Fondazione Ra.Gi. promuove il progetto FragileForza – Mr Parkinson, uno spazio di vita attiva, presente e possibile
Nel Centro Diurno di Catanzaro, un percorso dedicato alle persone con Parkinson e Parkinsonismi nella prima fase della malattia, tra lavoro corporeo e ascolto psicologico
A seguito del progetto “Primi passi con la demenza: Viverla senza paura. Conoscerla senza vergogna” – percorso di sensibilizzazione e prevenzione sul decadimento cognitivo lieve, che ha attraversato il territorio con 29 tappe operative nei Comuni della provincia di Catanzaro – è emerso con chiarezza un bisogno precoce e urgente di orientamento, accompagnamento e cura, in particolare per le persone che vivono le prime fasi del Parkinson o dei Parkinsonismi, spesso senza sapere a chi rivolgersi, senza un luogo capace di tenere insieme corpo, mente ed emozioni.
Da questa consapevolezza è nata la decisione della Fondazione Ra.Gi. di integrare e differenziare i servizi dello Spazio Al.Pa.De - Alzheimer, Parkinson e Demenze, che dal 2006 si prende cura non solo delle persone con demenza, ma anche di persone con Parkinson e Parkinsonismi che convivono con un decadimento cognitivo, spesso silenzioso e non riconosciuto, quasi sempre vissuto con vergogna.
Nel Centro Diurno di Catanzaro, infatti, è stato ampliato il sostegno: l’equipe multidisciplinare è a disposizione anche delle persone alle prese con la prima fase del Parkinson. Affrontano non solo la diagnosi, ma soprattutto l’esperienza interiore della malattia, scandita da smarrimento, domande, paure per il corpo che rallenta e la mente che talvolta si confonde, ma altrettanto bisogno di relazione e desiderio di vedere riconosciuta la propria dignità.
Così ha preso forma il progetto FragileForza – Mr Parkinson, un percorso dedicato alle persone con Parkinson e Parkinsonismi nella prima fase della malattia, pensato come uno spazio di vita attiva, presente e possibile.
“Abbiamo scelto questa denominazione perché le persone con Parkinson non sono una diagnosi. Sono corpi che cambiano, ma restano e circolano in mezzo a noi. Qui la fragilità non si nasconde e la forza non si misura. FragileForza è uno spazio in cui il tempo non viene rimandato e il presente è un diritto. Ci si muove, si sceglie e si partecipa, non per resistere alla malattia, ma per restare nel mondo. Per vivere bene, ora” dichiara Elena Sodano, presidente della Fondazione Ra.Gi.
Nell’ambito di FragileForza, i laboratori non sono attività da svolgere, ma esperienze da abitare, spazi protetti in cui la persona viene accolta nella sua interezza. Grazie alle attività di Terapia Espressiva Corporea Integrata (metodo registrato e in attesa di brevetto), il movimento viene accompagnato con delicatezza, nel rispetto dei ritmi individuali, per aiutare il corpo a ritrovarsi senza forzature, sostenuto dal ritmo e dalla musica. Il tempo rallenta e smette di essere un nemico, diventando un alleato: uno spazio di ascolto, di presenza, di riconciliazione con sé.
Accanto al lavoro corporeo, trova posto un ascolto psicologico attento e continuativo, individuale e di gruppo, capace di dare parola alle emozioni che spesso restano inespresse come la paura, la rabbia, il senso di perdita, ma anche il desiderio di restare protagonisti della propria vita. La consulenza psicologica accompagna la persona nel riconoscimento dei cambiamenti, senza esserne travolta, sostenendo identità e autostima.
La voce e il respiro diventano strumenti di presenza e relazione, anche quando la parola si fa fragile. La memoria viene incontrata nella sua dimensione emotiva, attraverso immagini, oggetti e narrazioni che non interrogano ciò che manca, ma valorizzano ciò che continua a vivere e a dare senso.
“Accanto alle persone con Parkinson, anche le famiglie trovano un luogo di orientamento, informazione e formazione. Spazi pensati per comprendere la malattia, imparare a leggere i cambiamenti, acquisire strumenti pratici e relazionali per la quotidianità. Incontri che trasformano l’incertezza in consapevolezza e la solitudine in alleanza, perché prendersi cura richiede competenze, ma anche sostegno emotivo” precisa la presidente evidenziando come prendersi cura del Parkinson, soprattutto quando incontra la demenza, significa non smettere mai di vedere la persona oltre la malattia.
Significa restare fedeli a un’etica della vicinanza, dove la cura è prima di tutto relazione, ascolto e rispetto. È questo il senso più profondo del lavoro dello Spazio Al.Pa.De - Alzheimer, Parkinson e Demenze della Fondazione Ra.Gi.: “Abitare la fragilità senza paura e nominare la malattia senza vergogna, continuando a credere che, anche nella vulnerabilità più estrema, la vita chieda di essere accompagnata, mai abbandonata” chiosa Sodano, annunciando che per ricevere informazioni e orientamento è attivo il Numero Verde 800.034443.