Akrea - Stallo tra Cda, dipendenti e amministrazione comunale: si va verso la liquidazione
Richiesto un tavolo permanente per la situazione Akrea: ci sono 105 famiglie in bilico, e “la società in house al Comune non deve essere liquidata”, è stato detto nell’assemblea che si è svolta oggi p...

Richiesto un tavolo permanente per la situazione Akrea: ci sono 105 famiglie in bilico, e “la società in house al Comune non deve essere liquidata”, è stato detto nell’assemblea che si è svolta oggi pomeriggio presso il Comune di Crotone, alla presenza del Consiglio di Amministrazione, il presidente Akrea Alberto Padula, i sindacati e i lavoratori.
All’inizio dell’assemblea gli animi si sono scaldati, e il primo cittadino ha lasciato l’aula consiliare. Presente dunque il vice sindaco Sandro Cretella il quale ha ricordato che “l’amministrazione non vuole il male di Akrea e la sua liquidazione. Il A sindaco, che non c’è, è stato da sempre il più strenuo difensore della partecipata, nonostante le situazioni che si sono create. Qui non c’è nessuno che non voglia trovare dalle soluzioni, a partire da noi assessori che siamo tecnici, il professore Padula e il consiglio di amministrazione”.
Intanto una proposta ufficiale che il servizio venga esternalizzato non c’è: “Quello che ci aspettiamo oggi – ha detto Fabio Tomaino segretario della Uil Crotone – è un’idea di sintesi tra le posizioni di Akrea e il Comune, un progetto che faccia da ponte da qui al passaggio di Arrical che è un obbligo di legge, rispettando i livelli occupazionali”.
“Vengo da anni di sacrifici, io vi chiedo uno sforzo affinché ci sia una proposta salva Akrea”, è la voce di uno dei dipendenti che ha preso parte al tavolo con i sindacati. “C’è una situazione finanziaria i cui nodi sono arrivati al pettine dopo anni e anni di gestione, quindi bisogna chiedere ai cittadini se vogliono che la loro bolletta aumenti invece che diminuire – ha aggiunto il sindaco Vincenzo Voce – se non c’è la condizione di firmare il contratto di servizio è chiaro che bisogna andare all’esternalizzazione del servizio con una buona clausola sociale, magari con delle premialità all’interno del bando di evidenza pubblica“. Gli operatori, rassicura, non devono temere nulla perchè “con la clausola sociale il servizio di igiene della città di Crotone si sposta con i lavoratori di Akrea. È chiaro che col privato bisogna lavorare e dare risposte ai parametri che il privato stesso impone. Crotone non sarà l’unica società dove si esternalizza un servizio”.
Il rinnovo di contratto di Akrea scade il 31 dicembre 2023, con un corrispettivo di sei milioni, ma il nuovo budget richiede un impegno di spesa da parte del Comune di Crotone di 7.469.769 euro oltre l’Iva (10%). Servono, dunque, 8 milioni per mantenere i posti di lavoro della società che appartiene all’ente comunale. Al termine dell’assemblea, a prendere la parola è stato il presidente di Akrea Alberto Padula: “Akrea è un’azienda in crisi – ha dichiarato – e quindi tutte le decisioni devono essere prese sulla base di quello che prevede la normativa delle aziende in crisi, che è l’equilibrio economico e finanziario. Noi come Consiglio di amministrazione dobbiamo cercare di gestire l’azienda nel migliore dei modi offrendo il servizio alla città, cercando di aumentare la produttività dell’azienda”. In questa fase non c’è una vera proposta, ha concluso il presidente Padula: “Vogliamo rilanciare Akrea per farla andare avanti, allo stato attuale c’è una grossa distanza tra il contratto di servizio che resta fermo ai sei milioni e la situazione di Akrea che ha una struttura dei costi abbastanza rigida”.
