Catanzaro, Parchi Marini Calabresi verso il 2026: dalla tutela dei fondali alla nuova fruizione del mare

È su questi assi che l’Ente Parchi Marini Regionali della Calabria (EPMR) ha tracciato la rotta del 2026

A cura di Redazione
31 dicembre 2025 19:00
Catanzaro, Parchi Marini Calabresi verso il 2026: dalla tutela dei fondali alla nuova fruizione del mare -
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Catanzaro – Pianificazione integrata dei Parchi, fruizione ordinata e responsabile del mare, rafforzamento della vigilanza, segnaletica strutturata, educazione ambientale nelle scuole, restauro degli habitat e connessione stabile tra costa ed entroterra. È su questi assi che l’Ente Parchi Marini Regionali della Calabria (EPMR) ha tracciato la rotta del 2026, dopo un 2025 che ha segnato il definitivo passaggio dalla gestione straordinaria a una nuova stagione di piena operatività e visione strategica. Un cambio di passo che ha trasformato i Parchi da perimetri amministrativi a infrastruttura viva di sviluppo, tutela e responsabilità collettiva.

GRECO: UN ANNO DI GRANDI SFIDE VINTE CON CONSAPEVOLEZZA

È quanto sottolinea il Direttore generale dell’Ente Parchi Marini Regionali (EPMR) della Calabria, Raffaele Greco, tracciando il bilancio di un percorso che, tra aprile e dicembre, ha visto l’Ente uscire dalla fase commissariale e rendersi protagonista di una stagione nuova, riconosciuta e raccontata a livello regionale e nazionale. Un percorso che ha restituito centralità istituzionale ai Parchi Marini, rafforzandone la funzione di presidio ambientale e, insieme, di laboratorio di politiche pubbliche innovative.

DALLA GESTIONE STRAORDINARIA ALLA VISIONE STRUTTURATA

Nel corso dell’ultimo anno EPMR ha, infatti, consolidato la propria autonomia operativa e progettuale, superando definitivamente la fase commissariale. La ripresa piena delle funzioni ha permesso di moltiplicare atti, progetti e azioni sul territorio, restituendo continuità amministrativa e capacità decisionale. È in questo quadro – sottolinea il Direttore generale - che si inseriscono interventi come la delimitazione dei parchi, l’avvio di una comunicazione sistemica, la realizzazione di pannelli informativi e la costruzione di una presenza territoriale diffusa. Elementi – dice - essenziali per trasformare la tutela in consapevolezza condivisa.

IL MARE COME SPAZIO REGOLATO, NON COME TERRA DI NESSUNO

Uno dei passaggi più significativi del 2025 è stato l’avvio dei campi di ormeggio ecocompatibili, finanziati con risorse PNRR–MER, che hanno segnato una svolta storica nella gestione delle aree marine protette. Per la prima volta la Calabria – ricorda ancora il manager - si è dotata di infrastrutture in grado di contrastare l’ancoraggio selvaggio, ridurre la pressione sulla Posidonia oceanica e garantire una fruizione ordinata e sicura del mare. Non un semplice intervento tecnico, ma l’introduzione di un modello di gestione condivisa che responsabilizza i Comuni, coinvolge le comunità locali e trasforma la tutela in servizio pubblico.

LEGALITÀ E RISCATTO SOCIALE: IL PROGETTO CON LA CASA MINORILE DI CZ

Il 2025 ha segnato anche un passaggio importante sul fronte della legalità e della responsabilità sociale. L’Ente Parchi Marini ha infatti avviato un percorso strutturato con la Casa Circondariale Minorile di Catanzaro, inserendo giovani detenuti in attività formative e simboliche legate alla tutela del mare, alla cura degli spazi, alla consapevolezza ambientale. Un progetto – ricorda ancora il Direttore generale di EPMR - che restituisce senso alla parola rieducazione e che conferma come l’ambiente possa diventare strumento di riscatto, inclusione e cittadinanza attiva. In questo contesto, inoltre, si inserisce a pieno anche il programma MAVISU – Mare Dentro, che ha restituito a una barca sequestrata alla criminalità una funzione educativa, sociale e ambientale. Un segno concreto di come tutela, legalità e inclusione possano convivere in un’unica visione.

DALLA TUTELA ALLA CARTA EUROPEA DEL TURISMO SOSTENIBILE

Il 2025 ha visto anche l’avanzamento deciso del percorso verso la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS), con l’approvazione del Piano di Azione e il coinvolgimento diretto di enti locali, associazioni, operatori e istituzioni. Un lavoro – aggiunge ancora - che ha rafforzato l’idea di turismo sostenibile non come alternativa marginale, ma come infrastruttura strategica capace di attrarre qualità, continuità e responsabilità. In questa cornice si inseriscono esperienze simboliche come il primo itinerario subacqueo per persone con disabilità nel Parco della Secca ad Amendolara, il recupero di siti degradati come Capo Bruzzano e la restituzione alla fruizione di luoghi identitari come l’Isola di Dino.

SINERGIA ISTITUZIONALE E UNA VISIONE REGIONALE FINALMENTE CONCRETA

L’azione dell’Ente si è sviluppata in piena coerenza con gli indirizzi della Regione Calabria e del presidente Roberto Occhiuto, trovando negli assessorati all’Ambiente e al Turismo, guidati rispettivamente da Antonio Montuoro e Giovanni Calabrese, interlocutori strategici e alleati naturali. La sostenibilità è stata assunta come asse trasversale delle politiche regionali, integrando tutela ambientale, promozione turistica, valorizzazione dei cammini, dei borghi e delle risorse identitarie. I Parchi Marini sono diventati così parte di un disegno più ampio, che mira a fare della Calabria una destinazione turistico-esperienziale competitiva tutto l’anno.

UN METODO CHE GUARDA AVANTI VERSO NUOVE SFIDE

Il lavoro svolto nel 2025 ha posto le basi per una nuova fase: quella della pianificazione integrata dei Parchi, della vigilanza, della segnaletica strutturata, dell’educazione ambientale nelle scuole e del restauro degli habitat. Ma soprattutto si è posto un target dialogare con il territorio con la consapevolezza che i parchi, le aree e le riserve marine calabresi, che vivono attorno a quella che è a tutti gli effetti una montagna in mezzo al mare, non possono non dialogare con le aree interne. La recente intesa con il Parco Nazionale del Pollino, prima esperienza formale di collaborazione tra un parco marino e uno terrestre, rappresenta in questo senso la sintesi più avanzata di questo approccio: dal mare all’entroterra, in un’unica narrazione territoriale. I Parchi Marini – conclude Greco – non sono più confini da difendere, ma spazi da governare. Il 2025 ci ha consegnato una certezza: la tutela funziona solo se diventa progetto condiviso. È questa la rotta che abbiamo tracciato. Ed è da qui che la Calabria può ripartire.

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