Crotone - Mons. Torriani: "Costruiremo la Cattedrale ricordando che le pietre più preziose sono le persone"

Crotone - "Attendere con fiducia, accogliere con cuore largo, rialzare chi è caduto camminare insieme...

A cura di Redazione
30 marzo 2025 19:00
Crotone - Mons. Torriani: "Costruiremo la Cattedrale ricordando che le pietre più preziose sono le persone" -
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Crotone – “Attendere con fiducia, accogliere con cuore largo, rialzare chi è caduto camminare insieme con coraggio, vedere, avere compassione, correre incontro, abbracciare. Questi saranno i pilastri del nostro cammino”. Negli ultimi passaggi dell’omelia di monsignor Torriani c’é tutto il senso di questo nuovo cammino che la diocesi di Crotone-Santa Severina si appresta a intraprendere insieme a lui.

Prendendo spunto dal vangelo di oggi, la parabola del figliol prodigo, e dopo aver ringraziato Monsignor Claudio Maniago, Monsignor Alberto invita tutti a costruire: “Questo vangelo non è un solo un racconto ma un’immagine del cuore buono di Dio”.
Il nuovo pastore invita ad attendere “che è coniugazione di fiducia, pazienza, speranza“, invita a vedere non solo con gli occhi, ma ricercando la capacità di comprendere il significato profondo delle cose: “Il padre non vede solo il figlio che torna. – spiega riprendendo il Vangelo – vede una nuova possibilità, un futuro che prende forma, una storia che può ricominciare”.

Poi continua riprendendo i verbi della parola, il terzo è compatire: “La compassione – dice – è l’anima del Vangelo. Un cuore intoccabile è un cuore malato dall’abitudine, dalla rassegnazione. In questa terra la compassione diventa scelta concreta perché è segno di un cuore che si è lasciato toccare dallo spirito”. E qui il ricordo delle bare dei migranti morti nel naufragio di Cutro e accolte proprio nel palazzetto: “Il PalaMilone custodisce immagini che nessuno vorrebbe rivedere”.

E poi ancora riprende l’immagine del padre che nelle parabola vede il figlio da lontano e gli corre incontro: “un altro verbo è accogliere. Vorrei che anche la nostra Chiesa fosse così. Quel padre non rimane fermo ad aspettare, anticipa l’incontro, un padre che corre verso un figlio abbatte le distanze. È l’immagine di una Chiesa che va incontro a tutti senza paure e pregiudizi. Una Chiesa che non ha paura del futuro come ci chiede Papa Francesco. In questo ci è di aiuto San Dionigi l’Aeropagita, che ci invita ad essere una chiesa che non teme il nuovo”. Rialzare è il quarto verbo e il quinto è camminare “non da soli ma come popolo vivo che si sostiene e si incoraggia, non si può vivere bene da solo, serve sintonia, rispetto, educazione alla legalità. La priorità sarà costruire relazioni fraterne e vere”.

Monsignor Torriani fa riferimento anche ai lavori in Cattedrale: “Costruiremo la Cattedrale e la costruiremo mattone su mattone ricordando che le pietre più preziose sono le persone e le relazioni. La vita è un’opera d’arte, dobbiamo essere artigiani di comunione”.

Poi un messaggio ai giovani: “Abbiate il coraggio di sognare e la pretesa di un futuro che non conosca la parola rassegnazione. Abbiamo bisogno della vostra energia, delle vostre idee per rendere la Chiesa più aperta e più vera”.

Ha poi concluso la sua omelia affidando questo nuovo cammino alla Madonna di Capocolonna e leggendo una poesia di Mariangela Gualtieri.

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