(VIDEO) Il dirigente Santoro: «Basta rassegnazione, serve una scuola degna per i nostri ragazzi»

Liceo Gravina, 65 anni senza una sede: studenti tra ex cliniche e condomini

A cura di Redazione
13 settembre 2025 09:00
Condividi

Una storia lunga quasi 65 anni, fatta di promesse e rinvii. Il Liceo Gravina di Crotone, che accoglie diversi indirizzi e oltre 800 studenti, continua a non avere una sede unica e adeguata, nonostante nel 2024 siano stati consegnati i lavori del primo lotto da 2,3 milioni di euro nell’area di Acquabona.

Oggi le lezioni si tengono in spazi di fortuna: alcuni studenti frequentano in un’ex clinica nei pressi di Vescovatello, altri nei plessi A e B ricavati in condomini, mentre diverse classi sono ospitate in strutture di via Giovanni Paolo II. Al Gravina, per fare posto, si smantellano persino i laboratori, trasformati in aule, pur di non rinunciare a un’offerta formativa che continua ad attrarre iscritti da tutta la provincia.

«Non è cambiato assolutamente nulla, portiamo avanti da sempre le stesse battaglie e la speranza è quella di riuscire, finalmente, a raccogliere qualcosa – ha dichiarato il dirigente scolastico Antonio Santoro –. Il mio appello è rivolto all’intera comunità: dobbiamo smettere di accettare qualunque cosa e cominciare a rivendicare quello che è un diritto, se non per noi, almeno per i nostri ragazzi».

Nonostante gli annunci, i cantieri per la costruzione della nuova sede restano bloccati. «Il Comune ha completato gli scavi – ha spiegato Santoro – e la Sovrintendenza ha già fornito il via libera. Il cantiere è stato affidato al Consorzio Edit, ma i lavori non sono mai partiti: tutto è fermo».

Il paradosso è che, a differenza di molte scuole calabresi, il Gravina non perde studenti, anzi. «Quest’anno formeremo cinque classi di Scienze Umane, due per il Linguistico e una da 30 alunni per l’indirizzo musicale – ha aggiunto Santoro –. I numeri ci danno ragione, ma gli spazi ci costringono a soluzioni non sempre vantaggiose».

Il dirigente non nasconde l’esasperazione: «Dopo 63 anni siamo stanchi. Stiamo valutando anche azioni più incisive, che possano smuovere le coscienze e fare rumore. È ora di dire basta e dare finalmente a questa scuola e ai suoi studenti una sede degna».

Segui CalabriaOk