Gualtieri (ItalAfrica): «Il Piano Mattei modello virtuoso di collaborazione e crescita tra UE e nazioni africane»
In Italia – Il Piano Mattei che mira allo sviluppo di Stati del continente africano è legge di Stato. A fine gennaio a palazzo Madama si terrà la prima conferenza Italia- Africa a cui parteciperanno u...

In Italia – Il Piano Mattei che mira allo sviluppo di Stati del continente africano è legge di Stato. A fine gennaio a palazzo Madama si terrà la prima conferenza Italia- Africa a cui parteciperanno una ventina di capi di stato africani e molti ministri degli esteri oltre a ministri del Governo italiano interessati al piano. Ne abbiamo parlato con Oreste Gualtieri Responsabile Nazionale Progetti Sanità della Camera di Commercio ItalAfrica Centrale di Milano.
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Come si articola?
E’ un piano quadriennale che si basa su 7 articoli e ha come obiettivo quello di definire la strategia dell’Italia per l’Africa. Tra gli ambiti di intervento emergono settori chiave quali la cooperazione allo sviluppo, la promozione delle esportazioni e degli investimenti, l’istruzione e la formazione professionale, la ricerca e l’innovazione e la salute. Particolare attenzione viene posta ai temi dell’agricoltura e della sicurezza alimentare, dell’approvvigionamento e dello sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, della tutela dell’ambiente e dell’adattamento ai cambiamenti climatici e all’attenzione verso le fonti di energia rinnovabili. Tra le peculiarità del Piano emerge l’attenzione e il sostegno all’imprenditoria, in particolare quella giovanile e femminile, e la promozione dell’occupazione. Un documento dinamico che può essere aggiornato in qualsiasi momento.
E’ importante coinvolgere i figli della migrazione?
Un Piano Mattei che riconosca il potenziale delle diaspore africane nei processi di sviluppo potrà aprire nuovi orizzonti per lo sviluppo dei Paesi di origine e dell’Italia? Il Piano Mattei per l’Africa e il Mediterraneo vuole essere «un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane». Dati questi presupposti ci si aspetta il coinvolgimento delle diaspore e delle nuove generazioni nella pianificazione di quel piano. L’Italia è interessata da una crescente presenza di persone provenienti dai cosiddetti Paesi in via di sviluppo e molte sono africane. La forte concentrazione di persone con background migratorio ha portato allo sviluppo di un eterogeneo mondo di organizzazioni e associazioni di migranti e nuove generazioni. Queste associazioni favoriscono i percorsi di inserimento nella società ospitante e creano spazi in cui reperire informazioni e intessere relazioni. Gli imprenditori hanno un ruolo importante poiche in grado di muovere risorse, cogliere opportunità e intercettare i bisogni, costruire partenariati e portare innovazione. Molti di loro stabiliscono legami imprenditoriali con i Paesi d’origine e sono, di fatto, ambasciatori del made in Italy. Un altro aspetto da tenere sono le nuove generazioni dei figli di migranti che hanno competenze linguistiche e culturali e professionalità.
Cosa pensa lei sul Piano della formazione da esportare e delle competenze?
La disoccupazione giovanile, che spesso sfocia in violenza, criminalità o migrazione illegale, rappresenta una minaccia alla stabilità politica e alla coesione sociale. L’acquisizione di competenze tecniche e professionali pertinenti può ridurre la disoccupazione giovanile, creando società più sicure. Nel Piano Mattei, investire in formazione può essere utile anche per l’Italia? Con una popolazione in invecchiamento e una crescente necessità di manodopera qualificata, l’Italia può trarre vantaggio dall’investimento in competenze africane e diventa importante investire in formazione tecnica e professionale. In tal modo si può aiutare l’Italia a soddisfare la propria crescente domanda di manodopera qualificata.
Cosa significa per lei, “giù le mani dall’Africa”?
L’Africa è un paese fragile con deboli capacità amministrative e di governance e questo provoca corruzione diffusa, danni ambientali, ricchezza mal distribuita, instabilità economica. L’Africa è un paese da valorizzare e puo’ essere un volano economico per l’Italia per i prossimi 30 anni, ma la cooperazione deve essere intesa come vera e sincera partnership commerciale, economica e sociale. Proprio come il modello di Mattei, Meloni pensa a un “modello di cooperazione non predatorio,”. Di grande rilievo, tra i tanti punti interessanti, è quello di arrivare entro due anni al totale sganciamento dal gas russo, per poi crescere progressivamente come hub di distribuzione di energia dal Nord Africa al cuore dell’Unione europea, attraverso il nostro paese, coinvolgendo dal punto di vista geografico,in maniera particolare il nostro Sud Italia, che dovrà essere pronto. Come detto dal Vice Ministro degli affari esteri, l’on. Cirielli, l’Italia ha costruito le sue fortune sulle sue capacità del saper fare, sulle sue capacità di rappresentare ogni eccellenza specifica in ogni forma, io aggiungo per il Piano Mattei e con il sapere cioè con la competenza, ma soprattutto con il saper essere, il comportamento tipico del DNA degli italiani è che il nostro paese e quindi tutti gli italiani possono fare la differenza con gli altri paesi europei e raccogliere i frutti di un lavoro senza precedenti.