Estate 2025, strage silenziosa nei luoghi di lavoro

Calabria in zona rossa per incidenza di morti, è tra le regioni più a rischio secondo l’Osservatorio Sicurezza Vega

A cura di Redazione
08 ottobre 2025 11:30
Estate 2025, strage silenziosa nei luoghi di lavoro -
Condividi

Calabria - L’estate 2025 si chiude con un bilancio allarmante sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro. Secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, da gennaio ad agosto si contano 681 morti sul lavoro in Italia, di cui 493 in occasione di lavoro e 188 in itinere. Numeri tragicamente stabili rispetto allo stesso periodo del 2024, quando le vittime furono 680. Tra le regioni italiane più colpite, la Calabria entra ufficialmente in zona rossa, ovvero quella fascia di territorio con un’incidenza di morti superiore del 25% rispetto alla media nazionale (pari a 20,6 morti ogni milione di lavoratori). Con 14 decessi in occasione di lavoro da inizio anno, la regione si colloca accanto a territori come Basilicata, Campania, Sicilia e Umbria, condividendo un triste primato di insicurezza.

Una stabilità che è solo apparente

“È come se non si comprendesse ancora che la sicurezza sul lavoro è la migliore arma contro gli infortuni e, allo stesso tempo, l’alleata principale per la qualità della vita dei lavoratori” – ha commentato Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Vega. Una riflessione che risuona con forza anche in Calabria, dove la cultura della prevenzione sembra ancora troppo spesso sacrificata, soprattutto nei settori ad alto rischio come costruzioni, trasporti e agricoltura.

Chi sono le vittime: over 55, stranieri e lavoratori del lunedì

Secondo i dati, il profilo del lavoratore più esposto al rischio mortale è quello dell’ultrasessantacinquenne, con un’incidenza di 66,5 morti ogni milione di occupati, seguito dalla fascia 55-64 anni (31,5) e 45-54 anni (21,7). Preoccupante anche il dato relativo ai lavoratori stranieri, il cui rischio di morte risulta più che doppio rispetto agli italiani: 43 morti ogni milione di occupati, contro i 18 italiani.

Le giornate più pericolose? Il lunedì, con quasi il 24% degli infortuni mortali, seguito da venerdì e giovedì.

Il settore più colpito: edilizia al primo posto

A livello nazionale, il comparto che miete più vittime è quello delle Costruzioni, con 78 decessi in occasione di lavoro. Seguono le Attività Manifatturiere (69), Trasporti e Magazzinaggio (65) e Commercio (48). Un dato che riflette anche la realtà calabrese, dove l’edilizia continua a essere tra i comparti meno sicuri, complici cantieri spesso improvvisati, assenza di controlli e formazione inadeguata.

Donne e sicurezza: 58 vittime da gennaio ad agosto

Le donne vittime di infortuni mortali nei primi otto mesi del 2025 sono state 58, di cui 28 sul posto di lavoro e 30 durante il tragitto casa-lavoro. Un dato quasi invariato rispetto all’anno precedente, che mostra come il rischio resti elevato anche per la componente femminile, specie nei settori della sanità, del commercio e dei servizi alla persona.

Denunce di infortunio in calo, ma resta l’allarme

Nonostante un lieve calo delle denunce totali (384.007 rispetto alle 386.554 del 2024), l’emergenza sicurezza non si attenua. Le denunce continuano a concentrarsi in settori chiave come le Attività Manifatturiere, le Costruzioni e la Sanità. In Calabria, sebbene non siano ancora disponibili dati dettagliati sulle denunce per settore, l’andamento rispecchia il trend nazionale, con particolare allarme nelle province dove il lavoro nero e la precarietà sono più diffusi.

Calabria: serve una svolta culturale e istituzionale

La presenza della Calabria in zona rossa, secondo la classificazione dell’Osservatorio Vega, impone una riflessione urgente: non si tratta solo di numeri, ma di vite spezzate e famiglie distrutte. È necessario un cambio di passo, che passi da maggiori controlli, formazione obbligatoria, investimenti nella prevenzione e collaborazione tra istituzioni, imprese e sindacati. Perché dietro ogni numero c'è una storia. E dietro ogni storia c’è il diritto, troppo spesso calpestato, alla vita e alla dignità sul lavoro.

Segui CalabriaOk