Cosenza - Annalisa Insardà premiata dalla Commissione cultura

Il riconoscimento assegnato a Palazzo dei Bruzi per una nuova narrazione della Calabria

A cura di Redazione
11 dicembre 2025 13:00
Cosenza - Annalisa Insardà premiata dalla Commissione cultura -
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Cosenza - Per lei la definizione più calzante potrebbe essere quella di artista on the road, se è vero come è vero che vive quasi sui treni, spostandosi per la sua attività di attrice in un continuo andirivieni lungo lo stivale, anche se è residente in Calabria. Il suo centro di interesse professionale resta però Roma e nella capitale è approdata da Laureana di Borrello, dove è cresciuta, anche se è nativa di Polistena. Annalisa Insardà è una brava e versatile attrice di teatro, cinema e tv che negli ultimi tempi ha abbracciato però una nuova filosofia d’artista che l’ha fatta avvicinare ad un modo tutto nuovo di intendere la sua capacità espressiva, concentrandola soprattutto sulle battaglie contro le ingiustizie, come se avesse capito di avere sulle sue spalle una responsabilità sociale e di essere pervasa da un forte spirito di impegno civile. “Combatto le ingiustizie perché potrebbero accadere ad ognuno di noi”. Questo il mantra che non si stanca mai di ripetere.

Nel contempo, ha sposato anche un’altra causa, promuovendo, da testimonial, una nuova narrazione della Calabria, racchiusa in uno spot di successo, dal titolo “Dove tutto è cominciato” e nel quale fa da cassa di risonanza dei marcatori identitari distintivi della sua terra. E per il notevole contributo artistico che veicola questa immagine positiva della terra di Calabria che la Commissione consiliare Cultura del Comune di Cosenza, presieduta dal consigliere comunale Mimmo Frammartino, ha consegnato ad Annalisa Insardà un meritato riconoscimento. Un premio che si è detta estremamente orgogliosa di ricevere e “ogni volta mi chiedo senza nessuna retorica come me lo sono meritato”. Del suo felice momento attuale di attrice di impegno civile racconta che si ritiene una “comunicattrice” come qualcuno l’ha definita. “Perché – spiega - come dico nel mio monologo più recente “Ero mia” contro la violenza sulle donne (portato in scena anche al Museo dei Brettii e degli Enotri di Cosenza) non esistono diritti che ci riguardano ed altri no. Esistono diritti e basta. Ogni volta – aggiunge - che una persona che ha la mia fortuna, di stare su un palcoscenico o di avere un microfono in mano, diventando amplificatore della voce di chi ha i diritti violati, mi metto a disposizione e faccio in modo che questa voce diventi quella voce. Devo supporre, dunque, che la gente mi voglia bene perché non sono ipocrita e mi metto al servizio, utilizzando il mio lavoro come strumento di divulgazione delle storie anche di giustizia negata.

La cosa più importante che ci rende umani è proprio la condivisione”. Quindi racconta al pubblico intervenuto all’incontro della commissione cultura (molti gli amici attori) del mutato rapporto con la terra d’origine, presenti, oltre al Presidente dell’organismo consiliare Mimmo Frammartino e ai membri della commissione, anche il Presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Mazzuca, che le ha consegnato il premio, e la consigliera regionale Filomena Greco. “Ho vissuto una svolta e sono passata dalla calabrese che si lamentava della Calabria che non le dava nulla, nutrendo riserve enormi, a una fase nella quale, invece, ho capito che quello era un punto di vista sbagliato perché non è che la Calabria appartiene a me, ma sono io che appartengo alla Calabria. Il problema siamo noi che apparteniamo alla Calabria, ma non restituiamo questa appartenenza in termini di impegno di risorse, di applicazione intellettuale, di sostegno e solidarietà. Appartenere è qualcosa di estremamente responsabile e romantico, anche se ruvido al tempo stesso. Nello spettacolo “Abracalabria” che ho portato in Australia, Svizzera e nel maggio di quest’anno a Catanzaro, non nascondo la sofferenza, ma ho abbracciato una nuova e differente narrazione della Calabria che finalmente, pur senza nascondere nulla, mette sotto la lente di ingrandimento le sue bellezze e le sue eccellenze che sono internazionalizzabili. Da un punto di vista paesaggistico è una delle regioni più belle d’Italia, e dal punto di vista geomorfologico è certamente la più ricca. Basta cambiare il paradigma. Dobbiamo proteggerla e difenderla”.

Di formazione classica, Annalisa Insardà ha molto lavorato sul teatro greco e sulla commedia plautina, frequentando anche l’Accademia d’arte drammatica di Palmi. Diverse le sue performance teatrali diretta da registi importanti come Franco Però e Peter Stein. In questo preciso frangente della sua carriera è decisamente la missione sociale quella che sembra appassionarla maggiormente e per la quale ha deciso di mettere in gioco ogni energia, come sta facendo attualmente anche nella tournèe che la vede girare con lo spettacolo, di cui è pure autrice, “Parole femmine”, prodotto dalla Dracma di Polistena. Perché, comunque vada, il cordone ombelicale con la sua terra non sarà mai reciso.

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