6 settembre 1993 | i Fuochi dell'Enichem - Rovesciarono il fosforo sulla strada che prese fuoco... e la storia si accese
Fuochi dell’Enichem – Trent’anni fa avevo appena finito il mio primo anno di attività giornalistica. La conduzione TG in una importante televisione regionale, le prime note redatte, qualche intervista...

Fuochi dell’Enichem – Trent’anni fa avevo appena finito il mio primo anno di attività giornalistica. La conduzione TG in una importante televisione regionale, le prime note redatte, qualche intervista in esterna. In studio facevo molto poco; essenzialmente leggevo davanti alle telecamere.
Le avvisaglie c’erano da qualche settimana. Crotone e l’industria pesante sapevano da tanto tempo che avrebbero divorziato. Occorreva solo trovare un accordo tra i due coniugi. Ma i figli non volevano saperne, e così la statale della morte divenne in poche il teatro della più grande protesta sindacale senza i Sindacati.
Fu un operaio di una cinquantina di chili, magro come un chiodo, barba incolta, a rovesciare un fusto che conteneva fosforo che prese fuoco e accese la Storia. Davanti all’Enichem i fusti bruciavano, nei pressi del ponte che superava l’Esaro una barriera di uomini e transenne impediva ogni movimento veloce.
La polizia sostava controllando i facinorosi. Ma tutto si svolse secondo il copione.
Arrivarono da tutta Italia i colleghi della serie A, i professionisti. C’era Mannoni del TG3 che pesava più o meno la metà di adesso, c’era Gregorio Corigliano che subito si incazzò perché avevo osato definirlo inviato del TGR, quando lui stava lì anche per il TG1. Alla fine della giornata la comunità dei giornalisti aveva solidarizzato con gli operai delle fabbriche. Da settant’anni erano la spina nel fianco dei grandi operatori dell’industria pesante. Formavano il personale di tutta Italia. A Crotone venivano ad imparare, perché Crotone in fondo ha sempre fatto scuola, prima ancora che Gesù suggerisse nuove regole.
La verità è che tutti sapevano che il mercato internazionale dell’industria pesante non sarebbe passato dalle nostre parti. Occorreva prenderne atto. Lo sapeva Ciampi, lo sapeva Prodi, lo sapevano i Sindacati e i Partiti. Tutti tranne il cornuto, che arriva sempre per ultimo a scoprire il tradimento.
Era finita un’epoca, ma nessuno sapeva con che cosa sostituire quelle migliaia di stipendi che rendevano la città di Pitagora la Pandora della Magna Grecia.
Me ne accorsi quando intervistai il segretario regionale del PDS, lì come tutti gli esponenti della classe dirigente italiana a portare solidarietà piuttosto che soluzioni. Non ricordo le mie domande, né le sue risposte. Ma ancora oggi rammento le sue scarpe. Erano delle infradito bellissime, come quasi tutto quello che indossa Marco Minniti. Ma se ti presenti coi sandali in una fabbrica di fosforo che sta per essere chiusa, non è solo cambiata la sinistra; è il mondo che è già diventato un altro.
Salvatore Audia
Direttore Esperie TV
