Inclusione e innovazione nella scuola, presentato a Crotone il metodo Mec
Crotone - Era presente anche il prof. Lucio Cottini, figura di spicco nell'ambito dell'educazione inclusiva, alla giornata di formazione tenutasi...

Crotone – Era presente anche il prof. Lucio Cottini, figura di spicco nell’ambito dell’educazione inclusiva, alla giornata di formazione tenutasi lo scorso 4 aprile presso l’Auditorium dell’I.C. Alcmeone. Un evento organizzato per presentare il Modello Educativo Combinato (MEC) e per chiudere ufficialmente la fase di sperimentazione del metodo avviata presso l’Istituto Gioacchino da Fiore di Isola di Capo Rizzuto. Proprio nelle aule della scuola il MEC è stato testato e vissuto grazie all’impegno della docente Rosa Morrone, che ha creduto fortemente nella validità di questo approccio innovativo, e grazie al supporto dei dirigenti scolastici Anna Iannone e Antonio Libardi. Una finestra aperta sul mondo dell’inclusione tra i banchi di scuola che rappresentano, in questo contesto, un’opportunità di crescita per i docenti e un’occasione di emancipazione e vita per i bambini coinvolti.
«La scuola – ha spiegato Rosa Morrone – svolge un ruolo fondamentale nel promuovere l’inclusione reale e significativa dei bambini con disturbo dello spettro autistico, offrendo contesti educativi strutturati, stimolanti e accoglienti. Attraverso la sperimentazione del metodo MEC, è emersa l’importanza di creare ambienti “a misura di bambino”, in cui le relazioni autentiche, la guida degli adulti e il supporto dei pari possano favorire lo sviluppo globale degli alunni con autismo. Inoltre, la scuola diventa un punto di riferimento anche per le famiglie, offrendo non solo interventi educativi, ma anche ascolto, comprensione e collaborazione».
Al fianco della Morrone, l’ insegnante Laura Giglierano, insieme hanno preso parte attiva alla realizzazione del protocollo, contribuendo con competenza e dedizione all’attuazione del progetto. Il metodo MEC è stato ideato dalla dottoressa Sebastiana Veneziano, psicologa e pedagogista clinico con oltre vent’anni di esperienza nel campo della disabilità. «È stata lei – aggiunge la Morrone – a seguire con attenzione ogni fase della sperimentazione, curandone l’attuazione in stretta collaborazione con il team docente».
La direzione scientifica del progetto è stata affidata al professor Lucio Cottini che ha sostenuto e valorizzato il modello fin dalle sue origini. Il convegno tenutosi, ha rappresentato anche un’ occasione di formazione per i docenti presenti. Il ruolo degli insegnanti è infatti prezioso per promuovere la cultura dell’inclusione e della collaborazione tra i piccoli studenti, ma anche per la crescita del bambino che in un contesto scolastico deve trovare un ambiente aperto in cui esprimere se stesso anche con il supporto degli altri. Il MEC, infatti, si fonda su due importanti teorie educative: quella cognitivo-comportamentale e quella del peer tutoring. Il suo aspetto più innovativo è l’introduzione del co-terapista coetaneo: un bambino che, sotto la guida dell’adulto, affianca il compagno con autismo durante le attività educative.
Questo tipo di intervento si realizza principalmente attraverso il gioco condiviso, rendendo l’ambiente scolastico più naturale, stimolante e davvero “a misura di bambino”. Durante l’anno di sperimentazione, i bambini coinvolti hanno mostrato progressi significativi in tutte le aree di sviluppo, confermando l’efficacia del modello e il valore di un’inclusione costruita attraverso relazioni autentiche e strategie mirate. «L’auspicio – conclude la Morrone – è che il MEC possa aprire nuove strade nel campo dell’inclusione scolastica, offrendo ai bambini con autismo opportunità educative sempre più efficaci e personalizzate, e ai docenti strumenti concreti per accompagnarli con competenza e sensibilità in tutte le fasi della loro crescita».