Incendi a Cutro: un incubo ricorrente che minaccia l’economia locale
Come ogni anno le fiamme danneggiano la rete internet indispensabile per le aziende. Imprenditori pronti ad azioni eclatanti

Cutro - Ogni anno, come un incubo ricorrente, gli imprenditori che operano nell'area industriale di Cutro si trovano a dover fare i conti con un problema che sembra non trovare soluzione: gli incendi che ciclicamente devastano la zona, mettendo a rischio non solo le aziende, ma anche la sicurezza delle persone che ci lavorano. Quest’anno, però, la situazione è ancora più critica e gli imprenditori lo denunciano con forza. Gli incendi che colpiscono l’area industriale di Cutro non sono eventi isolati, ma un vero e proprio problema strutturale che si ripete annualmente. Le fiamme divampano con una frequenza sempre maggiore, danneggiando le aziende, distruggendo risorse, e lasciando dietro di sé non solo danni materiali, ma anche disagi enormi per la produttività. Un aspetto particolarmente critico riguarda il danno alla rete internet. Oggi, con il lavoro sempre più digitalizzato, la perdita di connessione è un colpo fatale per le attività aziendali, costringendo gli imprenditori a rallentamenti operativi significativi, specialmente per quelli che gestiscono rapporti commerciali online. Non sono solo i problemi tecnici a preoccuparli. A rischio ci sono anche gli stessi stabilimenti. Le fiamme, infatti, spesso arrivano a minacciare direttamente le strutture aziendali, con il rischio concreto di danni ingenti.

Nonostante gli interventi dei tecnici, che si adoperano per risolvere il problema installando tralicci di legno per la rete, la situazione è tutt’altro che sotto controllo. Questi tralicci, purtroppo, sono estremamente vulnerabili: con una minima fiamma, vanno in fumo, lasciando di nuovo le aziende senza connessione, in un circolo vizioso che sembra non finire mai. A sollevare la voce è Giuseppe Scandale, imprenditore da anni nell’area: «Ogni anno, a causa delle fiamme ci ritroviamo a fare la conta dei danni. Una situazione insostenibile per chi come noi cerca di operare nella propria terra». La lotta contro gli incendi, secondo Scandale, non è solo una questione di sicurezza fisica, ma anche di sopravvivenza per il tessuto produttivo di Cutro. «Abbiamo già tanti problemi da affrontare», aggiunge, «serve un’azione comune, serve l’impegno di tutti». L’impasse istituzionale ha spinto gli imprenditori a prendere una posizione decisa. Oltre alla denuncia pubblica, molti di loro hanno annunciato che, in caso di mancato intervento delle autorità competenti, si vedranno costretti a intraprendere azioni legali. «Appena riceveremo l’Imu faremo ricorso alla commissione tributaria e non la pagheremo», dichiarano con fermezza. Luigi Piro, altro imprenditore della zona, ha già intrapreso una causa per l’inefficienza della gestione della sicurezza dell'area industriale. «Siamo abbandonati al nostro destino e addirittura ci ritroviamo a dover spegnere noi gli incendi per evitare danni ingenti». «Siamo pronti ad acquistare noi stessi i pali di cemento per installare una rete più sicura – aggiunge Scandale. Siamo arrivati al limite e se continuiamo così saremo costretti a tenere a casa i nostri collaboratori». «Sono diversi giorni – gli fa eco Paolo Bonifazio - che la nostra azienda è senza internet. Restare isolati per così tanti giorni significa rallentare la produttività e mettere a rischio la serenità dei lavoratori e anche dei clienti. Non si può chiedere alle imprese di essere competitive senza garantire un servizio basilare come la connessione».
Insomma, la gestione dell’emergenza e la prevenzione degli incendi non possono più essere rimandate: la sopravvivenza delle aziende locali, e con essa l’economia di Cutro, dipende anche da questo. La questione degli incendi nell’area industriale di Cutro non è più un problema da affrontare solo a livello locale, ma richiede un intervento strutturale e coordinato. Se gli imprenditori si sono resi disponibili ad agire autonomamente per non far morire la loro attività, è ora che le amministrazioni pubbliche, comunali e regionali, facciano la loro parte.