Ciao Peppone, ci mancherà il tuo sorriso

Ci sono articoli che non avrei mai voluto scrivere.Questo è uno di quegli articoli.Storie belle che raccontano persone buone, ma che lasciano l’amaro in bocca perché non hanno un lieto fine…Quasi a te...

A cura di Redazione
13 agosto 2022 08:30
Ciao Peppone, ci mancherà il tuo sorriso -
Condividi

Ci sono articoli che non avrei mai voluto scrivere.
Questo è uno di quegli articoli.
Storie belle che raccontano persone buone, ma che lasciano l’amaro in bocca perché non hanno un lieto fine…
Quasi a testimonianza che in questa terra il “lieto fine” sia semplicemente una chimera.
Ieri Crotone ha perso il suo sorriso più bello, più sincero, più genuino, ieri Crotone ha perso uno dei suoi figli migliori.
Alcuni lo conoscevano come l’avvocato Mancuso, tanti altri semplicemente come Giuseppe Mancuso, gli amici, quelli veri, lo chiamavano Peppone.
Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo oppure semplicemente di scambiare con lui quattro chiacchiere, non può che raccontarvi il suo sorriso, quella luce che si dipingeva sul suo volto e che illuminava chiunque gli fosse davanti.
Giuseppe… scusate ma io non posso chiamarlo così… Peppone era semplicemente questo, se semplicemente non viene letto come sinonimo di “solamente”, ma se viene espresso nella sua natura “semplice”, perché per Peppone sorridere e far sorridere era veramente semplice, naturale.
Sempre gentile, estremamente cordiale, educato con tutti, aveva il saluto pronto per chiunque gli attraversasse la strada.
Peppone era un omone, enorme ma non tanto nella sua fisicità, ma quanto nella sua umanità.
Una persona estremamente intelligente, ma con un cuore più grande del cervello.
Quante chiacchiere e quante discussioni abbiamo fatto insieme e insieme a tanti altri, anche a chi non conosceva, perché lui era così, ti coinvolgeva anche quando tu non volevi.
Ed era difficile, quasi impossibile dirgli di no.
Anche perché mai chiedeva una cosa per sé… aveva sempre da proporti problemi, di altri, sempre in cerca di soluzioni, per altri, sempre impegnato a fare qualcosa, per qualcun altro.
Per due anni e mezzo ha prestato la sua professionalità al Comune di Crotone, come staff del sindaco, nell’ufficio dell’assessore alle Politiche Sociali.
Era un semplice part-time eppure non è mai entrato in ufficio dopo le 8 e non è mai uscito prima delle 20.
Quando passavi dal suo ufficio era sempre impegnato o scriveva o riceveva persone, le più bisognose.
E si faceva in quattro per cercare di trovare soluzioni anche ai problemi impossibili.
Quante volte ho visto sulla sua scrivania documenti di altri uffici, che lui compilava, per dare una mano. Quante volte ho visto documenti di tanti assessori, che lui creava, senza mai pretenderne la paternità. Quante volte l’ho visto lavorare per gli altri…
Era il part-time più full che abbia mai incontrato.
E nonostante questo, nonostante questo sforzo, nonostante questo impegno, è rimasto sempre un part-time perché non era tra i favoriti del potente di turno.
Nella nostra comunità politica ha fatto da fulcro e da collante.
Ha fatto gruppo e gioco di squadra in una città in cui l’individualismo sfrenato e l’invidia regna sovrana.
Fosse stato per lui, la barzelletta di San Dionigi non l’avrebbero mai raccontata.
Se la comunità umana e politica di Laboratorio Crotone è nata e cresciuta, uno dei meriti maggiori va proprio a Peppone, nonostante non abbia mai voluto stare sotto la luce dei riflettori.
Con lui abbiamo condiviso gioie ed amarezze, vittorie e sconfitte, successi e fallimenti, ma soprattutto abbiamo sognato insieme…
Ecco, quando ieri qualcuno mi ha chiesto, ma chi è Peppone? Io ho risposto “semplicemente un sognatore”, perché per lui era così semplice sognare e farci sognare.
Oggi Peppone non c’è più, il male oscuro che avvelena il futuro di questa terra, si è portato via anche lui.
Ha lasciato dentro di noi un vuoto incolmabile, stravolti e travolti, come siamo, dal dolore per una scomparsa che non riusciamo ad accettare.
Alla sua famiglia va il nostro abbraccio più forte, ed in modo particolare a Rosa, la donna della sua vita, che, in questi giorni, ci ha insegnato la dignità della sofferenza.
Ed ora scusaci Peppone se oggi proprio non riusciamo a sorridere.
Gli occhi si riempiono di lacrime, la bocca si piega verso il basso, lo sguardo si fa triste, e noi sappiamo che, guardandoci da lassù, solo per oggi tu non ci biasimerai, così come sappiamo che ci consentirai solo questo giorno per essere tristi, da domani si deve tornare a sorridere così come tu ci hai insegnato.
Ciao fratellone… già mi manchi

Gianfranco Turino

Segui CalabriaOk