I misteri del Tempio di Hera Lacinia: tra maledizioni, fuochi sacri e una colonna spezzata

Il Tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della Magna Grecia. Tra archeologia, religione e mito, ha ispirato diverse leggende, spesso tramandate oralment...

A cura di Redazione
29 giugno 2025 11:00
I misteri del Tempio di Hera Lacinia: tra maledizioni, fuochi sacri e una colonna spezzata -
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Il Tempio di Hera Lacinia a Capo Colonna è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della Magna Grecia. Tra archeologia, religione e mito, ha ispirato diverse leggende, spesso tramandate oralmente da generazioni. . Non è solo un sito storico, ma anche un crocevia di storie, miti e leggende che si mescolano tra sacro e profano, tra verità storica e immaginazione popolare. In particolare, alcune leggende legate alla figura di Hera – o Giunone per i Romani – hanno segnato l’immaginario collettivo, alimentando un’aura di mistero attorno a questo antico santuario.

Ecco le tre leggende più note legate a Hera Lacinia e al tempio:

1. Il voto di Giunone (Hera): “Nessun uomo potrà violare il mio santuario”

Si dice che Hera (Giunone per i Romani), dea della fedeltà e del matrimonio, avesse posto un voto di protezione sul tempio:

“Chiunque uomo violi questo luogo sacro, non troverà pace né gloria.”

Secondo la leggenda, diversi predoni e conquistatori tentarono di saccheggiarlo, ma vennero colpiti da sventure improvvise, malattie o naufragi durante la fuga. Questo alimentò la convinzione che il tempio fosse protetto da una maledizione divina.

2. Annibale e la colonna spezzata

Durante le sue campagne in Italia, il condottiero cartaginese Annibale arrivò a Capo Lacinio. Si dice che, volendo violare il santuario, tentò di prelevare una colonna in oro puro dal tempio di Hera.

Ma quando cercarono di smontarla, una tempesta improvvisa si abbatté sulla flotta cartaginese. Annibale, spaventato, abbandonò il bottino e fece voto alla dea di non toccare più il luogo sacro.

La colonna, secondo alcuni, rimase spezzata a metà, e ancora oggi quella solitaria colonna dorica che svetta a Capo Colonna sarebbe un ricordo di quell’evento.

3. La sacerdotessa scomparsa e il fuoco eterno

Una leggenda locale racconta che ogni luna piena, una sacerdotessa di Hera Lacinia accendeva un fuoco sacro sul promontorio per guidare i marinai in salvo.

Durante una notte di tempesta, la giovane sacerdotessa sparì nel nulla, ma il fuoco – inspiegabilmente – continuò a bruciare da solo per sette giorni.
Da allora, si dice che nei momenti di pericolo, una fiamma appaia nel punto dove sorgeva il tempio, visibile solo ai viandanti puri di cuore.

Perché queste leggende resistono?

Il sito di Capo Colonna ha sempre ispirato timore reverenziale: il legame tra natura (mare, vento, scogli) e spiritualità lo rende un luogo “di confine” tra umano e divino. Ancora oggi, camminando tra i resti del Tempio di Hera Lacinia, si percepisce un’energia antica, quasi sospesa nel tempo. Le leggende tramandate nei secoli – tra maledizioni divine, apparizioni misteriose e promesse infrante – non sono solo racconti folcloristici, ma parte integrante dell’identità culturale di Capo Colonna. Esse testimoniano il bisogno umano di dare voce al sacro, di spiegare l’inspiegabile e di conservare, attraverso la narrazione, il legame profondo tra la terra e il mito.

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