“Alla ricerca dell’Uomo Ragno”: Mauro Repetto incanta Catanzaro tra musica e ricordi

Un viaggio intimo e collettivo nella memoria e nei sogni degli 883 apre il Festival d’Autunno di Catanzaro

A cura di Redazione
18 ottobre 2025 12:25
“Alla ricerca dell’Uomo Ragno”: Mauro Repetto incanta Catanzaro tra musica e ricordi - mauro repetto us
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A volte basta una manciata di note per far riaffiorare interi capitoli di vita. E sin da subito, come le luci si accendono sul palco e parte uno dei brani più rappresentativi della discografia degli 883, “Come mai”, si percepisce che non sarà uno spettacolo qualunque. “Alla ricerca dell’Uomo Ragno” non è un concerto, ma un racconto in cui memoria e sogni diventano protagonisti. Con il sorriso ironico e un’energia rimasta intatta, Mauro Repetto ha accompagnato il pubblico del Teatro Politeama di Catanzaro, in un viaggio intimo e allo stesso tempo collettivo.

Lo spettacolo, inserito nel cartellone della XXII edizione del Festival d’Autunno, ha offerto agli spettatori una storia che è prima di tutto intrisa di coraggio: perché lasciare una situazione certa, di successo, per inseguire un sogno richiede una forza rara. Repetto lo dice con la semplicità di chi non ha bisogno di costruire eroi. «Alla mia età i sogni diventano ricordi», confessa, rivolgendosi agli spettatori, e subito invita la platea a raccontare i propri. Pochi si espongono. Tra questi, la voce di Floriano Noto, presidente dell’US Catanzaro: «Il Catanzaro in Serie A», dice. Un sorriso, un lampo negli occhi, e Repetto - che il calcio lo segue da sempre - coglie al volo l’assist, evocando nomi indimenticabili per i tifosi giallorossi come Massimo Palanca ed Edy Bivi. La distanza tra palco e platea si azzera in un attimo.

La scena essenziale e il dialogo con l’IO

La scena è scarna, tre teli per le proiezioni, ma non serve altro: è la forza del racconto a riempire lo spazio. Repetto intreccia ricordi, immagini e musica, ripercorrendo la parabola di due ragazzi di Pavia che, con talento e leggerezza, hanno scalato la musica italiana firmando hit destinate a restare. Uno geniale e compassato, Max, l’altro visionario, Mauro, che proprio in Calabria, in un villaggio di Isca Marina, cominciò a capire che il successo si poteva raggiungere.

Accanto a lui, l’Uomo Ragno — interpretato da Davide Taglietto — diventa coscienza, una voce che lo accompagna nel dialogo con sé stesso e con il tempo passato. Grazie all’uso dell’intelligenza artificiale, sullo schermo compaiono le versioni adolescenti di Mauro e Max: scherzano, ironizzano, si pungolano, dando ritmo a un racconto che unisce leggerezza e profondità.

Gli Anni d'Oro: Dagli Esordi alle Hit Senza Tempo

La prima parte dello spettacolo è un tuffo negli esordi: il mito del “duca” Claudio Cecchetto e, quindi, l’incontro con il mondo discografico e le prime canzoni che avrebbero cambiato il linguaggio pop italiano. Dal primo pezzo presentato a Castrocaro nel 1991, “Non me la menare”, a “6/1/ sfigato”. E, ancora, “Con un deca” - che canta imbracciando la chitarra -, “Rotta per casa di Dio”, “Gli anni”: tutti brani che si alternano al racconto, scandendo la costruzione di un sogno diventato realtà. C’è il tempo per ricordare l’incontro con Linus, Gerry Scotti, Sabrina Salerno e anche con Fiorello per il quale composero “Finalmente tu”, brano con il quale lo showman siciliano partecipò a Sanremo nel 1995.

Riaffiorano i ricordi degli impegni televisivi in “123 Jovanotti in onda su Italia 1 o a Radio DJ: c’è il timore di non essere più contattati dal “duca” Cecchetto, l’eccitazione della telefonata che invece arriva con l’incisione dell’album “Hanno ucciso l’uomo ragno”. Un successo che consacra gli 883 con  1 milione e 400mila copie vendute e 14 settimane in testa alla classifica. La prima parte di questo one man show si chiude con un omaggio corale a una hit, “Gli anni”, che il pubblico canta da solo, perché Repetto confessa: «Questa mi emoziona troppo».

La Scelta Radicale e l'Omaggio Finale

La seconda parte si apre con l’Uomo Ragno che, senza indugio, chiede perché ha abbandonato Max. La risposta sta nel “sogno americano”, in quella vita “che andava a 2000 allora e che io volevo seguire”. C’è la voglia di partire, l’istinto di non fermarsi mai. Repetto ricorda quel momento senza rimpianti, con l’onestà di chi ha scelto la strada più incerta ma più vera per sé. Accanto a lui, sul palco, Brandt — interpretata da Monica De Bonis — rappresenta quella stagione intensa e irrazionale, la spinta verso qualcosa che non si può spiegare ma solo vivere.

“Alla ricerca dell’Uomo Ragno” non è, così, soltanto il racconto di una carriera, ma di una decisione radicale: quella di restare fedeli a sé stessi, anche quando significa andare controcorrente. Perché inseguire un sogno può sembrare folli finché non ci si accorge che è l’unico modo per sentirsi davvero vivi.

Il pubblico accompagna ogni passaggio con complicità. Le canzoni - che non rispettano una scaletta cronologica - diventano coro collettivo: “Tieni il tempo”, “Nord Sud Ovest Est” risuonano come inni generazionali. Nella parte finale, la consegna del Cavatore d’Argento realizzato da Michele Affidato da parte del direttore artistico Antonietta Santacroce e di Salvatore Scerbo di Main Solution anticipa l’ultimo abbraccio: pubblico in piedi, cori e sorrisi.

Il Festival d’Autunno prosegue oggi, sabato 19 ottobre, con ‘Cosmos’ uno spettacolo internazionale della Evolution Dance Theater, coreografie di Anthony Heinl. Lo spettacolo, che arriva a Catanzaro dopo il travolgente successo riscosso in tutta Europa andrà in scena al Teatro Politeama alle ore 21.

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