Epatite nei bambini, Barretta (Fimp): «Genitori tranquilli, ma l’attenzione dei pediatri è alta»

Continua a rimanere alta l’attenzione sui recenti casi di epatite di origine sconosciuta diagnosticata nei bambini. L’allarme è arrivato dalla Gran Bretagna dove si sono contati oltre 100 casi nel gir...

A cura di Redazione
09 maggio 2022 15:30
Epatite nei bambini, Barretta (Fimp): «Genitori tranquilli, ma l’attenzione dei pediatri è alta» -
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Continua a rimanere alta l’attenzione sui recenti casi di epatite di origine sconosciuta diagnosticata nei bambini. L’allarme è arrivato dalla Gran Bretagna dove si sono contati oltre 100 casi nel giro di poche settimane e alcuni pazienti hanno dovuto subire anche un trapianto di fegato. Un numero decisamente alto rispetto alla norma. In tutta Europa si è quindi subito messa in moto la macchina organizzativa del Sistema Sanitario. In Italia al momento si cerca di capire se l’incidenza sia effettivamente in crescita.

A spiegarlo è anche il dottor Martino Barretta, segretario provinciale della Federazione italiana Medici Pediatri: «Il problema non è se si sono verificati casi di epatiti acute gravi “di origine sconosciuta” nel nostro Paese – spiega -, perché questo accade ogni anno, ma se i casi che si sono verificati superano quelli attesi in un determinato periodo». In questo contesto è necessario quindi fare rete sul territorio. I pediatri di libera scelta continuano, anche in questo caso, ad avere una particolare attenzione al problema. Pronti, ancora una volta, a fornire le giuste informazioni e, qualora fosse necessario, a intervenire in tempi celeri.

E mentre la medicina territoriale si stava già organizzando sono arrivate due circolari del Ministero della Salute, l’ultima datata 23 aprile. Nella stessa il direttore alla prevenzione Gianni Rezza ha chiesto «a tutte le organizzazioni sanitarie e ai medici di segnalare ogni caso sospetto di epatite di cui non comprendono le cause». La preoccupazione dei genitori risiede proprio nell’incapacità di definire l’origine di questa epatite. «Noi – spiega Barretta – ad oggi, conosciamo cinque tipi di epatite virale acuta : la A, la B, la C, la D e la E. Nel caso di queste epatiti diagnosticate negli ultimi mesi in più Paesi d’Europa, non si è ancora riusciti a trovare il movente. Alcuni studi condotti proprio dove tutto è nato, e cioè in Gran Bretagna, si stanno soffermando sull’adenovirus che è un virus molto diffuso che noi adulti abbiamo sicuramente contratto nel corso della nostra vita.

Un semplice raffreddore che dovrebbe guarire senza troppe complicazioni». Se la causa dovesse essere davvero questo virus, gli esperti suppongono possa trattarsi anche di un “problema” legato alle difese immunitarie. «I nostri bambini – continua il pediatra – sono stati in lockdown per due anni e non sono entrati a contatto con altri virus per lungo tempo e quindi il sistema immunitario potrebbe avere meno reazione. Molto dipende poi dalla suscettibilità individuale. Lo abbiamo visto anche con questa pandemia, ci sono bambini che non prenderanno mai alcuni virus altri invece maggiormente esposti».

Quello che è certo è che è stata esclusa quasi da subito la correlazione di queste epatiti con il Covid e con il vaccino. La maggior parte dei bambini non è mai risultato positivo e i piccoli inglesi, addirittura, non erano vaccinati contro il Coronavirus. è bene inoltre ricordare che non si tratta di una patologia o di una condizione patologica nuova, ma di una condizione patologica che già si conosce ma che si diagnostica raramente. «Possiamo tranquillizzare i genitori – continua il dottor Barretta – ma è bene prestare attenzione.

Alle mamme e ai papà dico di rivolgersi immediatamente al proprio pediatra in caso di necessità e qualora comparissero sintomi come malessere generale, soprattutto se associato a pelle e sclera ( la parte bianca dell’occhio) che diventano giallastre (il cosiddetto ittero). Sarà poi il pediatra a prescrivere le analisi giuste, come ad esempio le transaminasi – e dunque iniziare le indagini del caso».

V. R.

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