Badolato, la base di riposo israeliana mai nata: la vicenda degli anni ’80
Negli anni '80 si cercò di creare una base di riposo per i soldati. L'operazione fu bloccata dalla Regione Calabria

Negli anni '80 il borgo di Badolato, in provincia di Catanzaro, fu al centro di una vicenda singolare. Nel 1986 alcuni gruppi israeliani cercarono di acquistare il borgo quasi del tutto spopolato per trasformarlo in un “paese-albergo” destinato a soldati e persone fragili che avevano subito gli effetti delle guerre.
Secondo Domenico Lanciano, che seguì la questione all’epoca, alcune agenzie immobiliari di Tel Aviv e una di New York erano interessate all’acquisto. Il progetto prevedeva anche l’acquisizione di parte della spiaggia e della montagna circostante, con una spesa stimata in 25 miliardi di lire solo per l’acquisto degli immobili, a cui si sarebbero aggiunti i costi di ristrutturazione e dei sistemi di sicurezza.
L’iniziativa fu bloccata dalla Regione Calabria, allora governata dalla sinistra. Secondo Lanciano, la motivazione era il timore di “importare attentati palestinesi” sul territorio. Nonostante il fallimento del piano per Badolato, gli investitori israeliani cercarono alternative nel Mediterraneo orientale, in Grecia e a Crotone, dove il progetto di un grande villaggio residenziale chiamato “Europaradiso” sembra destinato a rimanere sulla carta.
La vicenda è tornata d’attualità con le recenti notizie sui gruppi organizzati di militari dell’esercito israeliano (IDF) che trascorrono periodi di vacanza in Italia, specialmente in Sardegna e Marche, per momenti di “decompressione” e recupero della salute mentale. Durante questi soggiorni, i soldati sono considerati “obiettivi sensibili” e tutelati da agenti della Digos.
Questa pratica di “vacanze tecniche” non è limitata all’Italia: si svolge anche in Paesi lontani come l’India, richiamando episodi storici simili, come i soldati statunitensi che durante la guerra del Vietnam trascorrevano periodi di riposo in Thailandia.