Crotone - Aggressione a Medici e Infermieri | Le reazioni (in aggiornamento)

Crotone – Dopo l’aggressione a due dottoresse e due infermieri, avvenuta domenica sera al Pronto soccorso di Crotone (qui l’articolo), si registra un coro di dissenzo e ribellione a questo stato di co...

A cura di Redazione
21 agosto 2024 18:00
Crotone - Aggressione a Medici e Infermieri | Le reazioni (in aggiornamento) -
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Crotone – Dopo l’aggressione a due dottoresse e due infermieri, avvenuta domenica sera al Pronto soccorso di Crotone (qui l’articolo), si registra un coro di dissenzo e ribellione a questo stato di cose e alle ripetute violenze contro operatori sanitari.
Ecco gli interventi che si sono susseguiti in questi giorni.

Pasquale Esposito (Officina Civica ) : «Sollecitiamo il Sindaco della Città alla costituzione di parte civile»

Un altro gesto inconsulto e odioso per l’ambito in cui si è consumato: il Pronto soccorso dell’Ospedale.
Il luogo, per le vicende personali che si vivono, è un “tempio” di solidarietà e umanità che non può essere macchiato da inciviltà e violenza.
Le persone che vi lavorano sono spinte più da vocazione altruista e, per alcuni versi, caritatevole.
Ma è ancora più grave non avere rispetto per gli altri malati che necessitano di quel personale, medico e paramedico, in condizioni ottimali e di serenità. Abbiamo letto e apprezzato la perentoria presa di posizione di Istituzioni, sindacati e associazioni. Ci permettiamo, come movimento politico, di sollecitare, alla Istituzione Comunale e al Sindaco della Città, la costituzione di parte civile, rispetto alle indagini che la Magistratura avrà certamente avviato, dal momento che l’atto di violenza è stato perpetrato nell’ospedale di Crotone il cui Sindaco è anche Presidente dell’assemblea Provinciale dei Sindaci che fra le poche funzioni vi rientrano anche quelle per la Sanità.
Un gesto non simbolico per avvertire che non saranno più tollerati comportamenti lesivi della incolumità del personale interessato, della dignità di tutti gli operatori, dei pazienti e degli altri familiari.

Azione Crotone: «La sicurezza dei lavoratori deve essere una priorità assoluta»

E’ Inaccettabile quanto accaduto nei giorni scorsi al personale sanitario in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio, aggrediti solo perché qualcuno pretendeva di scavalcare altri pazienti.
La sicurezza dei lavoratori deve essere una priorità assoluta, ed è per questo che auspichiamo che possano essere messe in atto azioni concrete per rafforzare i servizi di vigilanza.
Nei mesi scorsi, come partito di Azione, evidenziavamo l’importanza della medicina territoriale, che include le postazioni di guardia medica e che l’ipotesi di una consistente riduzione nella Provincia avrebbe portato ad un maggiore sovraffollamento del pronto soccorso.
Tuttavia, è evidente la carenza di personale, costretti a lavorare con turni massacranti, sottoposti a continui stress lavorativi e che svolgono il loro lavoro con grande dedizione e professionalità in un contesto di gravi carenze strutturali.
Episodi del genere, non più tollerabili, vanno sicuramente ad incidere negativamente, mortificando coloro i quali quotidianamente si impegnano per garantire il diritto alla tutela della salute dei cittadini.
Al personale coinvolto, aggrediti in maniera brutale va la nostra sincera vicinanza e solidarietà.

Gioventù Nazionale Crotone: «Questi episodi sono inaccettabili e non possono essere tollerati»

Il movimento Gioventù Nazionale Crotone esprime la più profonda solidarietà nei confronti delle due dottoresse e dei due infermieri vittime di una vile aggressione avvenuta presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Crotone.
Condanniamo con fermezza qualsiasi forma di violenza, soprattutto quando essa si manifesta nei confronti di chi, ogni giorno, con professionalità e dedizione, si occupa della salute e del benessere dei cittadini.

Gli atti di violenza contro il personale sanitario rappresentano un attacco non solo alle singole persone coinvolte, ma a tutta la nostra comunità.
Questi episodi sono inaccettabili e non possono essere tollerati. È necessario che le autorità competenti mettano in atto tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza dei lavoratori del settore sanitario, affinché possano svolgere il proprio lavoro in un ambiente sicuro e protetto.
Gioventù Nazionale Crotone rinnova il suo impegno a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza del rispetto e del sostegno verso chi, quotidianamente, si trova in prima linea per fronteggiare le emergenze sanitarie. Chiediamo a tutte le istituzioni di intervenire con urgenza per prevenire ulteriori episodi di violenza e per proteggere coloro che dedicano la loro vita alla cura degli altri.
Esprimiamo vicinanza e sostegno alle dottoresse e agli infermieri coinvolti, augurando loro una pronta ripresa e ribadendo la nostra ferma condanna verso ogni forma di aggressione.

Francesco Sarcone, Segretario Provinciale FIALS – Crotone: «Condanniamo l’ennesimo episodio di violenza»

La scrivente O.S. informa le SS.LL., che da sempre ha denunciato l’inefficienza strutturale e organizzativa del P.S. che necessita urgentemente non solo della nuova struttura, ma di modello organizzativo che funga anche da struttura pianificata, nella prevenzione dei linciaggi nei confronti del personale Medico, Infermieristico e OSS.

Un modello organizzativo che decentri alcune attività di triage e lo renda più flessibile ed eviti la lunga e molte volte estenuante attesa.
È purtroppo costante lo sfogo nei confronti del personale da parte degli utenti, che ignorano le condizioni di lavoro e lo stress a cui è sottoposto il personale del P.S. di Crotone, che da anni lavora in condizioni anomali e gravi per dare risposte di salute- soccorso a tutta l’utenza.

Condanniamo l’ennesimo episodio di violenza avvenuto alle ore 22 del 18 Agosto, dei confronti del Personale Medico e infermieristico del Pronto Soccorso di Crotone, ma non ci fermiamo qui. La FIALS si costituirà parte civile nei confronti di questa persona che ha aggredito e mal menato i Medici e gli Infermieri, ma se si rendesse necessario e praticabile, anche contro l’ASP, per la mancata messa in sicurezza dei lavoratori – operatori.

È questa sarà la nostra linea. Affinché chiunque capisca che dovrà pagare in prima persona anche i danni materiali e psicologici nei confronti degli operatori che non solo si sacrificano con doppi turni o riducendo nei turni la presenza degli infermieri e dei medici, per la grave carenza del personale (in particolar modo durante i periodi festivi ed estivi).

Ci sembra evidente che la situazione sia ormai diventata un’abitudine e di una gravità non descrivibile, ma proponiamo oggi più che mai di organizzare un sit-in di protesta, e inviteremo anche i cittadini, per tutelare gli operatori tutti, dell’Asp di Crotone e l’utenza tutta.

Ad oggi la situazione è molto ingarbugliata e proprio per questo motivo chiediamo un incontro urgente al Commissario Straordinario e tutta la Direzione Strategica dell’ASP di Crotone, per proporre e attuare un modello organizzativo che dia risposte di sicurezza a tutti gli operatori e alla domanda di emergenza – urgenza che arriva dal cittadino.

Associazione Italiana Donne Medico Regione Calabria: «Ennesima grave offesa al lavoro»

 L’Associazione Italiana Donne Medico Regione Calabria condanna fermamente l’inaccettabile aggressione subita nella serata di domenica da due dottoresse e due infermiere presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone. Questo atto di violenza, perpetrato da una persona che pretendeva un trattamento immediato per un familiare nonostante il codice di triage non lo richiedesse, rappresenta l’ennesima grave offesa al lavoro svolto con dedizione e professionalità dal personale sanitario.

Esprimiamo la nostra piena solidarietà al personale coinvolto, rinnovando il nostro impegno affinché episodi del genere non abbiano a ripetersi. È inaccettabile che chi opera per il bene e la salute della collettività debba essere esposto a simili rischi. Chiediamo con forza che vengano adottate misure concrete e urgenti per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro, e per contrastare la spirale di violenza, sia verbale che fisica, che troppo spesso compromette la serenità e l’efficacia del servizio sanitario.

L’Associazione Italiana Donne Medico Regione Calabria chiede inoltre che sia avviata una riflessione profonda sul rispetto dovuto ai professionisti della salute, spesso costretti a lavorare in condizioni di emergenza e sotto pressione, e invita le autorità competenti a potenziare i presidi di sicurezza e a promuovere campagne di sensibilizzazione che ristabiliscano il giusto riconoscimento del loro ruolo fondamentale.

Confidiamo che la giustizia faccia il suo corso e ribadiamo il nostro sostegno a tutte le persone che ogni giorno si impegnano con sacrificio e passione per garantire il diritto alla salute, nonostante le difficoltà e i pericoli a cui possono essere esposti.

Angela Marasco Presidente sezione AIDM Crotone

La sezione AIDM di Crotone e il suo direttivo esprimono la piena solidarietà alle colleghe vittime della vile aggressione perpetrata nella serata di ieri presso il Pronto Soccorso del nosocomio cittadino e si associano convintamente all’iniziativa presa dalla sezione regionale AIDM. 

Enrico Ciliberto Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri di Crotone: «scossi ed amareggiati per l’ennesimo mortificante e del tutto gratuito ed immotivato atto di inaudita violenza»

Il Consiglio dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri della Provincia di Crotone e tutti i medici ed infermieri del Crotonese sono costernati, scossi ed amareggiati per l’ennesimo mortificante e del tutto gratuito ed immotivato (stante la versione sui fatti disponibile) atto di inaudita violenza perpetrato nella serata del 18 Agosto presso il Pronto soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio” di Crotone, a tal punto da aver cagionato importanti lesioni nei confronti di due colleghe e di due infermiere.

Siamo fortemente preoccupati per questa escalation di violenza contro i medici e contro ogni operatore sanitario, che non risparmia ormai nessuna categoria, nonostante gli inasprimenti delle pene e delle sanzioni previste dalla Legge 14 Agosto 2020 – n.113, fortemente voluta ad hoc dalla FNOMCeO e dagli Ordini Provinciali, per contrastare, appunto, gli episodi di violenza a danno degli operatori sanitari.

Il moltiplicarsi di aggressioni ai medici, oltre che per un malcostume generalizzato che, con gli oltre 3.000 episodi all’anno (stante i soli casi denunciati), connota un fenomeno in lungo ed in largo tutto Italiano, evidentemente è anche frutto dell’individuazione nel medico e negli operatori sanitari dei capri espiatori di malcontenti dovuti a contesti difficili ed a condizioni spesso non in linea con le aspettative, non fosse per altro che per le note carenze di personale. Secondo l’84,3% degli italiani le aggressioni ai medici sono un’emergenza su cui occorre re-intervenire con provvedimenti urgenti ed ancor più efficaci, posto che detti episodi ricadono, poi ed inevitabilmente, sulla capacità dell’offerta sanitaria a partire dalla copertura dei turni, in quanto il personale infortunato per l’esito delle lesioni riportate, è costretto a rispettare, suo malgrado, il periodo di guarigione necessario, oltre che a doversi poi cimentare con le difficili ed inevitabili conseguenze psicologiche e morali, tali da determinare spesso provvedimenti Aziendali riparatori ad hoc. Ciò diventa ancor più grave laddove accada in periodo estivo per il ridimensionamento del personale, già di per sé oltremodo carente, soprattutto in settori come quello dell’emergenza urgenza.

Ed è anche per questo che alle colleghe ed infermiere, malcapitate in tale situazione, va il più sentito plauso dell’Ordine scrivente, così come della comunità tutta, per l’abnegazione, il coraggio, la compostezza e l’altissimo valore professionale dimostrati, nell’aver proseguito nella loro attività fino a fine turno, pur di non lasciare sguarnito il Pronto Soccorso in un momento piuttosto critico, seppur ora costrette a dover osservare il periodo di infortunio.

E’ giunto il momento che la società, le rappresentanze di categoria tutte, le Istituzioni, gli amministratori e la politica su questo tema trovino le giuste ed efficaci sinergie facendosi direttamente e definitivamente carico del problema, al fine da poter difendere al meglio “I PROPRI MEDICI” e tutti gli altri esercenti le professioni sanitarie, impegnati al servizio della collettività, tra le tante difficoltà, oramai a tutti note, nella tutela della salute dei cittadini, ma oramai sempre più di frequente ed ingiustificatamente esposti a serio pregiudizio della propria incolumità fisica, morale e professionale.

L’Ordine dei Medici di Crotone, nel ribadire severamente la condanna dell’episodio e la solidarietà al personale coinvolto, proseguirà nella sua azione di sensibilizzazione e prevenzione sul tema, a partire dalle azioni di rafforzamento del rapporto medico-paziente, volto al reciproco rispetto dei ruoli, ma soprattutto degli obblighi normativi della professione, che non consentono di poter soddisfare personali non esigibili pretese che ricadrebbero a discapito di altri, come nella fattispecie (mancato rispetto del codice di priorità assegnato).

E’ per tali motivazioni che il tema ci vede da oltre un decennio fortemente impegnati a tal punto da aver più volte potuto contare in loco sulla presenza delle rappresentanze Nazionali a partire dal Presidente Nazionale Anelli (anche in tali problematiche fortemente impegnato), così come in passato da chi lo ha preceduto, nonché del Comitato Centrale della FNOMCeO e delle più alte cariche istituzionali,

Il sindaco Voce: «Simili comportamenti vanno condannati»

Esprimo piena e totale solidarietà alle dottoresse e alle infermiere che sono state oggetto di una brutale aggressione nel Pronto Soccorso dell’ospedale cittadino. 
Non è purtroppo il primo caso di violenza su operatori sanitari all’interno del luogo di lavoro.
Simili comportamenti vanno condannati e stigmatizzati da tutta la comunità locale. Non è accettabile che chi si adopera per garantire risposte ai bisogni di salute in un qualsiasi contesto si trovi ad essere vittima di violenza.

Daniele (Lega): «Questo è il momento di agire, non di aspettare»

L’aggressione avvenuta al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Crotone non è solo inaccettabile, è il sintomo di un problema più profondo che non possiamo più ignorare. Quanto accaduto ieri sera – una brutale aggressione ai danni di due infermiere e due dottoresse da parte di una donna che pretendeva un accesso immediato per il proprio familiare, nonostante la mancanza di priorità stabilita dal triage – riporta in primo piano una questione che riguarda la sicurezza del personale sanitario, ma anche la dignità del servizio pubblico che deve essere garantito a tutti i cittadini.
L’aggressione è stata devastante: ferite fisiche e psicologiche per il personale sanitario, chiamato a fare il proprio dovere in condizioni già estremamente difficili. Eppure, pur condannando con fermezza atti di tale violenza, non possiamo ignorare il contesto che favorisce il verificarsi di queste situazioni. Le ore interminabili di attesa, l’esasperazione dei pazienti e dei loro familiari, spesso alle prese con il timore e l’ansia per la salute dei propri cari, sono il risultato di un sistema in sofferenza.
Come segretario provinciale della lega e in primis come cittadino mi sento chiamato a intervenire per esprimere non solo la mia piena solidarietà al personale sanitario, che ogni giorno si dedica con impegno e professionalità al benessere della comunità, ma anche per sottolineare che è arrivato il momento di affrontare con decisione i nodi critici del nostro sistema sanitario.
Non possiamo continuare a chiedere ai nostri medici e infermieri di lavorare in condizioni di stress estremo, con risorse insufficienti e strutture spesso inadeguate. Allo stesso tempo, non possiamo permettere che i cittadini si sentano abbandonati, costretti a vivere ore di angoscia e impotenza nei corridoi di un pronto soccorso sovraffollato.
La violenza non è mai la risposta, e deve essere condannata senza esitazioni. Ma dobbiamo anche riconoscere che queste reazioni estreme sono il frutto di un sistema che non funziona come dovrebbe. È necessario un cambiamento radicale: bisogna investire nella sanità, potenziare il personale, migliorare le infrastrutture, e ridurre i tempi di attesa. Solo così potremo evitare che la paura e la frustrazione sfocino in episodi di violenza, restituendo serenità ai pazienti e sicurezza agli operatori sanitari.
Chiediamo dunque alle istituzioni competenti di intervenire con urgenza, per garantire che situazioni come quella accaduta a Crotone non si ripetano. La sanità pubblica deve tornare ad essere un baluardo di civiltà e rispetto per la vita umana.
In questo momento, la mia vicinanza e quella del mio partito va a tutto il personale coinvolto in questo tragico episodio, ma al contempo vogliamo ribadire con forza la necessità di un’azione concreta e strutturale, che sappia guardare oltre l’emergenza, verso un futuro dove il diritto alla salute sia garantito a tutti, senza violenza né paura.
Facciamo sentire la nostra voce affinché il cambiamento avvenga, perché questo è il momento di agire, non di aspettare.

Gianluca Giuliano, segretario nazionale della UGL Salute: «È un autentico stillicidio»

È un autentico stillicidio il susseguirsi degli atti di violenza sugli operatori sanitari. Una cronaca continua di aggressioni brutali che non tende a rallentare. Come dimostra quanto accaduto al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Giovanni di Dio di Crotone dove due dottoresse e due infermiere hanno subito la furia brutale di una accompagnatrice di un paziente in attesa. Insulti, calci e pugni con una delle dottoresse che ha riportato la frattura di un polso. I triage italiani sono ormai una trincea dove i professionisti rischiano la propria incolumità quotidianamente. La sicurezza dei lavoratori, in un momento estremamente delicato per la sanità italiana, deve essere una priorità assoluta. Porre fine a questo autentico far west deve essere un dovere morale che tutte le parti coinvolte, nessuno escluso, devono assumere. È palese come fino ad ora non si sia riusciti a porre un freno alle aggressioni.
Ci conforta sapere che sull’argomento si è espresso anche il Ministro della Salute Schillaci promettendo un ulteriore sforzo  da parte delle istituzioni per frenare questa escalation.

Come UGL Salute chiediamo che i presidi di pubblica sicurezza tornino ad essere attivi, 24 ore su 24, in tutti gli ospedali e che alle telecamere di sicurezza poste all’interno elle strutture si aggiungano bodycam portate dagli operatori in servizio nei luoghi più a rischio, come i pronto soccorso. Riteniamo inderogabile l’attivazione di pulsanti di sicurezza collegati alle centrali di sicurezza delle forze dell’ordine da utilizzare in caso di pericolo per attivare un pronto intervento. Riteniamo essenziale lanciare una massiccia campagna di informazione sulle maggiori reti radiotelevisive sui quotidiani nazionali sul ruolo sociale, al servizio della cittadinanza, dei professionisti della sanità. Alle dottoresse e infermiere aggredite a Crotone inviamo la nostra solidarietà confermando il massimo impegno per ripristinare la massima sicurezza sui luoghi di lavoro. Gli operatori sanitari non possono essere martiri sacrificali dell’indifferenza”.

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