Cirò, la città del vino e del calendario punta sulla sua cifra culturale

Cirò rilancia il suo futuro valorizzando i grandi protagonisti della sua storia: Lilio, Lacinio e San Nicodemo. Un progetto che unisce spiritualità, conoscenza e tradizione in un’unica rotta culturale

A cura di Redazione
07 ottobre 2025 14:30
Cirò, la città del vino e del calendario punta sulla sua cifra culturale -
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CIRÒ (KR) – Nella Città del Vino e del Calendario, il tempo si racconta nei secoli, nelle tradizioni e nei volti della comunità. Ed è proprio partendo dalla sua cifra più autentica, quella culturale, che l’Amministrazione comunale ha scelto di far leva per rilanciare la destinazione esperienziale. Una cultura che è una e trina: scienza, identità e spiritualità. La città di Luigi Lilio e Giano Lacinio, è anche luogo dell’anima, custode di una spiritualità antica che trova nella figura di San Nicodemo Abate il suo simbolo più profondo e condiviso.

L’asse culturale e spirituale della destinazione

Cirò fonda la sua visione di sviluppo sul valore dei Marcatori Identitari Distintivi (MID) della Calabria Straordinaria, che riconoscono al borgo un ruolo centrale nella storia della scienza e del pensiero universale.

  • Luigi Lilio, medico e astronomo, ideò la riforma del calendario gregoriano, consegnando al mondo la misura moderna del tempo.

  • Giano Lacinio, teologo e umanista, rivoluzionò l’alchimia rinascimentale coniugando sapere scientifico e ricerca filosofica.

  • San Nicodemo Abate, monaco basiliano nato a Psicrò, guida spirituale e punto d’unione fra Oriente e Occidente cristiano.

San Nicodemo di Cirò, il patrimonio religioso di una comunità

La presenza di San Nicodemo attraversa la storia e la coscienza collettiva di Cirò. Le fonti antiche, a partire dagli scritti di Apollinare Agresta e dagli studi di Mons. Antonino Terminelli, ne raccontano nascita e vita tra le colline che guardano lo Jonio.
La proclamazione a Patrono e concittadino da Papa Urbano VIII nel 1630 e la donazione delle reliquie, custodite ancora oggi nella Casa-Chiesa del Santo, hanno suggellato un legame indissolubile con la città. La famiglia Dima, di cui il Santo porta il nome, rimane radicata nel territorio, testimonianza viva di una devozione che è anche memoria civile.

Sculco: “La nostra identità è il nostro futuro”

«La nostra comunità – sottolinea il Sindaco Mario Sculconon ha mai smesso di essere un luogo di cultura e di fede. La nostra identità è la nostra forza e, allo stesso tempo, la nostra direzione. San Nicodemo, Lilio e Lacinio rappresentano le tre anime di una stessa gente: quella che sa fondere intelletto e spiritualità, ricerca e memoria. Da questa consapevolezza nasce la nostra idea di sviluppo, fatta di valorizzazione, racconto e apertura».

«La nostra programmazione culturale e turistica – aggiunge il Primo cittadino – si costruisce attorno a questo asse di senso: la scienza del tempo di Lilio, l’umanesimo di Lacinio e la fede viva di San Nicodemo. Tre percorsi che non si sovrappongono ma si intrecciano, restituendo a Cirò la sua piena dimensione di città dotta, ospitale e spirituale».

Una rotta culturale che guarda lontano

La riscoperta dei luoghi di San Nicodemo, la promozione dei percorsi dedicati a Lilio e Lacinio e la valorizzazione dei saperi legati al vino e all’ospitalità diventano parte di un progetto unico di crescita. Cirò si presenta come una destinazione identitaria dove fede e cultura convivono, costruendo un racconto coerente e duraturo.

«Le nostre radici non ci ancorano, ci orientano – conclude Sculco –. È da qui che nasce il futuro della Città del Vino e del Calendario».

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