decesso del suo caro “zio Paolo”, crollò in una tragica crisi interiore, perse ogni speranza rimasta e, infine, si tolse la vita lanciandosi dal balcone della sua casa romana in Viale Amelia, all’età di diciassette anni. Nel monologo teatrale finale la protagonista evidenzia per sé (se avesse potuto vivere ancora nella realtà) e per il pubblico la capacità di dare un senso alla propria esistenza a partire dalle passioni, dagli amori fioriti, dall’incessante necessità di conoscere la verità, dagli ideali in cui credeva fortemente e dalla speranza di raggiungere la pienezza interiore. Al termine dello spettacolo sono intervenute Antonia Gualtieri, che ha scritto il testo insieme a Dino Scuderi, e l’attrice Milena Tassone; a entrambe gli studenti del Liceo hanno destinato complimenti ed elogi, tanto per la parte recitata quanto per la sceneggiatura. Hanno rivolto loro anche domande in merito alla scelta dell’impersonificazione teatrale di una coraggiosa e impavida vittima della mafia.
Antonio Lumare e Francesco Iona,
classe III A.
