Crotone - Pingitore denuncia le “prassi distorte” in Consiglio comunale
Il capogruppo di Stanchi dei Soliti: “A Crotone si governa con il minimo indispensabile, svuotata la rappresentanza democratica”
CROTONE – Dopo giorni di silenzio nel rispetto delle festività natalizie, Iginio Pingitore, capogruppo di Stanchi dei Soliti, rompe gli indugi e interviene con un duro comunicato sulle dinamiche amministrative del Comune di Crotone. Una denuncia che mette al centro quello che definisce un “metodo consolidato” di gestione del Consiglio comunale.
“Ho volutamente scelto il silenzio per non turbare un tempo dedicato alla riflessione religiosa e familiare – afferma Pingitore – ma oggi ritengo di non poter più tacere di fronte alla gravità di alcune prassi amministrative che si stanno consolidando nel Comune di Crotone”.
Secondo il consigliere, è ormai evidente che il Consiglio comunale venga sistematicamente aggiornato alla seconda convocazione, modalità che permetterebbe di deliberare con un numero legale ridotto. “Non è più un evento occasionale – sostiene – bensì una strategia consolidata. In seconda convocazione è sufficiente un numero legale ridotto per assumere decisioni che incidono profondamente sulla vita della città. Questo svuota di significato il principio di rappresentanza democratica e riduce il Consiglio a una mera formalità”.
Pingitore parla di una “prassi distorta” che rischia di diventare abitudine amministrativa: “A Crotone si governa con il minimo indispensabile, eludendo il confronto politico e il pieno coinvolgimento dell’assemblea elettiva. È un pessimo esempio per i futuri amministratori e un segnale preoccupante per la qualità della nostra democrazia locale. Che modello istituzionale stiamo offrendo a questa città?”.
Il capogruppo segnala inoltre quanto avvenuto il 23 dicembre, episodio che definisce “ancora più inquietante”: “Alle 17:57 viene convocata la conferenza dei capigruppo, organo che per legge e statuto contribuisce alla definizione dell’ordine del giorno e della data del Consiglio. Eppure, alle 18:02, arriva già la convocazione del Consiglio per la stessa data sulla quale la conferenza avrebbe dovuto esprimersi”.
Un fatto che, secondo Pingitore, “pone seri interrogativi sulla legittimità procedurale e sul rispetto delle prerogative dei consiglieri comunali”. Se le decisioni risultano già assunte, sostiene, la conferenza dei capigruppo viene “svuotata di ogni funzione, trasformata in atto meramente simbolico”.
“In questo modo si calpestano non solo le regole democratiche, ma anche i principi di trasparenza, partecipazione e correttezza amministrativa sanciti dal Testo Unico degli Enti Locali” – prosegue il consigliere – “I consiglieri vengono privati della possibilità di incidere sulle scelte fondamentali: non contano sull’ordine del giorno, sui tempi, né sulle modalità di convocazione dell’organo che rappresentano”.
Parole dure che chiudono con un avvertimento preciso: “Se tutto questo è ritenuto ‘legittimo’, allora il problema non è solo politico, ma istituzionale. Di fronte a una simile deriva, tacere non sarebbe prudenza, ma complicità”.
Iginio Pingitore conferma così una linea di opposizione frontale, richiamando l’amministrazione alla responsabilità istituzionale e rilanciando il tema della tutela della rappresentanza consiliare nella vita democratica della città.