Crotone - Don Ruggero Pinton, primo parroco di Fondo Gesù: «Il mio primo amore, la gente del quartiere mi ha insegnato tanto»
Crotone – All’epoca erano un’unica parrocchia: San Francesco da Paola, Sant’Antonio da Padova e Fondo Gesù. Tre quartieri operai, con un comune denominatore: la prima missione della Pia Società San Ga...

Crotone – All’epoca erano un’unica parrocchia: San Francesco da Paola, Sant’Antonio da Padova e Fondo Gesù. Tre quartieri operai, con un comune denominatore: la prima missione della Pia Società San Gaetano, di Vicenza. Fu un’intuizione del Vescovo dell’epoca, Monsignor Pietro Raimondi, chiamare don Ottorino Zanon per portare i suoi sacerdoti veneti nei tre quartieri crotonesi. «Sono stato mandato da don Ottino Zanon, subito dopo esser stato ordinato sacerdote, la mia prima parrocchia, il mio primo amore». Ce lo ha detto stamane il primo parroco della Chiesa del Santissimo Salvatore in Fondo Gesù, don Ruggero Pinton, della Pia Società San Gaetano. Capelli biondi e occhi azzurri, dal Veneto scese a Crotone. Era giovanissimo e destinato ad una missione in Guatemala. Ma c’era bisogno a Crotone di giovani sacerdoti, e don Ottorino scelse lui.
Oggi, come avevamo già anticipato nei mesi scorsi, il campetto e anche la casa con le altre aree, sono state rase al suolo. Demolizione come prevista dal Contratto di quartiere sottoscritto nel 2005 e così come concordato con i parroci che si sono susseguiti nel tempo. Le ruspe hanno buttato giù la vecchia chiesa il vecchio oratorio. Rimangono per ora i vecchi cancelli e i muri esterni di recinzione, con l’incisione “Parrocchia Santissimo Salvatore Fondo Gesù“.
«Prima di me c’erano Don Marcello e Don Bruno, e Don Luigi Sminderle. Don Marcello era parroco di tutte e tre le chiese, ma quando Fondo Gesù fu costituita come parrocchia, io ne sono stato il primo parroco», ci racconta ancora. Lo abbiamo incontrato questa mattina presso la Chiesa dell’Immacolata a Crotone, dove ha celebrato la messa delle 10,30. Don Ruggero, gaetanino, torna spesso nella nostra e sua città: «Fondo Gesù è stato il mio primo amore». Ce lo ha ripetuto più volte.
«Sono stato parroco a Fondo Gesù, e ho esultato di gioia perchè ormai mi ero innamorato di questa chiesa, di questo quartiere. Dopo mi hanno mandato in Guatemala. Di Fondo Gesù ricordo la spontaneità della gente e la sapienza dei poveri. Poveri sì, ma con un grande senso della pulizia. Mi ricordo delle scale in un palazzo, e uno scalino era rotto in attesa che venisse aggiustato. C’era gente dignitosa, nonostante quello scalino rotto si sentiva l’odore della varichina».
Ha imparato diverse cose a Crotone, come il dialetto: «La gatta presciarola ha fatt i figgh cicat”: questa sapienza mi piaceva, perchè era in sintonia col Vangelo».
Con il quartiere Fondo Gesù, e Crotone, c’è ancora un legame molto forte, nonostante siano passati tanti anni, e quei capelli biondi non ci siano più: «Non mi sarei mai aspettato, da uomo del Nord, di innamorarmi del Sud. Il meridione mi ha insegnato ad esprimere i sentimenti. La sapienza del Sud e la filosofia del Sud mi hanno insegnato tanto, come la generosità delle persone di Crotone. Certo la non curanza e l’egoismo di certe persone del meridione mi feriscono e fanno arrabbiare, ma la generosità, accompagnate dal sentimento, è particolare. Mi toccava rifiutare gli inviti a pranzo, nelle case della brava gente di Fondo Gesù. Erano veramente troppi».
Fondo Gesù una scuola non solo sacerdotale, ma di vita: «Mi ha completato, mi ha insegnato ad essere me stesso. Certamente mi sono stati d’aiuto la famiglia, i genitori, don Ottorino, ma mi è stato di molto aiuto ad esempio anche il cammino neocatecumenale, che se fatto bene produce molti frutti nella persona, prima di tutto nel sentirti bene come persona. E quando uno si sente bene come persona, tira il meglio di sè stesso».
Poi un ricordo particolare: «Ricordo un uomo di 104 anni, era vedevo. Voleva celebrata una messa per la moglie, mi dà l’offerta dicendomi: “U va manciat annavota”. All’inizio non capivo, ma poi risposi: “Va bene, la dirò bene”. Lui rispose: “Non come certi previti che in quindici minuti sa mancian a missa”. Un uomo di 104 anni voleva una messa detta bene. Come il detto crotonese: “A gatta presciarola ha fatt i figgh cicat”. Le cose belle si fanno bene».
Abbiamo concluso la nostra chiacchierata sulla Chiesa che non esiste più: «Ho provato una piccola fitta al cuore, ma la nostra fede va oltre. In quella casa ho vissuto dieci anni. Tiravo fuori il lettino dal mobile, e si piegava in due, e diventava il letto per la sera. Poi c’era con me il diacono Lorenzo Crezza, e guardavamo Fondo Gesù dalla finestra. C’era passione, soprattutto nei giovani. Questi ultimi venivano agli incontri che tenevamo proprio nella casa accanto la Chiesa. Per loro quel centro significava tanto, era l’unico incontro per ragazzi e ragazze. Fondo Gesù è stata per me è stata una grande esperienza di vita».
Salutiamo Don Ruggero, è stato disponibile, dopo la messa celebrata, nel raccontarci la sua Fondo Gesù. Nel 2017 don Ruggero e il diacono Lorenzo Creazza hanno ricevuto dal Comune di Crotone la pubblica estimazione attraverso un provvedimento di Giunta. Il riconoscimento fu consegnato loro dal sindaco Ugo Pugliese nel corso di una cerimonia che tenne nella Casa Comunale. Don Pinton e il diacono Creazza hanno svolto un lavoro pastorale tra la gente di Crotone, dedito soprattutto alla formazione umana nei confronti delle realtà più emarginate della città, sottraendo tanti giovani dalle mani della criminalità organizzata.
Danilo Ruberto