Il Performing Festival porta Catanzaro nel mondo e il mondo a Catanzaro

Dopo il successo ottenuto da Regina José Galindo con la sua performance “Hasta tu orilla”, il Performing Festival ..

A cura di Redazione
30 maggio 2025 22:00
Il Performing Festival porta Catanzaro nel mondo e il mondo a Catanzaro -
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Dopo il successo ottenuto da Regina José Galindo con la sua performance “Hasta tu orilla”, il Performing Festival – che prosegue fino a fine mese a Catanzaro – ha sin qui vissuto altre importanti occasioni di riflessione per il tramite di performance curate da artiste di fama internazionale.

L’impegno politico e il valore della resistenza sono stati il cuore del messaggio portato da Daniela Ortiz, artista peruviana giunta a Catanzaro con il suo “The root you pulled out is not a hole in my land, it is a tunnel!” (“La radice che hai sradicato non è un buco nella mia terra, ma un tunnel”), in cui – grazie al teatro di figura – è andata in scena la rappresentazione della situazione palestinese: «Penso che l’arte sia uno strumento pedagogico e politico che dobbiamo utilizzare in momenti come questi, in cui c’è un profondo bisogno di comprendere ciò che sta accadendo. Quello che voglio mettere in evidenza nello spettacolo di marionette è l’importanza della resistenza. Inoltre, in questo momento di brutale censura e persecuzione politica verso gli artisti, credo che l’uso delle marionette sia una strategia utile: è un linguaggio che non viene percepito come troppo “serio”, ma che permette di fare “pedagogia politica” e allo stesso tempo di problematizzare certi concetti, come ad esempio quello di terrorismo», ha detto l’artista al termine dello spettacolo.

Il valore della cultura e della conoscenza, invece, è stato il centro della site-specific performance di Nezaket Ekici, artista di origini turche che vive e lavora in Germania. Nella genesi del suo lavoro, Catanzaro ha giocato un ruolo centrale: «Nel suo sopralluogo a Catanzaro, Ekici è rimasta colpita dalla “Torre dei Libri” della biblioteca comunale “De Nobili”, un deposito di migliaia di libri che molto raramente escono da lì. Ne è nata l’opera “Book Tower” con cui l’artista ha voluto rendere omaggio a tutto quello che significa conoscenza e sapere. Si è trattato di un’opera collettiva, nata da un workshop di tre giorni dell’artista assieme agli studenti dell’Accademia. Quello che è stato per lei estremamente importante è proprio lavorare, co-creare questa relazione con gli studenti di Accademia di Belle Arti di Catanzaro», ha spiegato Dobrila Denegri, curatrice della performance.

Performing, dunque, è sin qui stata anche un’occasione straordinaria per gli studenti dell’Accademia e per il pubblico di confrontarsi con il linguaggio dell’arte performativa attraverso percorsi di approfondimento e incontri ravvicinati con artisti e curatori di rilievo internazionale: nomi come Valentina Valentini, Valentina Carrasco e Branko Milisković hanno saputo offrire analisi e spunti di riflessione fondamentali nella costruzione di un approccio critico e consapevole all’arte performativa e ai nuovi linguaggi che con essa si rapportano.

Il risultato – oltre all’entusiasmo del pubblico partecipante – è riassumibile anche nella grande attenzione che il Festival ha riscosso sui media nazionali e internazionali, sia generalisti che di settore. Da Artribune a Exibart, da SkyArte al Giornale dell’Arte, decine sono stati sinora gli

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