Crotone, Pingitore: “La democrazia muore senza rispetto e dialogo”

Il capogruppo di Stanchi dei Soliti condanna lo scontro in Comune: «Si vuole spegnere la polemica, non affrontarla. Senza rispetto e dialogo la democrazia muore»

A cura di Redazione
31 ottobre 2025 20:30
Crotone, Pingitore: “La democrazia muore senza rispetto e dialogo” -
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Crotone - «L’episodio che ha visto protagonisti un sindaco e un consigliere comunale in un confronto degenerato fino alle mani è una ferita profonda per la nostra comunità e per la credibilità delle istituzioni locali».
Inizia così la nota stampa diffusa da Iginio Pingitore, capogruppo di Stanchi dei Soliti, che interviene dopo i fatti avvenuti a Crotone.

Pingitore richiama con forza il valore del confronto democratico, ricordando che i Comuni rappresentano “il primo presidio della legalità e della democrazia”, dove “la parola deve prevalere sulla violenza”.
«Quando la tensione travolge il rispetto reciproco – afferma – si incrina la fiducia dei cittadini. Senza una cultura del dialogo e dell’ascolto, la democrazia muore».

Il capogruppo ha espresso solidarietà al consigliere Ernesto Ioppoli, vittima dell’aggressione, e ha commentato le dimissioni del sindaco, puntando il dito contro “il silenzio assordante” della giunta e della maggioranza.
«Gli stessi che non hanno condannato i fatti – scrive – oggi chiedono al sindaco di ritirare le dimissioni. È il segno che si vuole spegnere la polemica, non affrontarla».

Parole dure anche verso il sindaco facente funzione Sandro Cretella, accusato di aver minimizzato l’accaduto: «Se le cose non sono andate così – osserva Pingitore – allora qualcuno mente, oppure si è trovato un accordo per spegnere l’incendio».

Nel suo intervento, Pingitore denuncia inoltre “un clima di intimidazione che da tempo si respira in Comune”, ricordando “le aggressioni verbali ai consiglieri Cantafora e Giangotti” e “le querele usate come strumento politico”.

«Qui non si tratta più di politica – conclude – ma di dignità, rispetto e legalità: tre parole che dovrebbero essere il fondamento di chi amministra la cosa pubblica e che oggi, purtroppo, a Crotone sembrano dimenticate».

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