'A ghiazza lorda, tra u sciumentu degli operai, a gummula pi i masculi e gli zoccoli dei cavalli
I suoni delle musicassette o di vecchi cd, la radio accesa e, a volte, il silenzio in cui si perde A Ghiazza Lorda, Piazza Villaroja, con i fiori che ci accompagnano verso la Chiesa di Santa Chiara e...

I suoni delle musicassette o di vecchi cd, la radio accesa e, a volte, il silenzio in cui si perde A Ghiazza Lorda, Piazza Villaroja, con i fiori che ci accompagnano verso la Chiesa di Santa Chiara e il dipinto bizantino sulle mura dell’antico mercato del centro storico di Crotone.
Il nome della piazza prende il nome da Bartolo Villaroja nato a Crotone il 17 novembre 1751, e che morì assassinato durante i moti giacobini crotonesi della rivoluzione napoletana del 1799. E’ ricordato ancor oggi come patriota, e la Piazza a lui dedicata è sorvegliata da San Giorgio, il santo martire posto al centro tra due figure bizantine, per richiamare la chiesa paleocristiana che giace lì sotto, risalente all’età romana. Secondo alcuni studi effettuati, si tratta di un edificio dedicato al culto di San Giorgio, che si trovava proprio tra le chiese monumentali di Santa Chiara e dell’Immacolata.
“Ghiazza lorda” non ha un senso dispregiativo: sporca e lorda degli usi di un tempo, del mercato che lì si svolgeva e che lasciava a terra quanto non era stato venduto tra i banchi della frutta e verdura. Un acciottolato dove passavano le carrozze, e abitato anche da molti gatti. Parliamo di sessant’anni fa, ed oggi conserva un fascino particolare. Luogo di sbucciature poichè li si giocava, i bambini davano calci a palloni di fortuna tra i pizzicagnoli e i macellai. Si vendeva carne, e molti ortaggi che provenivano dai campi.
«Quella vita vissuta in quei vicoli era magnifica perchè c’era un buco che sfocia in un giardino probabilmente, adesso non ricordo bene, ma era abitato da gatti, nutriti da teste di pesce – sono i ricordi conservati da Linda Monte – ma la piazza poi è cambiata da quando gli abitanti storici si sono trasferiti altrove».
La tosse degli operai della Montecatini di un tempo accompagnava la vita i da ghiazza lorda: «Tornavano alle cinque della sera, e sentivo “u sciumentu” e nonostante tutto lavoravano. C’erano famiglie di proprietari terrieri che facevano a gara per conservare l’acqua nelle gummule di terracotta, e dicevano: “Chista è l’acqua i di masculi, e non si deve toccare”, ovvero i parenti che tornavano dai campi».
Il lenzuolo è stato posto da Linda Monte, con il gruppo che faceva capo agli scavi della “Chiesa perduta” di San Giorgio: «Erano in corso gli scavi accidentali, e c’era il desiderio e la richiesta di allestire il museo a cielo aperto su quanto stava venendo la luce. Ecco perchè dal 2012 insiste da un balcone la scritta: “Piazza Villaroja vive”, e oggi abbiamo aggiunto Antica Kroton. Il lenzuolo è stato voluto da altri abitanti della piazza, che volevano il museo che era possibile».
Il dipinto bizantino è stato realizzato dall’artista Elio Malena di Cirò Marina a cavallo tra il 2010 e il 2011, per significare l’importanza dei resti del ritrovamento. Le foto storiche sono presenti nella fotogallery.
Una piazza, all’epoca, abitati dai personaggi del popolo, con il rumore degli zoccoli dei cavalli, e all’angolo di via Pizzicagnoli una pietra ancora esistente per far in modo che le ruote dei carri non urtassero.