Crotone, indagine sui gemellini scomparsi nel 1970: “Forse non morirono, ma furono venduti”

La Procura apre un fascicolo dopo le denunce dei familiari e le inchieste televisive: “Cerchiamo la verità storica”

A cura di Redazione
09 settembre 2025 16:19
Crotone, indagine sui gemellini scomparsi nel 1970: “Forse non morirono, ma furono venduti” -
Condividi

La Procura della Repubblica di Crotone ha aperto un’indagine sul caso dei due gemellini nati a Cutro nel gennaio 1970 e dichiarati morti alla nascita presso l’ospedale vecchio della città pitagorica. Secondo i familiari, però, i bambini non sarebbero mai deceduti: sarebbero stati invece sottratti e venduti. A scriverlo è l'Ansa.

Ad annunciarlo è stato il procuratore Domenico Guarascio, intervenuto stamani alla trasmissione Rai Storie Italiane, condotta da Eleonora Daniele. L’inchiesta nasce proprio da una segnalazione arrivata alla trasmissione e dalla successiva indagine giornalistica portata avanti da Storie Italiane e Storie di sera.

La denuncia dei fratelli Oliverio

A sollevare il caso furono, nove anni fa, Filomena e Francesco Oliverio, che raccontarono la storia della loro madre, convinta che i gemellini le fossero stati portati via. Nessuno, infatti, vide mai i corpi dei neonati.

Il caso è tornato alla ribalta nei mesi scorsi, grazie a nuove testimonianze raccolte da Storie di sera. Alcune madri avrebbero raccontato di dinamiche analoghe: i neonati, pur venendo al mondo vivi, sarebbero stati trasferiti a Catanzaro per la mancanza di incubatrici e successivamente dichiarati morti, senza alcuna restituzione alle famiglie.

Un’ostetrica della struttura crotonese ha confermato davanti alle telecamere: “I bambini venivano adottati da donne che pagavano”.

L’indagine della Procura

Lo scorso maggio i giornalisti hanno consegnato alla Procura la documentazione raccolta. Da qui la decisione del procuratore Guarascio di aprire un fascicolo a carico di ignoti.

“Credo sia doveroso aprire un’indagine la più esaustiva possibile per stabilire alcune verità storiche – ha dichiarato Guarascio –. Al momento non ci sono ipotesi di reato, ma stiamo raccogliendo testimonianze e documentazione. Il nostro è un lavoro certosino e difficile, ma necessario”.

Il procuratore ha rivolto un appello a chiunque possa avere informazioni utili: “Chi conosce fatti o dettagli si rivolga alla Questura. È importante contribuire a ricostruire la verità”.

Il ruolo della Squadra Mobile e i primi interrogatori

Il questore di Crotone, Renato Panvino, ha spiegato in diretta tv che nelle ultime settimane sono stati ascoltati diversi testimoni:

“È un’indagine complessa perché dobbiamo ricostruire vicende avvenute oltre 50 anni fa. Ma se emergessero prove concrete di sottrazione di minori, ci troveremmo davanti a scenari inquietanti. Le famiglie meritano risposte”.

La Squadra Mobile sta conducendo le indagini con la massima riservatezza, nella consapevolezza che si tratta di un caso delicatissimo che potrebbe aprire la strada a nuove verità su altri episodi simili accaduti negli anni ’70.

Segui CalabriaOk