Ianni (Cgil): “Cosenza vive una delle fasi più oscure della sua storia recente”

Quartieri senz’acqua, sanità al collasso, giovani esclusi e insicurezza crescente: il segretario generale della Cgil denuncia un sistema immobile e chiede una reazione collettiva per ricostruire la città

A cura di Redazione
30 novembre 2025 07:00
Ianni (Cgil): “Cosenza vive una delle fasi più oscure della sua storia recente” -
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COSENZA È un atto d’accusa amaro e lucido quello che arriva dal segretario generale della Cgil di Cosenza, Massimiliano Ianni, che fotografa una città “schiacciata sotto il peso dell’inefficienza, dell’indifferenza e dell’arretratezza”. La denuncia, datata 29 novembre, mette in fila tutte le criticità che oggi rendono Cosenza un luogo dove vivere diventa sempre più difficile, soprattutto per chi non ha tutele.

Emergenze quotidiane: dall’acqua alla sanità

Interi quartieri restano senz’acqua per giorni, un problema che ciclicamente torna a colpire famiglie, attività e scuole. A questo si aggiunge un sistema sanitario “al collasso”, incapace di garantire servizi essenziali in tempi ragionevoli. Un welfare realmente inclusivo, denuncia la Cgil, “di fatto non esiste”, e le fragilità sociali stanno aumentando in tutti i settori della popolazione.

Un clima di insicurezza crescente

Alla crisi dei servizi si sommano episodi di violenza e un disagio sociale sempre più evidente, alimentando la percezione – e spesso la realtà – di una città meno sicura. Una comunità che si sente abbandonata e dove “la politica sembra vivere in una bolla, lontana dai problemi reali delle persone”.

Il peso delle vecchie logiche di potere

Ianni punta il dito contro “i soliti noti”, coloro che da anni gravitano attorno ai centri decisionali, riuscendo sempre a mantenere incarichi, gestire fondi e influenzare assunzioni. Un sistema che esclude soprattutto i giovani, anche quelli più preparati: “Studiano, si formano, sperano. Ma vengono lasciati ai margini, perché qui premia la conoscenza giusta, non le competenze”.

“Povera Cosenza”: bellezza tradita

Le parole della Cgil non risparmiano la dimensione emotiva: Cosenza viene definita una città “bellissima, con una storia millenaria, oggi deturpata, violentata, svuotata”. Una città che avrebbe tutte le potenzialità per essere un polo culturale, sociale ed economico, ma che resta imbrigliata in dinamiche che la frenano.

La forza del volontariato: le realtà che resistono

In questo quadro grigio emergono però realtà che rappresentano un presidio di umanità e resistenza civile. Associazioni come La Terra di Piero, Caritas, Moci, Auser, Lilli Funaro, il Centro Lanzino e molte altre continuano quotidianamente a sostenere chi vive condizioni di fragilità. “Per fortuna ci sono loro”, sottolinea Ianni.

L’appello: “È tempo di reagire”

Il messaggio conclusivo è un invito alla mobilitazione civile: “È tempo di pretendere trasparenza, servizi, giustizia sociale. Di smettere di subire e cominciare a costruire un futuro diverso”. Un appello rivolto ai cittadini, alle istituzioni e alle forze sociali, affinché Cosenza possa rialzarsi e valorizzare finalmente il suo enorme potenziale.

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