Crotone - Abitanti del centro storico in rivolta. Spanò: «La situazione è insostenibile!»

Crotone – «Una situazione a dir poco insostenibile». Cesare Spanò, noto imprenditore crotonese e abitante del centro storico ci spiega i motivi che hanno portato un gruppo di cittadini a riunirsi per...

A cura di Redazione
03 gennaio 2023 12:20
Crotone - Abitanti del centro storico in rivolta. Spanò: «La situazione è insostenibile!» -
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Crotone – «Una situazione a dir poco insostenibile». Cesare Spanò, noto imprenditore crotonese e abitante del centro storico ci spiega i motivi che hanno portato un gruppo di cittadini a riunirsi per formare un comitato contro il degrado negli “stritti”.

La bagarre è scoppiata in questo periodo di Natale anche a causa dell’ordinanza comunale 1180 del 15 dicembre, (Regolamentazione orari attività di intrattenimento musicale durante il periodo natalizio 2022/23), molto contestata dagli abitanti.

«La nostra – ci dice Spanò – non è una posizione politica contro l’amministrazione Voce, ma un’opposizione ad un’ordinanza che non ha preso in considerazione la voce dei residenti. Nessuno di noi è contro le attività. In passato la situazione non era così. Con l’attività, per esempio, gestita da Massimo Togo non abbiamo mai avuto problemi perchè rispettava le regole. Con chi è venuto dopo la situazione è cambiata, anzi peggiorata».

L’ordinanza della discordia

L’ordinanza 1180 del 15 dicembre, avente come oggetto la “Regolamentazione orari attività di intrattenimento musicale durante il periodo natalizio 2022/23”, stabilisce che “Dal 15 dicembre 2022 al 08 gennaio 2023 tu e le attività d’intrattenimento musicale con l’utilizzo di impianti acustici ed elettroacustici a diffusione, comprese quelle annesse a locali pubblici e svolte all’aperto, presenti su tutto il territorio comunale sono consentite, nel rispetto dei livelli di emissione e di immissione sonore previste dalla legge”.

In parole povere il Comune ha autorizzato la musica anche fuori dai locali e così gli “stritti” si sono trasformati in vere e proprie discoteche fino a notte tarda.

E anche sugli orari c’è stato il problema. L’ordinanza, infatti, consente l’emissione di musica “Tutti i giorni nel periodo sopra indicato dalle ore 16:00 e sino alle ore 02:00” ed in modo particolare “Nella notte tra il 31/12/2022 e il 01/01/2023 l’orario di cessazione di emissioni sonore è fissato alle ore 06:00”, mentre la notte della Vigilia, quella di Natale e quella dell’Epifania il limite viene poste alle 3;00.

«Questa ordinanza – continua Cesare Spanò – è una vera chimera e soprattutto non tiene minimamente conto che i controlli sono impossibili da realizzare».

Il Degrado regna sovrano

A peggiorare la situazione  c’è poi la maleducazione di tanti crotonesi. Le immagini di prima mattina del centro storico parlano chiari, ci sono bicchieri ovunque, sporcizia e anche altro difficile da fotografare ma il cui “olezzo” è veramente insopportabile.

Questi i motivi che hanno portato i residenti del centro storico a esprimere pubblicamente il proprio disagio e a creare un comitato, che prenderà vita nei prossimi giorni, per tutelare il fiore all’occhiello della città e combattere il degrado.

La  lettera dei residenti

Il centro storico di Crotone è di tutti?

Non è così e noi che ci abitiamo abbiamo constatato che la voce di un singolo cittadino non è ascoltata dalle istituzioni e dalle amministrazioni preposte alla tutela dei più essenziali diritti alla civile convivenza.

Quindi si è deciso di unire quelle singole voci in un coro unanime che intende far valere i propri diritti nelle sedi opportune contro la privazione imposta dai veri padroni di quel rione, cioè dai signori della notte. Vale a dire, contro coloro che hanno occupato gli spazi comuni con pub molto più affini a discoteche e attività aggregative molto più somiglianti a rave-party che a diffusione di musica tra i tavoli.

Ne consegue che noi cittadini di una parte del centro storico siamo arrivati al capolinea di una sofferenza collettiva impostaci in nome di una pretesa valorizzazione dei luoghi dove viviamo e abbiamo le nostre abitazioni.

Ciò ignorando che il centro storico di Crotone è uno dei luoghi a più alta densità abitativa e quindi non può divenire un centro commerciale caotico e senza regole, se non quelle di un brutale profitto a tutti i costi.

Chi ci vive è vittima di un incredibile “ubi maior – minor cessat” avvalorato e strenuamente mantenuto in essere da esercenti e loro organi di rappresentanza, affiancati, purtroppo, dalla pubblica amministrazione, laddove il diritto abitativo non può soccombere davanti a quello del commercio e di una economia malata, ristretta alla somministrazione di bevande alcoliche durante le ore notturne .

Nel centro storico di Crotone, ovvero in una parte di esso (quello un tempo conosciuto come “Rione pescheria”) si è venuta a creare un commistione insostenibile in virtù di una pretesa rivitalizzazione e valorizzazione dei luoghi, se non fosse che essi non sono popolati da defunti e nemmeno da persone che pretendono altri valori che non siano quelli di una accettabile qualità delle condizioni di vita. La qualità della vita, nel “Rione pescheria” è scaduta a livelli tribali, infimi; non si riesce neppure ad ascoltare la televisione nella smarrita quiete delle proprie case.

Non è un remoto suono di violino tra i tavoli quello che penetra nella pace domestica, tantomeno il vocio di transazioni tra bottegai e acquirenti. Si vive l’angoscia dell’addentrarsi della notte al ripetuto suono di tamburi che riecheggia a palla nei vicoli invece che all’interno dei locali. Le tollerabili soglie di decibel sono un parametro sconosciuto cui l’amministrazione pubblica ha messo un limite, ma soltanto orario, senza alcuna misurazione, rimettendo poi la testa sotto la sabbia come lo struzzo.

Il centro storico è di tutti ? Allora abbelliamolo e manteniamolo pulito, decoriamolo con piante e vasi di fiori. Cosa che avviene per amor proprio, da sempre, solo che adesso i vasi non sono annaffiati con acqua, ma con vomito e urine e le piante sono divelte sistematicamente dagli avventori di pub, discoteche, birrerie e rave party, cioè delle uniche attività commerciali ubicate nel centro storico. Una movida alla crotonese, fantasticando che essa possa servire ad accrescere l’attrattività dei luoghi.

Dianzi a cotanto degrado, a siffatta presunzione, a simile barbarie, occorrono rimedi efficaci e senso di collaborazione; questo va invocando la pubblica amministrazione, quasi a giustificare la propria incapacità, o assenza di volontà, di risolvere il problema, anche perché ai frequenti incontri fra “teste di legno” ed esercenti non si è mai ritenuto invitare gli abitanti del quartiere.

In luogo di cestini dei rifiuti, stando così le cose, andrebbero dislocati dei bagni chimici o costruiti vespasiani adeguati alla bisogna, su misura laddove corrono fiumi di birra e bevande alcoliche. Basterebbe imporre ai conduttori dei locali ubicati nel centro storico la diffusione di musica al proprio interno e con un livello di decibel tollerabile; di mantenere efficienti e funzionali i servizi igienici di propria pertinenza; di adottare tutte quelle misure di sorveglianza volte a prevenire il disturbo della quiete pubblica e il compimento di atti vandalici.

Questo, per sommi capi, è il problema della impossibile convivenza di cittadini del centro storico e conduttori di esercizi commerciali. Altro è invece l’idea progettuale che potrebbe portare la “Pescheria” a un livello di rinascita clamorosamente miracoloso come è avvenuto al “Rione sanità” a Napoli. In attesa che al primo dei due aspetti si pongano i rimedi del caso e che al secondo si ponga attenzione, per come è stato ovunque in Italia, nelle zone interessate dagli stessi problemi, restiamo in attesa di unire la nostra voce a quanti hanno intrapreso le vie legali (perché alcuni l’hanno già fatto) laddove non ci fosse altro modo di addivenire a miti consigli tra esercenti spregiudicati, amministrazioni balbuzienti e cittadini vessati.

I Firmatari:

Sergio Aloisio, Rossana Cosentino, Francesco Crea, Antonietta Franco, Antonella Policastrese, Rossella Russo, Marisa Simoncelli, Cesare Spanò, Mario Spanò

 

 

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