Cutro - Ceraso precisa dopo lo scioglimento del consiglio: “Dimissioni senza motivo, hanno tradito la città”
“Il torto non l’hanno fatto a me ma a Cutro. Non mi sono dimesso: sono stato fatto cadere”

È arrivato al capolinea il percorso amministrativo del sindaco di Cutro, Antonio Ceraso, dopo la raffica di dimissioni che hanno portato allo scioglimento del consiglio comunale e al commissariamento dell’ente.
La crisi politica si è consumata in pochi giorni. Dopo le prime uscite di scena tra luglio e inizio agosto – Sara Brugnano, Chiarella Muto e in precedenza Rocco Curcio – il 12 agosto hanno lasciato l’assessore all’Agricoltura Vincenzo Andreoli, l’assessore al Bilancio Maria Teresa Stirparo e il presidente del Consiglio Piero Lorenzano. Poi, il 14 agosto, la decisione dei consiglieri Damiano Aiello, Elisa Parrotta e Pietro Le Piane ha abbassato il numero dei componenti dell’aula a 7 su 16, rendendo impossibile surroghe o ricostruzione della maggioranza.
Un epilogo reso inevitabile dal fatto che alle comunali del 2022 si presentò una sola lista, “Gente per Cutro”, con tutti i candidati eletti.
La conferenza stampa
Davanti alla stampa, nella sala polivalente, Ceraso ha parlato a lungo, affiancato da Sonia De Cicco, Tommaso Olivo, Tonino Ceraso, Giusy Cuparo, Giovanni Valerio e Francesco Mazza.
«Se pensano che mi abbiano fatto un torto, si sbagliano. Il torto lo hanno fatto a Cutro. Io non mi sono dimesso: sono stato fatto cadere», ha esordito il primo cittadino.
Poi, il lungo sfogo: «Non conosco ancora le motivazioni reali. Fino a ieri hanno votato con me. Qualcuno dice per le luminarie del Natale, ma sono scuse futili. Altri parlano delle candidature regionali, che hanno creato fibrillazioni. C’è chi ha pensato di poter votare già a ottobre, per raccogliere i frutti di due anni e mezzo di lavoro. Ma le elezioni ci saranno solo in primavera.»
Le accuse agli ex consiglieri
Ceraso non ha nascosto amarezza e accuse: «Ho dato fiducia a giovani e donne, ma non tutti hanno accettato i principi di legalità e giustizia che erano il fondamento della mia lista. Qualcuno si è lasciato trascinare da logiche vecchie e da ambizioni personali. Meglio così, piuttosto che avere accanto persone che non sai da che parte stanno.»
E ancora: «Dietro le quinte c’era chi voleva le elezioni già dall’anno scorso. Hanno approfittato di consiglieri inesperti, non politici di professione, e li hanno trascinati. Ma i fatti ci daranno ragione.»
Legalità e “pizzo”: “Non si cresce senza rispetto delle regole”
Il sindaco ha ricordato i momenti più duri e simbolici del suo mandato: «Cutro ha vissuto la tragedia di Steccato, che ci ha proiettato nel mondo come comunità solidale. Abbiamo avuto le parole del Papa e del Presidente della Repubblica. Noi siamo un tessuto sano che deve crescere nella legalità.»
«Il Comune si è costituito parte civile contro il pizzo. Mi auguro che questo non abbia influito nelle scelte di chi ha lasciato, perché sarebbe un fallimento collettivo. Senza legalità non c’è futuro. Non si può pretendere un paese pulito senza pagare la Tari o l’Imu. La legalità è a 360 gradi.»
Un bilancio e uno sguardo personale
Ceraso ha difeso il lavoro svolto: «Lascio un Comune più ordinato, con impiegati attenti e responsabili. Abbiamo avviato un vero e proprio piano Marshall. Non si può dire che fino al 23 luglio eravamo tutti d’accordo e poi, di colpo, si fa cadere tutto.»
Infine, parole personali e un accenno al futuro: «Per ora devo resettare la mia vita. Ho rubato tempo alla mia famiglia, ai miei figli, dopo la tragedia che mi ha colpito. È prematuro parlare di ricandidatura. La politica è un treno che passa, bisogna sapere quando fermarsi e, magari, riprenderlo più avanti.»