Cosenza saluta Padre Fedele tra cori, sciarpe e il sigillo della città
Funerali gremiti per il “Monaco” ultrà. Il sindaco Caruso: “Un amico, un esempio di fede e coraggio. Lo ricorderemo per sempre”

Sciarpe rossoblu, fumogeni, cori da stadio e un corteo fino al San Vito-Marulla: Cosenza ha dato l’ultimo saluto a Padre Fedele Bisceglia, il frate cappuccino e “Monaco” ultrà che ha dedicato la sua vita ai poveri e agli emarginati.
Il feretro, accolto nella Chiesa del Santissimo Crocifisso e circondato da fedeli, cittadini e tifosi, è stato omaggiato dall’arcivescovo mons. Giovanni Checchinato e dal sindaco Franz Caruso, che prima dell’inizio della messa ha deposto sulla bara il sigillo civico della città di Cosenza, ricordo indelebile della gratitudine dell’intera comunità.
“Avevamo pensato di conferirlo a settembre, sperando in una sua ripresa. Purtroppo non è stato possibile”, ha detto Caruso, ricordando il legame personale nato durante la difesa legale del frate in un processo conclusosi con la sua assoluzione. “Non fui solo il suo avvocato – ha aggiunto – ma anche confessore, consigliere e soprattutto amico”.
Tra i presenti anche alcuni giocatori del Cosenza e delegazioni di tifoserie gemellate da tutta Italia, che hanno inviato corone di fiori. Padre Giovanni Loria, Provinciale dei Cappuccini, ha sottolineato come Padre Fedele “abbia dato voce a chi vive ai margini, lasciandoci una grande lezione di umanità”.
Dopo la cerimonia, la bara è stata portata a spalla dagli ultras verso lo stadio, dove un corteo silenzioso ha fatto il giro di campo fino alla Curva Sud, sotto lo striscione “Maracanà, una vita da ultrà, grazie Monaco”.
Le motivazioni del sigillo civico, lette dal consigliere Francesco Turco, hanno ricordato la fondazione dell’Oasi Francescana e del Paradiso dei Poveri, nonché l’impegno missionario in Italia e all’estero. “Cosenza onora Padre Fedele come esempio di fede, solidarietà e coraggio”.
Il “Monaco” sarà tumulato a Dipignano, suo paese d’origine.