Crotone - I cantieri di Antica Kroton aperti: «Stiamo sfogliando pagine di storia»
Crotone – Una giornata di condivisione e di conoscenza quella che si è svolta questa mattina prima presso l’ Urban Center di Antica Kroton e poi presso il cantiere Gravina dove sono in corso gli scavi...

Crotone – Una giornata di condivisione e di conoscenza quella che si è svolta questa mattina prima presso l’ Urban Center di Antica Kroton e poi presso il cantiere Gravina dove sono in corso gli scavi. Un appuntamento fortemente voluto dal Comune di Crotone, al quale hanno preso parte studenti, associazioni e curiosi.
A presentare le prime rilevanze scientifiche degli scavi, è stato il prof. Carlo Rescigno, coordinatore scientifico del progetto Antica Kroton. «C’è stata un’indagine preliminare in località Acquabona – ha spiegato evidenziando l’anima archeologica del programma – con la pulizia dei vecchi scavi e la nuova documentazione in funzione di un cantiere pertinente alla costruzione della scuola. La ricerca più ampia è stata però condotta agli scavi Gravina nell’area centrale dell’antica città di Crotone, in un’area in cui le ipotesi precedenti volevano una parte della piazza pubblica. Stiamo sfogliando lentamente le pagine di storia in un contesto intatto, abbiamo recuperato la stratigrafia e abbiamo tante informazioni soprattutto relative alle fasi di trasformazione della grande Crotone in un nuovo organismo che va verso la Crotone romana».
Tante anche le informazioni sulla cultura, gli oggetti e gli strumenti di questa parte cronologica che sono stati esposti in occasione dell’apertura degli scavi alla città. Il prof. Rescigno invita tutti però ad andare oltre il rinvenimento di reperti: «Per noi gli oggetti più importanti sono le stratigrafie, quelle pagine non scritte con parole ma con azioni, interventi antropici o distruttivi avvenuti che ci permettonodi ricostruire quello che è avvenuto in quel settore. Questo è quello che l’archeologo cerca, non il singolo oggetto ma la possibilità di interpetarli all’interno di un contesto che permette di intendere lo scavo non come “rapina” ma come azione storica per leggere il passato».
Il lavoro dunque continua: «Abbiamo osservato che c’è ancora una bella potenza stratigrafica e abbiamo verificato che al di sotto dei livelli più recenti si può arrivare almeno al VII secolo a.c. che significa avvicinarsi alla data di fondazione della città. Noi ci aspettavamo di trovare questi contesti ora dobbiamo fare in modo di restituire l’importanza storica in un processo di presentazione alla città, di valorizzazione dei resti. Non tutto potrà essere trattato nello stesso modo, non tutto potrà essere recintato e osservato come un monumento, molte altre cose potranno parlare alla città contemporanea in forme diverse anche con una nuova fruizione degli spazi e altrove lasciare le presenze artistiche in vista per poterle integrare nel contemporaneo. Questo va costruito». Secondo il prof. l’importante è «evitare di creare dei pozzi che restano poi esposti e non parlano a nessuno» e poi inserire questi studi in un percorso di valorizzazione per narrare la storia antica potenziando i racconti all’interno delle sedi museali già esistenti, prevedendo dei luoghi informativi nuovi all’interno del percorso e creando una piattaforma online per seguire id ati scientifici. Per il turista ordinario sarà possibile un percorso di visita all’interno della città e si spera un museo della città che possa raccontarla dalle origini fino ad arrivare al nostro contemporaneo».
Proprio su questo punto Resciglio aggiunge: «Lavorando nel terreno sono tante le tracce della Crotone dell’800, del ‘700, del ‘600. Noi poniamo attenzione anche a queste evidenze e speriamo che al progetto Antica Kroton si possa connettere anche il progetto di riqualificazione dell’ingente patrimonio monumantale di altri anni ancora leggibile, penso alle archeologie industriali, alle attività produttive che hanno interessato il porto, con progetti mirati andreebbero in qualche modo integrate nel percorso di riqualificazione della città a partire dall’archeologia intesa a 360°».
Della complessità del progetto ne ha parlato la Soprintendente Stefania Argenti: «La città deve essere riscoperta e rigenerarsi. Non è una campagna di scavi, ma una riscoperta delle origini che sono pluristratificati. Si tratta di un processo evolutivo di una città che deve parlare il linguaggio dell’oggi. L’obiettivo è restituire la rilevanza dell’archeologia per renderla parte integrante di una città che vive e che deve avere una modalità di raccontarsi. Una città che deve trovare il suo appeal e proiettarsi verso l’esterno».
«Iniziamo a raccontare e a spiegare come il nostro patrimonio si sta sviluppando e come possiamo dare forma e vita al progetti Antica Kroton – ha detto il dirigente di Antica Kroton Antonio Senatore -. L’archeologia non è la realizzazione di un’opera pubblica, ha i suoi tempi». Senatore ha anche ricordato l’inserimento nella programmazione di un intervento importante di scavo che riguarderà l’area di intervento della strada di Capocolonna il collegamento tra la città e l’erario.
Presente anche il sindaco di Crotone Vincenzo Voce: «Antica Kroton deve essere il futuro della città».