CGIL-SLC Calabria lancia l'allarme: A Rischio 150 Posti di Lavoro a Crotone nel settore Call Center
Clausola del Bando di Roma minaccia la "Tutela Sociale": SLC-CGIL denuncia "Discriminazione Territoriale" e proclama lo Stato di Agitazione per Salvare 150 Lavoratori
Un nuovo bando di gara emesso dal Comune di Roma sta mettendo in serio pericolo l'occupazione di circa 150 lavoratori e lavoratrici a Crotone, impiegati nel servizio di contact center "Chiama Roma". A lanciare l'allarme è la Segreteria Regionale SLC-CGIL Calabria, che denuncia una "vera e propria discriminazione territoriale" e chiede l'immediato intervento delle istituzioni.
Il servizio "Chiama Roma" è stato gestito per oltre dieci anni, prima con l'Abramo Customer Care e poi con aCapo, garantendo assistenza quotidiana ai residenti e ai turisti della Capitale con elevata professionalità e qualità.
Elemento Penalizzante nel Nuovo Bando
Secondo il sindacato, il problema risiede in un elemento "penalizzante" introdotto nel nuovo bando di gara per l'affidamento del servizio sul territorio romano: un punteggio aggiuntivo per le aziende che decideranno di svolgere l'attività all'interno di Roma.
Questa clausola, secondo l'SLC-CGIL, avrebbe l'effetto diretto e "colpevole" di escludere i lavoratori crotonesi, minacciando di lasciare senza occupazione ben 150 persone.
Denuncia di Discriminazione Territoriale
La Segreteria Regionale SLC-CGIL Calabria definisce la situazione "inaccettabile" e "profondamente sconcertante", soprattutto perché la condotta proviene da un ente pubblico, il Comune di Roma, che dovrebbe assicurare equità, trasparenza e tutela sociale.
Ancora più grave, si sottolinea, è il richiamo del bando al CCNL delle Cooperative Sociali (e non a quello delle Telecomunicazioni), che, pur previsto dal decreto ministeriale n. 6143 del 24/04/2025, dovrebbe al contrario valorizzare il lavoro e la sua professionalità, prerogative che il sindacato ritiene palesemente assenti in questo contesto.
L'Ignoranza del Comune di Roma
Il sindacato accusa duramente il Comune di Roma di ignorare l'enorme impatto sociale ed occupazionale che la perdita di questi posti di lavoro produrrebbe in Calabria. L'introduzione di un concetto di territorialità "sarebbe encomiabile" solo se fosse intesa in un'ottica di servizio decentrale a vantaggio delle comunità locali.
Al contrario, la mossa del Comune di Roma viene vista come un "licenziamento mascherato" e un "atto anvero-simile di antisindacale" che si configura come un vero e proprio "inversione e antieconomico" per i lavoratori calabresi, molti dei quali impiegati part-time proprio per il servizio capitolino.
Azioni Intraprese
A fronte di questa grave situazione, l'SLC-CGIL Calabria ha annunciato di aver già avviato le procedure legali per chiedere la proclamazione dello stato di agitazione e l'inizio di iniziative di sciopero.
Il sindacato sollecita con forza il coinvolgimento delle istituzioni affinché intervengano per tutelare l'occupazione in un territorio, come quello crotonese, già segnato da un elevato tasso di disoccupazione e con scarse prospettive di ricollocazione.