Giovedì inizia la XIX legislatura, la prima con un Parlamento "slim"
Roma – Mancano meno di 48 ore all’inizio ufficiale della diciannovesima legislatura del Parlamento italiano, il primo “slim”, vista la riforma costituzionale, targata 5 Stelle, che ha proceduto al tag...

Roma – Mancano meno di 48 ore all’inizio ufficiale della diciannovesima legislatura del Parlamento italiano, il primo “slim”, vista la riforma costituzionale, targata 5 Stelle, che ha proceduto al taglio dei parlamentari.
C’è meno traffico a Roma in questi giorni, visto i 345 parlamentari, tra deputati e senatori, in meno,. La Camera dei Deputati passa da 630 a 400 componenti, mentre a Palazzo Madama si passa da 315 a 200 Senatori.
Da lunedì gli eletti, novellini e veterani, stanno compiendo tutti gli adempimenti per essere pronti ad entrare in aula giovedì. Nonostante il taglio dei parlamentari, per molti si avvicina “il primo giorno di scuola“, tra emozione e senso di responsabilità per il prestigioso incarico.
Giovedì quindi si apriranno le porte di Montecitorio e Palazzo Madama, le due aule sono state adeguate, in questi giorni, al nuovo numero, eliminando sedie, scranni e microfoni in più. La novità più evidente riguarda la Camera dei Deputati, dove il vecchio tabellone per le votazioni, quello con le lucine verdi e rosse, è stato sostituito da un più moderno maxischermo digitale.
La prima seduta della Camera sarà presieduta da Ettore Rosato (Italia Viva), in quanto il più anziano, elettoralmente parlando, tra i vicepresidenti dell’aula della passata legislatura.
Al Senato, invece, la prima seduta sarà presieduta dal più anziano, toccherebbe a Giorgio Napolitano, ma visto il critico stato di salute dell’ex Presidente della Repubblica, toccherà Liliana Segre.
Nella prima seduta, dopo il giuramento di Deputati e Senatori, i due rami del parlamento dovranno eleggere i rispettivi presidenti e gli uffici relativi.
Altro adempimento fondamentale riguarda la formazione dei gruppi parlamentari, e mentre al Senato non ci dovrebbero essere problemi, alla Camera potrebbe nascere qualche rogna. Il regolamento di Montecitorio, infatti, non è stato adeguato al taglio dei parlamentari e quindi per i partiti medio piccoli sarà quasi impossibile formare i rispettivi gruppi visto che il numero minimo di deputati richiesto è ancora 20: pari al 3,1% dell’Assemblea calcolato, però, sul vecchio plenum.
Una volta eletti i presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, il Presidente della Repubblica può iniziare le consultazioni partendo proprio dai presidenti dei due rami del Parlamento e, a seguire, dai capigruppo e leader dei partiti. Dopo il primo giro di consultazioni, il Capo di Stato può conferire l’incarico “provvisorio” a qualcuno, oppure, in caso di assenza di una maggioranza politica (ma non è questo il caso visto che il centrodestra è maggioranza in entrambi i rami del Parlamento) avviare un secondo giro di consultazioni.
Il premier incaricato, ha, a questo punto, il compito di incontrare i partiti, formare una lista di ministri e salire al Quirinale per sciogliere la riserva. Da quel momento, fatto anche il giuramento dei ministri, l’Italia avrà un nuovo Governo.