“Basta violenza, non ammirate i violenti”: a Isola l’ultimo saluto a Filippo Verterame
Una bara bianca, fiori e lo striscione dei giovani: “No alla violenza”. Don Gentile: “Sta a noi scegliere da che parte stare”

Una folla immensa si è stretta oggi attorno alla famiglia di Filippo Verterame, il giovane di 21 anni ucciso a Le Cannella durante una brutale aggressione. Dentro il Duomo e nella piazza antistante, gremite fino all’inverosimile, si sono vissuti momenti di dolore: una bara bianca ricoperta di fiori, lo striscione dei ragazzi di Isola con la scritta “NO alla violenza”, e una corona di palloncini bianchi liberata in cielo come segno di speranza.
Nell’omelia, don Francesco Gentile si è rivolto alla famiglia e alla comunità: «Fratelli e sorelle, oggi siamo qui con il cuore spezzato. Non possiamo accettare che una giovane vita sia finita così. Sentiamo il desiderio di stringerci attorno a queste persone che stanno soffrendo.
Abbiamo tutti apprezzato con commozione un gesto significativo da parte dei genitori di Filippo: la donazione dei suoi organi, che permetterà la prosecuzione di altre vite. La mamma mi ha raccontato che ne avevano parlato con lui, e che Filippo condivideva questa scelta. È un gesto nobile, carico di significato».
Il parroco ha ricordato i racconti della madre: «Angela mi ha parlato della dedizione di suo figlio al lavoro, dei suoi gesti di attenzione verso gli altri, dei suoi sogni da giovane che si affacciava alla vita. Tutto questo accresce il dolore della perdita, ma lascia anche una traccia da seguire. Ci dice per che cosa vale la pena spendere le proprie energie e il proprio tempo».
Don Gentile ha legato il dolore della comunità alle domande del Vangelo: «Il grido di Gesù sulla croce – Dio mio, perché? – è lo stesso che sentiamo oggi: perché questa violenza? Perché non riusciamo a capire che porta solo morte? Quel grido deve trasformarsi in una domanda per ciascuno: cosa tocca fare a me, a noi, perché non accada più che qualcuno soffra a causa della violenza?».
Il sacerdote ha invitato a non lasciarsi paralizzare dalla rassegnazione: «Questa tragedia non può lasciarci indifferenti. Non dobbiamo più permettere che rabbia e risentimento guidino le nostre vite. Oggi insieme diciamo basta, basta con ogni forma di violenza, basta con la rassegnazione che diventa una scusa per non cambiare».
Un passaggio diretto ha riguardato i tanti ragazzi presenti: «Per onorare davvero la memoria di Filippo, rigettate ogni genere di violenza. Isolate i violenti. Non li dovete ammirare: non sono modelli da seguire».
Infine l’invito alla responsabilità degli adulti: «Sta a noi indicare una strada diversa, fatta di dialogo, di legalità, di fraternità. Non basta dirlo, dobbiamo mostrarlo con le scelte quotidiane». La celebrazione si è chiusa con una preghiera: «Che la morte di Filippo non sia solo una pagina di cronaca, ma un appello che ci scuote e ci spinge a vivere in modo nuovo».
