Basket - Nell'Italia campione del mondo batte un cuore crotonese
Ci sono storie di sport che ci piacciono più di altre, non perchè siano più belle, ma perchè parlano al cuore, narrano emozioni, ma soprattutto ci fanno vedere un mondo molto più bello di quello a cu...

Ci sono storie di sport che ci piacciono più di altre, non perchè siano più belle, ma perchè parlano al cuore, narrano emozioni, ma soprattutto ci fanno vedere un mondo molto più bello di quello a cui siamo abituati. Questa è una di quelle storie.
Andrea Durante è un ragazzo con la Sindrome di Down, è uno sportivo e gioca nella nazionale italiana FISDIR (composta proprio da atleti con Sindrome di Down), in cui ha esordito nel settembre del 2022. Con la maglia azzurra ha vinto un europeo e un mondiale, ha, inoltre, vinto un campionato interregionale e uno nazionale. Oggi gioca e si allena con la squadra degli Ostia Warriors. Ha vent’anni e il nonno è di Castelsilano, paese della provincia crotonese, in cui lui con la sua famiglia torna ogni estate a trasorrere le sue vacanze. Tifosissimo della Roma, i suoi idoli sono Dybala, De rossi e chiaramente Totti,mentre nel basket ama Lebron James e Michael Jordan.
Ma questa non è solo la storia di Andrea, ma è anche la storia dell’Italbasket FISDIR che si è laureata campione del mondo per la quarta volta nella sua storia.
In una partita tiratissima, dall’inizio alla fine gli azzurri sono riusciti nell’impresa di vincere l’ultimo trofeo che mancava in bacheca: proprio il successo ai Trisome Games, la competizione mondiale per atleti con Sindrome di Down. Nonostante il folto pubblico turco a gremire le tribune, gli azzurri sono stati più forti di tutto.
La squadra era composta da: Alex Cesca (cap), Davide Paulis, Andrea Durante, Stefano Barollo
Alessandro Greco, Emanuele Fiorini, Francesco Leocata e Andrea Rebichini; c.t. Giuliano Bufacchi.
Ma questa storia va raccontata non da noi, ma dai protagonisti a cominciare dal ct della nazionale Giuliano Bufacchi.
Che esperienza è stata?
Si potrebbe dire normale amministrazione visto che questo è stato il quarto mondiale vinto dopo tre europei, ma questa in Turchia è stata un’esperienza più completa, più complessa, abbastanza dura, giocando fuori casa, finale contro i padroni di casa con un palazzetto stracolmo che faceva il tifo per la loro squadra. E’ stata un’esperienza nuova perchè è stato sport vero, non c’era pietismo nemmeno da parte dei tifosi, anzi, ogni volta che avevamo noi la palla ci fischiavano in una maniera assordante. Esperienza dura ma bellissima.
Questi ragazzi sono un orgoglio nazionale oramai.
Questo è un gruppo che ha cambiato tanti ragazzi nonostante abbia mantenuto il nucleo storico. Negli anni abbiamo lavorato sulla tecnica, sulla tattica, ma anche sulla forza mentale e sull’autonomia e su tutto quello che è pallacanestro. Questa è stata un’esperienza lontana dalla loro confort zone. quando partiamo siamo solo squadra e staff tecnico, non ci sono assistenti o genitori. C’è una crescita completa a tutto tondo. Sono ragazzi già formati ma loro continuano a crescere.
La squadra sarà anche abituata a vincere, ma dalle immagini del dopo partita abbiamo visto una gioia negli occhi di quei ragazzi e tanti festeggiamenti.
Come dicevo prima giocare contro un pubblico così caldo e contrario. La partita è stata tirata fino all’ultimo secondo con qualche decisione arbitrale un po’ di parte, andata a favore dei pardoni di casa. Lo scarico di adrenalina al fischio della sirena è stata molto forte. Una partita brutta tecnicamente, che potevamo chiudere prima tranquillamente. Emotivamente bellissima ma tecnicamente non è stata la nostra migliore partita. E poi si sa… le finali si vincono non si giocano.
Tra i ragazzi c’è un atleta speciale per noi, parliamo di Andrea Durante, un “nipote” di questa nostra provincia.
Andrea ha cominciato a giocare con i normodotati, appena l’ho visto gli ho detto di venire. Fatichi a dire che ha la sindrome di Sown, ha un linguaggio perfetto, un quoziente intellettivo molto alto e poi tecnicamente è fortissimo. Abbiamo avuto i complimenti da parte delle altre nazionali su Andrea, che è un play vero: ha visione di gioco da normodotato, tant’è vero che a volte i compagni non riescono a stargli dietro per le cose che lui fa. E’ un ragazzo che si allena tanto, non lascia nulla al caso, cura i particolari su tutto quello che fa. Il movimento se lo studia e se lo ristudia. E’ curioso, vuole sempre imparare. L’atleta ideale da allenare. Magari fossero tutti così.
Possiamo dire che allora ha ereditato proprio la testardaggine calabrese?
Sicuramente si!
Prossimi obiettivi?
Continuare a vincere! Ma soprattutto far crescere il movimento in Italia, anche perchè senza un movimento forte alle spalle non avremmo una nazionale competitiva. A livello internazionale attendiamo gli europei, poi i mondiali e i nuovi Trisome Games.
Raggiungiamo telefonicamente Andrea e il papà Antonello.
Andrea è ancora emozionato nel raccontare la vittoria: “E’ stata dura, abbiamo vinto di un punto, ma è stato divertente. Abbiamo tenuto duro per tutta la partita e alla fine abbiamo trionfato”.
Antonello ci racconta un po’ il figlio Andrea di cui è estremamente orgoglioso.
“L’orgoglio è immenso, ma non solo per la vittoria ma per i risultati raggiunti. Andrea ha cominciato a giocare con i normodotati, quando poi il gap è diventato troppo abbiamo trovato Giuliano (Bufacchi il ct della nazionale) che lo ha accolto e lo ha portato fino alla nazionale. Andrea è un ragazzo umile, come la sua famiglia, ma è veramente bravo”.
In realtà Andrea non è soltanto un giocatore di Basket.
“Vero, lui gioca anche a calcio e ora lavora in un circolo sportivo. Ieri l’ho trovato anche che giocava a tennis. E’ uno spettacolo di ragazzo”.
Raccogliamo infine la promessa di una visita in redazione da parte di Antonello e Andrea, la prossima estate quando, come ogni anno, torneranno a Castelsilano per le loro vacanze.
