Calabria in crisi idrica: invasi al minimo e agricoltura in ginocchio

L'appello del Coapi: “Non possiamo gestire l’acqua solo in emergenza”

A cura di Redazione
07 settembre 2025 12:00
Calabria in crisi idrica: invasi al minimo e agricoltura in ginocchio -
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Calabria – La regione sta affrontando una crisi idrica senza precedenti, con le province di Reggio Calabria e Crotone tra le più colpite. I dati forniti dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale parlano chiaro: nel 2024 si è registrato un deficit idrico di quasi 50 milioni di metri cubi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E il 2025, anziché portare miglioramenti, ha aggravato la situazione.

Attualmente, i principali bacini calabresi presentano livelli di riempimento allarmanti: il Menta è al 55% della sua capacità, mentre l’Alaco scende al 47,5% (fonte: distrettoappenninomeridionale.it). Di fronte a questi numeri, il Consiglio dei Ministri ha deciso di prorogare lo stato di emergenza idrica per l’intera regione, riconoscendo la necessità di interventi strutturali e straordinari.

La carenza d’acqua ha già prodotto pesanti ripercussioni sull’intero territorio calabrese: Riduzione drastica delle superfici irrigabili, con conseguente perdita delle colture stagionali. Produzioni agricole compromesse, con effetti economici devastanti per le imprese locali. Razionamenti idrici e restrizioni all’uso dell’acqua potabile, che coinvolgono centinaia di migliaia di cittadini.

A preoccupare ulteriormente sono le cause strutturali del fenomeno: alla scarsità di piogge e alle elevate temperature estive si somma una rete idrica obsoleta, con perdite superiori al 48% in alcune aree della regione. Anche gli invasi esistenti si rivelano inadeguati a fronteggiare periodi prolungati di siccità.

Per fronteggiare la crisi, il governo ha adottato una serie di misure urgenti: Proroga dello stato di emergenza fino al 2025, con stanziamento di fondi straordinari. Potenziamento e manutenzione degli invasi strategici, tra cui Menta e Alaco. Piani di razionamento controllato e azioni immediate nei comuni più colpiti.

Tuttavia, secondo il COAPI Calabria, queste misure rischiano di essere solo palliative.

Il COAPI lancia un appello a tutte le istituzioni e alla cittadinanza: “Non possiamo continuare a gestire l’acqua solo in condizioni di emergenza. Serve una strategia strutturale e condivisa”. La proposta è quella di investire subito in infrastrutture moderne, ridurre drasticamente le perdite di rete e garantire una gestione sostenibile e programmata delle risorse idriche.

“Questi numeri non sono astratti” – avverte il coordinamento – “Significano meno terra irrigabile, produzioni compromesse, imprese in difficoltà, famiglie costrette a turnazioni e restrizioni. Il tema dell’acqua sarà sempre più centrale nei prossimi anni e la Calabria non può arrivare impreparata.”


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