Arcuri (Crotone Città di Tutti) su Fuochi dell'Enichem: “Che il 6 settembre diventi la giornata dell’orgoglio crotonese”
Crotone – La città nei giorni scorsi ha ricordato un importante avvenimento storico e sociale, i Fuochi dell’Enichem, ancora vivi oggi nei ricordi di lavoratori e cittadini.Su questa data ad interveni...

Crotone – La città nei giorni scorsi ha ricordato un importante avvenimento storico e sociale, i Fuochi dell’Enichem, ancora vivi oggi nei ricordi di lavoratori e cittadini.
Su questa data ad intervenire, con una lettera, è stato Danilo Arcuri, Capo Gruppo di Crotone Città di Tutti.
“Pochi giorni fa la città ha celebrato i trent’anni dei Fuochi dell’Enichem, una data importante per Crotone che in quella notte ha visto bruciare i suoi sogni di unico polo industriale della Calabria.
Ricordo ancora quella notte, la notte del 6 settembre 1993, vissuta da lontano, da giovane professionista che si affacciava al mondo del lavoro.
Ricordo gli amici, ma soprattutto i genitori dei miei amici, asserragliati in quella fabbrica, arroccati dietro una trincea di fosforo, fuoco e fumo, con davanti la Polizia che caricava e sparava fumogeni anche ad altezza uomo, e loro lì, strenuamente a difendere il proprio lavoro e il futuro di questa terra da un governo che stava dimostrando tutto il suo disinteresse per un sud sempre più arretrato e dimenticato.
Ricordo la stampa nazionale giungere a Crotone e chiudersi in fabbrica insieme ai lavoratori dell’Enichem e dimostrare loro la propria solidarietà. Rai, Mediaset, Corriere della Sera, Repubblica, l’Unità, il Giornale, Libero… tutti a Crotone per raccontare la rabbia degli operai.
Ricordo il sindaco Talarico che chiuse i rubinetti del metano all’Eni e che si mise istituzionalmente a capo della rivolta, pagandone anche le conseguenze politiche, ricordo il “compagno” Rocco Gaetani e il “camerata” Carlo Turino, uno accanto all’altro, entrambi leader del movimento operaio crotonese, entrambi ad insegnare che in una città come Crotone “i problemi non hanno colore politico”.
Erano gli anni della fine della prima Repubblica, erano gli anni di mani pulite, erano gli anni delle monetine a Craxi, ed eravamo agli albori di una nuova politica che cominciava ad affacciarsi nel panorama nazionale a colpi di slogan populisti.
Io ricordo!
E ho ricordato anche grazie a qualche sporadica iniziativa di qualche testata giornalistica locale che ha voluto celebrare quella data, ha voluto raccontare, ancora una volta, quei giorni, e ha, nuovamente, riacceso i riflettori sul 6 settembre 1993.
Ai giornalisti crotonesi il mio personale plauso per ciò che fanno e che continuano a fare.
Il 6 settembre 1993 non è una data che possiamo dimenticare, perché quella notte è stata l’ultimo sussulto d’orgoglio di una città che non voleva arrendersi ad un destino cinico e baro.
Da quei fuochi sono nate tante opportunità per Crotone, una pioggia di miliardi di finanziamenti per rilanciare l’economia di questo territorio, è arrivato il riconoscimento di Crotone area di crisi, il conseguente Contratto d’area, la 488, tutte opportunità generate dai fuochi e, purtroppo, andate in fumo, a causa dei “prenditori” che si sono sostituiti agli imprenditori, a causa di quei crotonesi complici di vere e proprie truffe sulle spalle dei nostri figli.
Ecco perché non possiamo dimenticare quel 6 settembre 1993.
Ed ecco perché mi farò promotore della proposta di istituire il 6 settembre come “la giornata dell’orgoglio crotonese”. Una giornata in cui riflettere, ricordare, confrontarsi su ciò che poteva essere e non è stato, per comprendere di chi sono state le responsabilità, per approfondire i temi economici e ambientali di questo territorio, per raccontarci, ancora una volta, la storia di questa città.
Ho deciso di portare avanti questa proposta perché tra i pochi soggetti a dimenticare il 6 settembre 1993 c’è stata questa amministrazione comunale che, ancora una volta, umilia l’identità di questo territorio, troppo impegnata ad autocelebrarsi in una serie infinta di selfie e annunci che hanno stancato anche chi li fa.
Ricorderemo allo “smemorato di piazza Marinai d’Italia” cos’è stata Crotone e magari gli spiegheremo anche che cosa potrebbe essere, perché non vorrei che qualcuno cancellasse il ricordo della storia industriale di questa città per evitare di essere costretto a parlare di bonifica ed in tal modo evidenziare il proprio fallimento politico e amministrativo.
Nei prossimi giorni coinvolgerò tutti i consiglieri comunali (di maggioranza e di minoranza) per portare avanti, insieme, l’istituzione della giornata dell’orgoglio crotonese”.